Come rilevammo nelle nostre precedenti note sul tema della disoccupazione tecnologica, si prevede che la quarta rivoluzione industriale, con la digitalizzazione dei modi di produrre e di distribuire la ricchezza, possa determinare, da qui al 2020, una perdita di 7 milioni di posti di lavoro; d’altro lato, le nuove tecnologie dovrebbero creare 2 milioni di occupati e, pertanto, la perdita netta di posti di lavoro causata dal fenomeno nello stesso arco di tempo, risulterebbe pari a 5 milioni di posti. L’attenzione al fenomeno, porta, per gli USA e per l’Europa, effetti rappresentati dalla volontà di far rientrare una quota rilevante della manifattura, con evidenti miglioramenti previsti del dato relativo all’occupazione di breve periodo e di quello dei conti commerciali con l’estero. L’incidenza della manifattura sul PIL dovrebbe crescere dal 16 al 20 per cento al 2020.
La quarta rivoluzione industriale dovrebbe quindi essere anche in grado di stoppare il processo di deindustrializzazione in corso che, in USA, ad esempio, in questi ultimi anni, ha provocato lo spopolamento di grandi città come Pittsburg e Dedroit, con effetti negativi sotto gli occhi di tutti gli osservatori. Anche per questo, il programma del nuovo Presidente Trump ha un denso contenuto economico: grande rilancio degli investimenti nelle infrastrutture materiali ( 1.000 miliardi di dollari) e nel campo energetico (50mila miliardi di dollari) con forte riduzione della pressione fiscale. Se questo programma dovesse essere realizzato in pieno, il tasso di crescita dell’economia americana potrebbe veramente avvicinarsi al 4% .
E’ ormai in corso una nuova era che mette sotto fortissima pressione la classe media e le figure lavorative middle skill. Quanti anni potranno essere necessari per cercar di trovare un nuovo equilibrio fra occupazione e tecnologia? Sembra trenta/quaranta, e l’Italia è in forte ritardo perché soltanto il 10,15% delle aziende manifatturiere applica le tecnologie digitali di tipo strategico che rivoluzionano i modelli organizzativi portando all’aumento della produttività. Le stime per l’allineamento del nostro Paese parlano della necessità di 10 miliardi di euro in 5 anni; ma alcuni studiosi ritengono che ce ne voglia almeno il doppio. Sic.
Anche , e soprattutto in situazioni di grande rivoluzione in movimento, occorrerà però farsi soccorrere dai fondamenti della Dottrina Sociale della Chiesa: sviluppo integrale dell’uomo, solidarietà, sussidiarietà, destinazione universale dei beni, bene comune.
Sezione UCID Livorno