“La scelta che siamo chiamati a compiere il prossimo 4 dicembre in occasione del referendum costituzionale non è tra un valore e un disvalore, ma tra due valori in sé buoni”. Così Alessandro Simonato, dottore di ricerca in Diritto costituzionale, all’incontro sulla consultazione referendaria che si è tenuto venerdì 11 novembre all’Antonianum (organizzato dall’Ucid, Unione cristiana imprenditori dirigenti, di Padova). Il relatore ha illustrato alle oltre cento persone presenti cosa cambierebbe in caso di vittoria del sì. Volutamente, non ha però preso posizione “al fine di non influenzare gli elettori”.
“La storia di questa riforma inizia due anni fa – ha detto – Sei le deliberazioni complessive di Camera e Senato”. Il testo si prefigge “il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”. Tra le maggiori novità, il nuovo Senato quale “luogo di rappresentanza delle Regioni”. Sarebbe formato da 100 senatori (cinque nominati dal Presidente della Repubblica, 74 consiglieri regionali e 21 sindaci) “con immunità, ma senza indennità di carica”. Tale ramo del Parlamento avrebbe il compito di approvare solo alcune leggi (costituzionali, statuti speciali delle Regioni, relative alla ratifica di trattati Ue). “Al di là delle nostre idee che possiamo avere in merito – ha aggiunto Simonato – le domande che siamo chiamati a porci sono fondamentalmente due: che cittadini vogliamo essere? Per cosa siamo davvero disposti a spenderci?”. Provocazioni che hanno fatto riflettere, e faranno sicuramente riflettere nei prossimi giorni, il pubblico presente in sala.
Nessuno slogan, né per il sì né tanto meno per il no. “Solo” tanta voglia di partecipare alla vita della Res publica. La serata, in questo senso, ha centrato l’obiettivo. Da ultimo, va rilevato che il referendum costituzionale non prevede un quorum (50%+1) da superare.