“La grande incertezza degli scenari mondiali e il prezzo dell’oro” a cura di Giovanni Scanagatta

Apr 24, 2025 | Attualità, Riflessioni

LA GRANDE INCERTEZZA DEGLI SCENARI MONDIALI E IL PREZZO DELL’ORO

Giovanni Scanagatta*

E’ dalla fine della seconda guerra mondiale che il mondo non vive scenari così incerti per l’esistenza di molte guerre sparse in tutto il mondo, in primis la guerra tra Russia e Ucraina e quella tra israeliani e palestinesi, e per lo scossone che il Presidente americano Trump ha impresso a tutta l’economia mondiale.

L’oro, tipico bene rifugio, ha puntualmente registrato tutto questo con spettacolari aumenti di prezzo: circa il 38% dall’inizio dell’anno. Negli ultimi cinque anni il prezzo dell’oro è aumentato del 65%, del 560% dal 2000 e del 9688% negli ultimi cento anni.

Quali le cause di questa spettacolare serie di aumenti? Le cause possono essere riassunte in tre gruppi: lo stato di incertezza geopolitica e geoeconomica; il tasso di interesse reale sulla moneta americana; il tasso di cambio del dollaro. Al crescere dell’incertezza aumenta la domanda di oro sia di parte dei privati che da parte delle banche centrali che detengono oro nelle loro riserve. Negli ultimi anni è particolarmente cresciuta la domanda di oro da parte delle banche centrali, soprattutto della Cina e dalla Russia che tendono a liquidare le attività in dollari per acquistare oro. Questo ha il duplice effetto di aumentare il prezzo dell’oro e di deprimere il tasso di cambio del dollaro. Dall’inizio dell’anno la moneta americana ha perso quasi il 15% del suo valore rispetto all’euro. Il secondo fattore è rappresentato dal tasso di interesse reale sul dollaro. L’oro non rende interessi e la sua attrattività aumenta quando questi si riducono e c’è l’aspettativa di una politica monetaria americana espansiva. Infine, esiste normalmente una correlazione inversa tra il tasso di cambio del dollaro e il prezzo dell’oro. Questa relazione la stiamo osservando soprattutto dall’inizio dell’anno.  

Ma quali sono gli scenari futuri del prezzo dell’oro? Da questi scenari possiamo inferire le aspettative sulle configurazioni degli assetti geopolitici e geoconomici mondiali, nonchè le aspettative sui tassi di interessi reali della moneta americana e del tasso di cambio del dollaro?  

Nel medio periodo, il prezzo dell’oro sarà determinato da una complessa interazione tra i seguenti fattori: a) tassi d’interesse reali USA: un eventuale rallentamento dell’economia statunitense (recessione tecnica o soft landing) potrebbe indurre la FED a mantenere o ridurre i tassi nominali, mentre l’inflazione potrebbe rimanere persistente e ciò implicherebbe tassi reali negativi, molto favorevoli all’oro; b) domanda delle banche centrali: i paesi emergenti, soprattutto quelli del blocco BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e nuovi aderenti come Iran e Arabia Saudita), stanno accumulando oro per diversificare le riserve e ridurre la dipendenza dal dollaro. Questo trend potrebbe accelerare. c) riallocazione strategica degli investimenti: in presenza di mercati azionari volatili e di crescente instabilità obbligazionaria, gli investitori istituzionali potrebbero accrescere la componente in oro dei portafogli per protezione. d) tecnologia e domanda industriale: anche se minore rispetto alla domanda finanziaria, l’oro ha applicazioni in elettronica, fotonica e tecnologie avanzate (quantum computing, semiconduttori), che potrebbero rafforzarne la domanda strutturale.

Possibile evoluzione dei prezzi: i) Scenario base: 3.500–4.000 USD/oncia entro fine 2026; ii) Scenario espansivo (forte instabilità geopolitica e tassi reali USA negativi): 4.000–4.500 USD/oncia; iii) Scenario correttivo (riduzione delle tensioni e aumento dei tassi reali USA): ritorno verso 3.000 USD/oncia.

Riflessioni sugli assetti geopolitici e geoeconomici. L’oro è sempre più una cartina al tornasole delle tensioni internazionali. Alcune tendenze strutturali che potrebbero influenzare il suo prezzo includono: 1) Rapporti USA–Cina: la frammentazione del commercio globale e il ridisegno delle supply chain spingono molti paesi a creare riserve in oro per ridurre rischi sistemici legati al dollaro e alla finanza occidentale; 2) Monetizzazione multipolare delle riserve: i BRICS stanno esplorando la creazione di una valuta comune garantita da oro o altre risorse reali. Questa dinamica, se realizzata, aumenterebbe la domanda strutturale di oro e la sua funzione monetaria; 3) Conflitti e instabilità politica: qualsiasi escalation in Medio Oriente, Taiwan, o nell’Est Europa rafforzerebbe il ruolo dell’oro come bene rifugio, alimentando nuovi rialzi.

Tassi d’interesse reali e dollaro USA Nel medio periodo, i tassi d’interesse reali (tasso nominale meno inflazione) sono più rilevanti dei tassi nominali per determinare l’andamento dell’oro. Se la FED abbassa i tassi in risposta a un rallentamento economico, e l’inflazione non scende proporzionalmente, i tassi reali diventeranno o resteranno negativi e l’oro ne beneficerà. Un dollaro debole, legato a un ammorbidimento della politica monetaria o a una perdita di fiducia nel sistema USA (debito pubblico, bilancia commerciale, polarizzazione politica), renderebbe l’oro più economico in valuta locale per gli investitori esteri, sostenendone il prezzo.

Considerazioni finali. Il prezzo dell’oro nel medio periodo sarà strettamente correlato a: tensioni geopolitiche e assetti multipolari; percezione della stabilità macro-finanziaria americana; politiche delle banche centrali sia in Occidente che nei mercati emergenti; tassi reali USA e forza del dollaro.

L’oro, oggi più che mai, si sta riconfigurando da semplice “bene rifugio” a strumento strategico e geopolitico, in grado di segnalare il grado di frammentazione e sfiducia nel sistema economico mondiale.

*Professore di Politica economica e monetaria all’Università di Roma “La Sapienza”