Visita catacombe di San Sebastiano

Visita catacombe di San Sebastiano

Il complesso archeologico di San Sebastiano fuori le mura sorge nel tratto iniziale della Via Appia Antica. Il sito denominato “ad catacumbas” ossia “presso l’avvallamento” per la presenza di antiche cave di pozzolana e gallerie arenarie utilizzate fin dal I secolo d.C. per collocarvi sepolture a loculo. Secondo la tradizione, i cristiani nel III secolo d.C. vi trasferirono temporaneamente le spoglie di San Pietro e di San Paolo per proteggerle dalla ferocia dell’Imperatore Valeriano. In Epoca Costantiniana (IV secolo d.C.), per onorare quel luogo, si darà inizio alla costruzione della Basilica Apostolorum che solo successivamente sarà dedicata al martire Sebastiano. Nel corso del tempo la venerazione a San Sebastiano, martire-soldato al tempo di Diocleziano, sepolto nella catacomba, ha prevalso nella denominazione del cimitero e della basilica. 

“La terza Bretton Woods?” di Giovanni Scanagatta

In questi giorni si è parlato poco dell’abilità della Banca centrale russa nella gestione della politica monetaria.
 
Le mosse indovinate della Banca centrale russa sono sostanzialmente tre. La prima riguarda l’indicazione finale di pagare le fonti di energia esportate dalla Russia in rubli. La seconda è l’acquisto di significative quantità di oro da parte della Banca centrale utilizzando i dollari delle riserve valutarie. La terza è la decisione di fare fronte ad una rata di debito esterno in scadenza attraverso un pagamento in dollari. Queste tre decisioni, accompagnate da quella di un forte rialzo dei tassi di interesse, hanno fatto ritornare il cambio del rublo rispetto al dollaro tra i 70 e gli 80 rubli, dopo avere toccato il picco di 140. Per quanto riguarda il debito pubblico estero della Russia, va ricordato che questo è molto basso rispetto a tutti gli altri Paesi.
 
La decisione della Russia di fare pagare le proprie esportazioni in rubli va allargata ad altri Paesi con riferimento alla rispettiva moneta, a partire dalla Cina. Non va dimenticato che circa il 60% delle esportazioni russe sono rappresentate da fonti energetiche, l’11% da metalli e prodotti in metallo, l’8% da concimi per l’agricoltura e fosfati, il 7% da cereali.
 
Immaginiamo cosa succederebbe se la Cina obbligasse a pagare le proprie esportazioni nella propria moneta e, grazie ad accordi, questo Paese potesse pagare le proprie importazioni sempre nella propria moneta. Potrebbe essere l’inizio della dedollarizzazione, dopo anni di incontrastata sovranità monetaria mondiale del dollaro come mezzo intermediario degli scambi e riserva di valore.
 
Storicamente potrebbe aprirsi un mondo da terza Bretton Woods, dopo la prima del luglio 1944 con il predominio del dollaro convertibile in oro e la seconda che segue dopo la dichiarazione di inconvertibilità del dollaro in oro nel 1971. Si è passati pertanto pertanto dal gold exchange standard con cambi fissi al dollar standard con tassi di cambio variabili.
 
Non dimentichiamo che il crollo della prima Bretton Woods nel 1971 ha avuto importanti segni premonitori alcuni anni prima da parte della Francia di De Gaulle.  Infatti i problemi della sovranità monetaria internazionale del dollaro erano sorti con lo scontro tra la Francia e gli Stati Uniti nel 1965. De Gaulle, consigliato dall’economista francese J. Rueff, agì attraverso la Banca centrale della Francia cambiando i dollari delle riserve in oro. De Gaulle ne spiegò le ragioni in una conferenza stampa durante la quale sostenne che gli Stati Uniti d’America stavano manipolando a suo piacimento il sistema monetario mondiale e che il suo Paese, da quel momento, avrebbe fatto il possibile per emancipare i suoi scambi commerciali dal monopolio della moneta americana.
 
La nostra chiave di lettura degli avvenimenti degli ultimi mesi va molto al di là della triste guerra in Ucraina e crediamo si incontri molto bene con il titolo dell’ultimo numero della prestigiosa Rivista Limes: “La Russia cambia il mondo”.  
 
Giovanni Scanagatta
Professore di Politica economica e monetaria alla “Sapienza” di Roma

“Le quattro guerre della Russia” articolo di Giovanni Scanagatta

La Russia sta combattendo quattro guerre con il mondo: la guerra sul campo che ha scatenato contro l’Ucraina, la guerra delle sanzioni, quella dell’informazione, la guerra valutaria.
 
E’ certo che quella valutaria l’ha vinta finora la Russia con la richiesta di pagare in rubli il gas e il petrolio. Il rublo si è infatti apprezzato sul dollaro passando da 140 a 75-80 rubli per dollaro: un recupero di quasi la metà del suo potere d’acquisto rispetto alla moneta americana.
 
Questo recupero rallenta naturalmente l’inflazione importata, considerando che l’incidenza delle importazioni russe sul prodotto interno lordo è del 16%. L’effetto diretto è pertanto un minore impatto inflazionistico di circa il 10%.
 
La politica monetaria della Banca centrale russa ha inoltre puntato su acquisti ingenti di oro vendendo dollari delle sue riserve. Attualmente il prezzo dell’oro fino supera 1900 dollari per oncia. Questa politica contribuisce naturalmente a rafforzare il rublo rispetto al dollaro.
 
Anche il prezzo del petrolio si è collocato sopra i 100 dollari al barile, ed è nota la relazione inversa tra il prezzo del petrolio e il cambio del rublo rispetto al dollaro. Quando sale il prezzo del petrolio, tende ad apprezzarsi il cambio del rublo rispetto al dollaro e viceversa.
 
Va ricordata anche la politica monetaria della Banca centrale russa che ha spinto i tassi di interesse al 20%, determinando afflussi di capitali verso la Russia e un apprezzamento del tasso di cambio del rublo.
 
Si desidera infine accennare alla politica dei Paesi europei di alzare la spese militari fino al 2% del prodotto interno lordo. Se ci riferiamo alla Germania, alla Francia e all’Italia, si tratta di portare le spese per la difesa fino a 170 miliardi di euro, pari a quasi tre quarti del prodotto interno lordo dei cinquanta Paesi più poveri del mondo.
 
Il problema è che è segno di divisione tra i principali Paesi dell’Unione europea stabilire prima le risorse da destinare alla difesa e poi sottoscrivere eventualmente un Trattato per una comune politica estera e per una difesa europea comune.  
 
Infatti, come sta avvenendo, la Germania destina le risorse per la difesa alle industrie tedesche che operano nel settore degli armamenti, così come è avvenuto quando la Germania ha acquistato i vaccini contro il covid al di fuori degli accordi europei.
 
Non può esistere in questo modo una politica industriale comune in un settore delicato come quello degli armamenti, secondo un programma condiviso che coinvolga tutti i settori dei Paesi dell’Unione europea al fine di standardizzare i sistemi di difesa secondo precise scelte tecnologiche che possono avere importanti ricadute nei settori dell’economia civile.
 
Giovanni Scanagatta
Professore di Politica economica e monetaria alla “Sapienza” di Roma

28 Aprile 2022

Il Gruppo UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) del Lazio ed il CTS (Comitato Tecnico Scientifico) dell’UCID, organizzano la tradizionale cena di apertura dell’Anno Sociale 2022 per giovedì 28 aprile prossimo, alle ore 20:00 presso “Spazio 900”, Palazzo dell’Arte Antica, sito in Piazza Guglielmo Marconi, 26/B. 
 
Nell’occasione dopo l’introduzione del Senatore Riccardo Pedrizzi, Presidente Regionale dell’UCID Lazio e Presidente Nazionale del Comitato Tecnico Scientifico ed i saluti dell’On.le Gian Luca Galletti, Presidente Nazionale dell’UCID, interverranno: S. Em. Rev.ma il Cardinale, Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio, S.E.R. Mons. Paolo Selvadagi, Consulente ecclesiastico del Gruppo UCID Lazio, la Sen. Avv. Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato, l’On.le Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo Economico, l’On.le Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo, l’On.le Antonio Tajani, Coordinatore delle Commissioni del Parlamento Europeo, il Sen. Mauro Maria Marino, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, la Dott.ssa Maria Bianca Farina, Presidente dell’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), il Dott. Augusto dell’Erba, Presidente di Federcasse (Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali ed Artigiane), il Prof. Avv. Leonardo Patroni Griffi, Presidente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata.    
Tempio Maggiore e mostra dall Italia ad Auschwitz

Tempio Maggiore e mostra dall Italia ad Auschwitz

Accompagnati dal Presidente della Fondazione Museo della Shoah, Prof. Mario Venezia, visiteremo il Tempio Maggiore, la principale sinagoga di Roma. Seguirà la visita guidata della mostra “Dall’Italia ad Auschwitz inaugurata il 27 gennaio in occasione della Giornata della Memoria. La mostra si caratterizza per la presenza di considerevoli novità storiografiche ed espositive che saranno illustrate dal suo curatore, Prof. Marcello Pezzetti, uno dei massimi studiosi della Shoah. Al termine della visita ci troveremo presso la sede della Fondazione per un light cocktail.