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L’inverno demografico: la situazione italiana e le politiche da affrontare


Recentemente,  l’Arcivescovo di Trento, Monsignor Lauro Tisi, ha parlato di inverno demografico nella nostra Europa. Ebbene, proviamo ad affrontare il tema con riferimento alla situazione italiana ed alle prospettive di lungo periodo. Sempre su questo interessante argomento è interessante rilevare quanto sottolineato dal Presidente Putin in occasione del suo discorso di inizio anno riguardo alla necessità di sostenere al massimo il ruolo fondamentale della famiglia, per fare più figli e costruire meno armi. Ha poi ricordato che i dati più recenti della bilancia commerciale russa indicano  che le esportazioni agricole hanno superato quelle delle armi. Il calo demografico in Russia di quasi 10 milioni di abitanti negli ultimi 10 anni, da 150 a 140 preoccupa evidentemente il Presidente di quel Paese.

Guardando l’Italia, notiamo che per la prima volta da un secolo, cioè dal biennio 1917-1918, il totale  della popolazione  diminuisce, con i residenti che scendono di 139mila unità fra l’inizio e la fine dell’anno. Nel 2015, il saldo fra nascite e morti è risultato negativo di 165mila unità.

Una recente previsione delle Nazioni Unite ha evidenziato, come di consueto, le proiezioni della popolazione italiana nell’ipotesi di migrazioni nulle. Nel 2050, la popolazione italiana scenderebbe di 8 milioni (-14%). Un’evoluzione simile avrebbero la Russia, la Germania, la Spagna e la Polonia. La Francia, invece, avrebbe  i  dati demografici in equilibrio. L’andamento demografico previsto per il nostro Paese diventa alla fine insostenibile perché il calo della popolazione adulta ed il deteriorarsi del rapporto fra anziani ed attivi, avrebbe effetti negativi per il bilancio pubblico e per l’intero sistema di welfare state, in crisi da tempo e destinato a peggiorare.

La crisi colpisce sia il sistema previdenziale a ripartizione  che quello a capitalizzazione. Il primo, a causa della diminuzione del rapporto fra attivi e anziani al di sotto del  livello di sostenibilità ed il secondo perché la politica monetaria della BCE ha reso  nulli o addirittura negativi i tassi di interesse, rendendo insufficienti i rendimenti delle risorse accumulate con il metodo contributivo.

Le considerazioni che si possono fare sono almeno due, a nostro avviso. La prima riguarda la politica migratoria da affrontare con la professionalità politica dovuta, sulla strada, per esempio, che sta seguendo con alti e bassi la Germania .

La seconda , riguarda le politiche da affrontare, e mai seriamente affrontate, a sostegno della famiglia, delle vecchie e nuove famiglie, della nascita dei figli. A volte, tanti discorsi, mai fatti concreti sul tema importantissimo. L’UCID ed il suo mondo, trasversale a molte realtà, si dovrà  fare parte attiva in questo campo, con proposte di legge a favore della famiglia. L’UCID, in tal modo, tornerebbe alla sua vocazione iniziale, quando nei suoi primi anni di vita interveniva  fattivamente con proposte legislative nel campo economico sociale. Molti più fatti concretizzerebbero le molte , spesso  anche belle, parole che occupano spazi rilevanti sui media.

Sezione UCID (unione cattolica imprenditori e dirigenti) Livorno

Livorno, 1 marzo 2017

One Response to “L’inverno demografico: la situazione italiana e le politiche da affrontare”

  1. Darryl Klugman ha detto:

    There are actually lots of details like that to take into consideration. That is a great level to bring up. I supply the ideas above as general inspiration but clearly there are questions like the one you deliver up where the most important factor will likely be working in trustworthy good faith. I don?t know if finest practices have emerged around things like that, but I’m certain that your job is clearly identified as a fair game. Each boys and girls feel the impression of only a second’s pleasure, for the remainder of their lives.

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