Stiamo vivendo un’epoca di grandi trasformazioni sul piano del progresso scientifico e tecnico nell’era della globalizzazione. In questo nuovo scenario si collocano le grandi rivoluzioni che sta attraversando il mondo del lavoro.
In questo nuovo scenario, è fondamentale la formazione del capitale umano, cioè la scuola e l’istruzione, per cogliere le possibilità di sviluppo offerte dal progresso scientifico e tecnico nell’era della globalizzazione. Questa formazione del capitale umano riguarda in modo particolare il mondo dei giovani, speranza di un mondo migliore.
Il nuovo sistema di alternanza-scuola lavoro introdotto dalla legge 107 del 2015 della “Buona Scuola” cerca di rispondere alle esigenze dei nuovi scenari in cui ci collochiamo. Si ricorda che l’alternanza scuola-lavoro è stata introdotta con l’articolo 4 della legge 53 del 2003.
In questo campo, l’Italia sconta notevoli ritardi come ci dicono i dati a livello europeo. In Italia solo il 4 per cento dei giovani alternano studio e lavoro. La media europea è del 13 per cento, ma in Germania la cifra supera il 20 per cento.
Il modello tedesco è vincente ma è anche difficile da replicare nella nostra realtà, visto che in Germania le aziende sono già pronte ad accogliere gli studenti. Lo chiamiamo “capitale umano” ma non è un concetto astratto, è composto da ragazzi che hanno bisogno di un tutor che li segua in azienda, per diventare la forza lavoro di domani. Un’azienda che accetta di fare da ponte per l’alternanza scuola-lavoro fa un investimento giusto. I ragazzi di questi anni sono altamente digitalizzati, è da loro che bisogna imparare per essere forti nel mercato di oggi e di domani.
Ma quali sono i risultati dell’alternanza scuola-lavoro finora raggiunti nel nostro Paese? Possiamo dire che l’alternanza scuola-lavoro è partita a doppia velocità. Da un lato gli istituti tecnico-professionali per i quali è più facile trovare aziende disposte ad attivare degli stage formativi, dall’altro i licei che invece faticano a dar vita a percorsi lavorativi. La scelta, per questi ultimi, ricade spesso su biblioteche, musei, università e studi professionali che in molti casi però, non potendo affiancare un tutor ai ragazzi, preferiscono non stipulare nessuna convenzione con le scuole. E così i licei s’ingegnano con corsi, viaggi studio e volontariato per raggiungere le 200 ore obbligatorie previste per legge. Per gli istituti tecnici e professionali sono invece previste almeno 400 ore.
Uno dei problemi principali è quindi costituito dalla formazione del tutor, che deve guidare i ragazzi in azienda per conoscere l’impresa sul piano strutturale e funzionale. La legge a questo proposito non fornisce alcun sostegno e allora sta provvedendo l’iniziativa privata come, ad esempio, è avvenuto da parte di Fonarcom, Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua. Il Fondo ha stanziato 300 mila euro per contribuire alla formazione dei tutor per l’alternanza scuola-lavoro. Lo scopo è di intervenire a sostegno delle imprese che intendono avviare convenzioni con le scuole per accogliere e affiancare studenti ai propri lavoratori. Il fine è di servirsi professionalmente del sistema di alternanza scuola-lavoro per orientare e preparare le nuove generazioni di lavoratori ai cambiamenti attuali del mercato del lavoro, nella prospettiva di un loro inserimento nei processi innovativi, produttivi e organizzativi, in questa era di forte accelerazione del progresso scientifico e tecnico e di globalizzazione delle economie.
Il contributo di Fonarcom per tutor formato e’ di 900 euro per una durata di trenta ore del corso di formazione. Si tratta di un importo che rientra nel “de minimis” stabilito dall’Unione Europea per gli aiuti alle imprese.
Dobbiamo affrontare la sfida della quarta rivoluzione industriale che riguarda la digitalizzazione di tutto il sistema economico e sociale, anche se i paradigmi tecnologici non sono tutti uguali. Per superare questa sfida occorre assolutamente investire massicciamente nell’alternanza scuola-lavoro e quindi nei giovani che mostrano un’alta propensione alla digitalizzazione. Solo in questo modo, possiamo coniugare positivamente la formazione del capitale umano con le possibilità di sviluppo offerte dal progresso scientifico e tecnico.

Giovanni Scanagatta
Segretario Generale

Roma, 2 maggio 2016

Ringrazio Ruggiero Cristallo per avermi segnalato la misura di Fonarcom riguardante i piani formativi per tutor, in occasione del Convegno del 20 aprile scorso organizzato dall’Ucid di Andria sull’alternanza scuola-lavoro a cui ha partecipato il sottoscritto.