LAVORO E VALORI. Una riflessione del Presidente UCID Padova Massimo D’Onofrio in occasione della recente edizione del Festival Biblico.
Ci sarà anche un motivo se la nostra Costituzione recita nel primo articolo, al comma uno: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Per poi tornarci sopra con l’art 4: «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. E con l’art 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.»
Ed in effetti il lavoro è uno strumento di abilitazione sociale; trova un pari come potenziale sinergico solo attraverso l’istruzione: insieme riassumono i cardini della nostra democrazia. Un lavoro adeguato nei contenuti e nella paga è garanzia di dignità; consente in maniera legittima di aspirare al progetto di una vita tagliata a misura dei propri desideri; offre infinite possibilità di crescita personale sotto il profilo economico, professionale, umano, culturale, di relazioni. Il lavoro è materia che impatta non solo il singolo; è invece ed inoltre garanzia di sviluppo e di pace sociale che si può raggiungere e mantenere solo con un livello di benessere equamente diffuso. Unica raccomandazione: il lavoro è per l’uomo e non il contrario.
I cristiani sono portatori di valori a tempo pieno e li testimoniano nei vari ruoli che ognuno riveste nella quotidianità: in famiglia come genitori, figli, coniugi…; in chiesa da fedeli ed anche nell’ambiente di lavoro a prescindere dalla posizione gerarchica occupata, C’è sempre spazio per poter esprimere i propri convincimenti, tanto più che il mondo del lavoro ha bisogno di chi è capace di scostarsi dalla piatta conformità ed assumersi responsabilità di pensiero. I concetti di onestà, impegno, partecipazione, condivisione, sono moneta corrente e preziosa anche quando potessero sembrare non colti o apprezzati; sulla distanza pagano sempre. Il meccanismo è lo stesso di quanto avviene in famiglia: i figli assorbono i comportamenti dei genitori senza che questi se ne accorgano. Ma comportamenti positivi, ripetuti, coerenti finiscono per essere emulati; lo stesso in azienda senza che questo autorizzi nessuno ad illudersi di essere eterno, indispensabile, infallibile.
I giovani ed il lavoro. Ai giovani c’è poco da dire se non scusarsi della poca attenzione che la società riserva loro negli ultimi tempi. I modelli organizzativi primari (la famiglia) e secondari (la scuola, il mondo del lavoro) cambiano molto rapidamente e dunque le esperienze fatte non possono essere riciclate come consigli per il futuro. I valori invece – che sono il programma dei comportamenti – restano, ma vanno coltivati altrimenti vengono travolti da pratiche e consuetudini che richiedono meno coinvolgimento e sembrano pagare meglio a breve. Umiltà, Impegno, Disponibilità, Curiosità: una ricetta che sfida il tempo.