I Soci della sezione UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) di Vercelli e la presidente Adriana Sala Breddo sono stati particolarmente lieti per aver incontrato (venerdì sera 15 novembre, alla Soms) suor Giuliana Galli. E’ una persona molto impegnata nel volontariato ed in tante altre attività, per cui la sua presenza a Vercelli è da considerarsi un efficace riconoscimento per la nostra sezione ed anche una sollecitazione per crescere e per diventare più responsabili.

La conferenza “La luce della fede e il fascino opaco del denaro” non è stata una lezione cattedratica, bensì una conversazione fluida, densa di significato, ricca di esempi e di esperienze, ispirati alla speranza ed all’amore.

Ha esordito formulando l’assioma che la fede ed il denaro sono due entità che non stanno in piedi da sole, ma aderiscono alla persona.

Fondamentale nell’essere umano è la relazione, la quale è ciò che umanizza la persona. La relazione interpersonale si manifesta attraverso la parola, che deve essere chiara e comprensiva per chi l’ascolta, ma soprattutto chi la pronuncia deve dire il vero. Solo la persona che dice la verità diventa autorità ed è detentrice di potere. Non si deve confondere il potere con il dominio, sistema sempre negativo perché sottomette e non aiuta. Il potere deve essere al servizio del Bene Comune e non al servizio del bene individuale. La relazione tra le persone dà senso alla fede e nell’atto di fede si accoglie Cristo.

Cristo è una figura così complessa che ispira qualcosa a tutti, anche a coloro che non credono.

In un periodo difficile come quello in cui stiamo vivendo, il seguace di Cristo deve conformarsi al Vangelo delle Beatitudini, parametri improponibili per i programmi di qualsiasi partito politico.

Per rendere più semplici e concretizzabili le sue teorie, basate sulla profonda conoscenza della Bibbia e del Vangelo, suor Giuliana ha evocato esempi chiamandoli “fasci di luce”: il sacrificio di Massimiliano Kolbe e di Edith Stein, ebrea convertita al cristianesimo e morta ad Auschwitz, dove fu uccisa anche Hetty Hillesum che nel campo di concentramento riusciva a dire “Vivere è una cosa bella e buona”.

Questi esempi di “luce” nonostante la indicibile sofferenza mantennero viva la fede in Dio e dimostrano che la fede non è un patrimonio genetico, ma è ricerca del Bene. Oltre a queste luminose testimonianze, tante persone anonime manifestano una fede semplice che condiziona i loro comportamenti.

Angelica Musy insegna alle sue bambine a perdonare l’assassino del padre e si impegna ad aiutare i poveri di Torino. La parabola del samaritano fornisce un’altra prova di amore che si prende cura del prossimo. Il samaritano paga perché sia curato lo sconosciuto trovato ferito per strada.

Ecco come il denaro, strumento dell’economia, deve servire alla collettività. Il denaro non deve essere idolatrato, anzi può diventare un “velo” che rende dubbie alcune azioni umanitarie.

Gesù nella parabola dei talenti non maledice il denaro; questa parabola è un monito per gli imprenditori che devono mantenere sana la propria azienda, per garantire il lavoro e per versare allo stato le tasse che sostengono i servizi per la comunità.

L’ avidità, l’ossessione del denaro, la sete di dominio, la tracotanza, l’eccesso di capitalismo e di edonismo hanno determinato la decadenza della società moderna. Il rapporto tra imprenditori e lavoratori è cambiato, perché molti elementi hanno modificato le esigenze e la situazione.

Quindi bisogna tutti impegnarci per attuare comportamenti finalizzati al Bene Comune.