DIFESA DEL POPOLO_15_03_020_pag-14
Coronavirus: evitare i conflitti
Stiamo vivendo tutti con il fiato sospeso. Sappiamo di avere un problema maggiore ma il non riuscire a delimitarne il perimetro ci fa sentire impotenti. Anche se questo è comprensibile non dobbiamo dimenticare di avere dei doveri da assolvere con responsabilità. Le autorità preposte ci hanno dato delle prescrizioni comportamentali a cui dobbiamo attenerci con il massimo scrupolo; ognuno di noi potrebbe di sicuro fare commenti e distinguo che però porterebbero solo a minare l’efficacia della manovra autorizzando altri ad avanzare altre osservazioni in un pericoloso effetto domino.
Al momento si saldano due preoccupazioni: gli aspetti sanitari e quelli economici. Lasciando a chi ne ha competenza gli aspetti sanitari, cerchiamo di capire cosa sta succedendo sotto il profilo economico-finanziario. Dobbiamo fare uno sforzo minimo per comprendere che se i cittadini sono soggetti potenzialmente target-obiettivo del Covid19, dall’altra, sono certamente colpiti economicamente dalle restrizioni imposte. Escludendo che i cittadini possano essere a personalità disgiunta, le preoccupazioni sono vissute in maniera contestuale. L’azione di ognuno è poi la risultante, strettamente personale, di un compromesso partorito dopo rimurginazioni sofferte fra attenersi alle disposizioni imposte e pensare al suo prossimo futuro come impresa, famiglia. Mettere in contrapposizione salute e benessere è un errore che abbiamo già visto fare (ILVA!). Lo Stato, pater familias, deve intervenire nel tentativo di mitigare questo evidente e comprensibile conflitto di interessi. Come? Facendo capire che, pur nella priorità di accudire gli aspetti sanitari, la preoccupazione per il lavoro ed il benessere della popolazione è non solo condiviso ma previsto dal programma più ampio messo in piedi per fronteggiare ilCovid19. Questo aspetto al momento non ha la giusta visibilità. Senza promettere nulla né in termini di cifre né di destinatari di future iniziative compensatorie, basterebbe recuperare quello che disse Mario Draghi quand’era Presidente della BCE è l’euro era sotto attacco: faremo quello che serve! Il famoso: Whatever it takes! Sono sempre stato un feroce oppositore al dilagare con leggerezza della debito pubblico ma non è proprio questo il momento di fare i falsi morigerati. Tanto più che chi dovrebbe farsi sentire, ’Europa, latita in maniera clamorosa.
Un altro aspetto che andrebbe recuperato al più presto è una progettualità condivisa fra tutte le parti politiche. Occorre che Governo ed Opposizione trovino un momento di sintesi mettendo da parte tutti i motivi di divisione, condividendo le priorità. Chi ha senso dello Stato è qui ed ora che deve dimostralo. Tatticismi alternativi giocano sulla pelle di noi tutti.
UCID/Pd-Il Presidente
Massimo D’ONOFRIO