RIGENERARE L’IMPRESA-COMUNITÀ: APPUNTI DI VIAGGIO

Ci siamo ritrovati il 3 Novembre con il Prof. Stefano Zamagni, il nostro Presidente Pier Francesco Verlato ed il Segretario Generale della Cisl Vicenza Raffaele Consiglio nella cornice del restaurato Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mons. Onisto”.

In questo articolo vengono riportati alcuni appunti dell’articolata relazione del Prof. Zamagni. Essi non vogliono essere in alcun modo esaustivi e completi, ma hanno il solo interesse di suscitare in chi li legge delle curiosità e delle domande per eventuali approfondimenti.

“APPUNTI DI VIAGGIO”
Oggi il conflitto è tra l’uomo e la macchina: se io sono molto intelligente domino la macchina. Il conflitto è diverso da quello uomo – capitale di un tempo.
La nuova realtà ci obbliga a una accelerazione del mutamento. Questa accelerazione può creare disagi all’interno delle famiglie.

Le figure dei “Misoneisti” —> sono quelli che “non c’è niente da fare”, gli avversi a qualunque cambiamento.

Ci vuole invece impulso al cambiamento.

È in corso il passaggio da ordine sociale bipolare “stato e mercato” a tripolare “stato, mercato, civitas-comunità”.

Che cos’è la civitas-comunità?

La città intesa come Civitas (Cicerone) è l’insieme delle “anime” che vivono il luogo “urbe” fatto di pietre ed ambiente. Aver cura della Civitas  significa promuovere la fioritura dell’uomo in tutte le sue componenti materiali e spirituali.

La comunità tra cui gli enti di “terzo settore”, comunque termine obsoleto da superare, sono componenti coessenziali. C’è voluta una sentenza della corte costituzionale per introdurre il ruolo che la civitas-comunità deve svolgere all’interno della vita del nostro paese.

I contributi essenziali della civitas-comunità sono la co-programmazione e co-progettazione. Si supera il concetto che solo lo stato deve progettare.

Significato

Co-programmazione serve a fissare le priorità. Poi co-progettazione mettere in pratica gli obiettivi della co-programmazione.

E’ necessario che la co-programmazione sia definita in modo concorde da Pubblica Amministrazione, Mondo delle imprese e Comunità.

L’ente pubblico è al servizio del bene comune, non è il bene comune.
Bologna è il primo comune a avere istituito l’assessorato alla sussidiarietà circolare.
Leve fondamentali: mondo delle imprese e mondo dell’associazionismo.

Viene introdotto anche significato di responsabilità. E’ invalso, soprattutto dal mondo anglosassone che il responsabile è colui che risponde delle azioni. Ciò implica la ricerca del responsabile per trovare qualcuno o qualcosa a cui imputare gli effetti delle azioni. Questo significato, seppur presente nel mondo contemporaneo, non fa emergere il significato più profondo di responsabilità come Prendersi Cura di qualcosa e di qualcuno attraverso il prendersi sulle spalle il peso delle cose. In questa differenza risulta più importante colui che si prende cura di quello che risponde delle azioni, perché il focus non è il rispondere delle azioni  ma le azioni stesse.

In tale ottica l’omissione è più grave della commissione. Il non fare, seppur ti mette al riparo da rispondere alle azioni, ti impedisce di fare anche sbagliando.

In generale le leggi si preoccupano non di incentivare a fare il bene ma disincentivare a fare il male: ipocrisia.

Lo Sviluppo locale è del luogo. Prendere sulle spalle il peso delle cose o rifiutarsi di farlo.

I soldi sono un mezzo; sono i soldi di Giuda e del buon samaritano. Se i soldi di Giuda dominano su quelli del buon samaritano, le cose vanno per il verso sbagliato.

Gli imprenditori cristiani facciano prevalere i denari del buon samaritano. Agente di trasformazione. Prendersi sulle spalle il carico della barca fino all’altra sponda.

Nuovi modelli sociali ed economici

Bisogna farla finita con il modello Taylorista, dove uno comanda a prescindere e gli altri devono ubbidire. Bisogna cambiare l’organizzazione.
Il Taylorismo, oggi, non solo umilia la persona ma non è efficace. Bisogna oggi dar voce a tutti. Non sempre le idee migliori escono dal capo, non ha la verità infusa, se impediamo alle persone la loro identità e dignità nel mondo del lavoro si produce alienazione “estraneità” dalla cose e dalle azioni aziendali, con un’evidente “non utilizzo” del capitale umano delle aziende.

Poniamoci la domanda: “Siamo  sicuri di avere sempre le risposte ad ogni domanda?”. Non può essere che magari il “più giovane” in azienda, colui che svolge mansioni operative e non dirigenziali, possa essere portatore di un’idea vincente?

Gli imprenditori cristiani sono quelli che trattano i dipendenti come uomini e donne fatti a immagine e somiglianza di Dio. Il lavoro deve essere in primo luogo decente e poi giusto. Quando si sbaglia? Quando si fa sentire quella persona irrilevante.

Gli imprenditori che vanno bene in una “crisi”, momento in cui non si hanno le risposte, sono quelli che hanno abbandonato il Taylorismo.
Lavoro ha dimensione acquisitiva (mi posso mantenere: il lavoro GIUSTO) e dimensione espressiva o realizzativa. L’impresa favorisce la realizzazione umana, la “fioritura umana” e questo è il lavoro DECENTE. Il convegno dell’ILO si intitolava “The decent work” perché il lavoro decente mette insieme lavoro e capitale. Il bene che si fa poi va fatto conoscere. Quando faccio una cosa buona la devo far sapere a tutti, per innescare l’esempio.

Queste riflessioni portano a nuove forme di democrazia come ad es. il Forum deliberativo: un’alta forma di democrazia.

Il modello, Stato mercato e comunità riuscirebbe anche a rilanciare il capitale sociale, il network di relazioni, la fiducia – fides, vale a dire corda che unisce verticalmente a Dio e orizzontalmente agli altri. Il problema oggi è come ricostruire le corde. Le corde si possono fare i nodi, le catene no. E a fare nodi la corda si accorcia.

Intervento breve di Emanuele Alecci: a Padova ci sono 10 tavoli con centinaia di cittadini che lavorano per la comunità, e non coinvolti nella o dalla P.A.

La città di Matera non è diventata capitale della cultura perché si è mossa la P.A. ma perché mondo dell’impresa e volontariato si sono mossi e hanno presentato un dossier.

Costruire alleanze nuove tra mondo della solidarietà organizzata e impresa ma mettendo insieme non solo quelli che fanno il bene ma coloro che vogliono il bene.

Don Matteo Zorzanello fa riferimento alle Comunità Energetiche e alle Comunità Intradipendenti.

La competizione non si fa sui costi ma sulla qualità
Si porta l’esempio di Olivetti non era Taylorista. Trattava gli operai alla pari. Si porta la storia della nascita della divisumma di Natale Capellaro.

“Sviluppo” è parola diversa da “Crescita”. Anche gli animali e le piante crescono ma gli esseri umani si sviluppano. Ama lo sviluppo chi ama la libertà.
Dimensioni dello sviluppo:
1. Economico
2. Socio-relazionale
3. Spirituale
L’essere umano vuole essere felice e Dio rispetta la nostra libertà.
Sviluppo umano integrale è quello che tiene in mente le due relazioni.

Riferimenti bibliografici:
Karl Polanyi, La grande trasformazione
Giacinto Dragonetti, Delle virtù e dei premi
(Sui forum deliberativi) Autori vari, Il piano strategico di Rimini e del suo territorio
(Sulle comunità intradipendenti) A cura di Jacopo Sforzi, Rapporto Euricse sulle Comunità Intradipendenti in Italia)

Citazioni:
“Quando il sole tramonta non piangere perché le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle”. Rabindranath Tagore, premio Nobel per la Letteratura nel 1913.
“Si impara solo ciò che si ama”. Johann Wolfgang von Goethe

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