“Ogni persona è immagine di Dio. Da questo deriva la sua dignità”. Don Marco Cagol, vicario episcopale per le relazioni con il territorio e consulente ecclesiastico della sezione di Padova dell’Ucid, Unione cristiana imprenditori dirigenti, ha aperto così, lo scorso 28 ottobre, il primo degli incontri sul tema della dignità organizzati dalla sezione.
“La centralità dell’uomo è il principio cardine della dottrina sociale della chiesa”, ha detto. Un “assioma” (nessuno, in quanto figlio di Dio, potrà mai perdere la propria dignità) che viene richiamato anche dal Catechismo della chiesa cattolica (357): “Essendo ad immagine di Dio, l’individuo umano ha la dignità di persona; non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno. È capace di conoscersi, di possedersi, di liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre persone; è chiamato, per grazia, ad un’alleanza con il suo Creatore, a dargli una risposta di fede e di amore che nessun altro può dare in sua sostituzione”. “L’uomo è dunque l’unica creatura capace di Dio, cioè in grado di interloquire con Lui – ha spiegato don Cagol – Di più: abbiamo la necessità di cercarlo, di tendere a Lui. Solo così troveremo la nostra pienezza”. Il presbitero ha quindi fatto riferimento ad una relazione originaria che si esprime in primo luogo come “domanda di Dio” e, successivamente, come “dialogo con le altre creature”. D’altronde, ha ricordato, l’uomo esce dalle Sue mani maschio o femmina: non è chiuso in sé stesso, ma porta dentro una dimensione relazionale. “L’altro, in quanto riflesso di Dio, è appagante possibilità di confronto vitale”. “Amerai il tuo prossimo come te stesso (Lv 19, 18); “La vita umana è sacra” (ccc 2258). “Ancora una volta ci vengono in aiuto la Bibbia e il Catechismo della chiesa cattolica – ha aggiunto – a dire che ogni persona diventa affidataria della vita degli altri”. Lo stesso don Marco ha poi sottolineato che “la dignità passa anche attraverso le attività della chiesa”. “Perché, oltre che di Dio, si occupa pure di lavoro, economia e politica?”, si è chiesto. La risposta è semplice: non può abbandonare nessun luogo in cui l’uomo si trova a vivere. “Ogni creatura dovrebbe essere capace di trasfigurare tutte le realtà. Mediante il lavoro, ad esempio, il singolo può fare esperienza di Dio e avvicinarsi, a Sua immagine, a Lui”.
Cinque i profili di dignità individuati dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa: l’unità della persona tra anima e corpo, materia e spirito; l’apertura alla trascendenza; libertà, intesa come profilo che manifesta la somiglianza dell’uomo con Dio; l’uguaglianza (siamo tutti uguali in quanto suoi figli); la socialità. Don Marco ha inoltre precisato che “il fatto che alcune persone non siano consapevoli di sé stesse – perché magari sono ancora nel grembo o in uno stato non cosciente – non significa che non posseggano la dignità”. Ha inoltre portato il caso dell’embrione: creatura o no? “Sgombriamo il campo da ogni dubbio: è a tutti gli effetti un essere umano: nel momento in cui esiste, c’è, ha in sé stesso la sua dignità. Ha i tratti dell’unicità, propri di ogni essere umano”. Infine, una pennellata sulla storia della salvezza: “Se è vero che siamo tutti peccatori, è altrettanto vero che Cristo è venuto a redimere l’uomo. Ha vinto anche la morte. In questo sta la nostra salvezza/liberazione”.