Nell’Aula Magna del Seminario di Vercelli è stato presentato l’ultimo libro di Bartolomeo Sorge “La Traversata: la Chiesa dal Concilio Vaticano II a oggi” edito da Mondadori. Introdotti dalla Vicepresidente UCID di Vercelli Adriana Sala Breddo, a parlare insieme all’autore di una stagione cruciale per il cammino storico e spirituale della Chiesa sono stati Luigi Bobba, già Presidente nazionale delle ACLI, mons. Cristiano Bodo, Vicario generale dell’Arcidiocesi e Pier Giorgio Fossale, Assessore alla cultura del Comune. Le conclusioni sono state tratte da Luigi Omodei Zorini, Presidente UCID della Sezione di Vercelli.
Nell’epoca della globalizzazione e della secolarizzazione, la società è divenuta ormai irreversibilmente pluriculturale, plurietnica e plurireligiosa. Per agire da fermento, la Chiesa deve porsi in modo nuovo. Giunti al giro di boa dei cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, per evangelizzare un mondo profondamente cambiato, non resta che proseguire con coraggio la “traversata” lungo la “rotta” segnata chiaramente dal Concilio e dai suoi “traghettatori”
Padre Sorge nel suo nuovo libro attinge ai ricordi personali e delinea un intenso ritratto di alcune delle figure più carismatiche che hanno accompagnato la Chiesa e la nostra società nella transizione al terzo millennio. Tra i “traghettatori” incontrati da Sorge ricordiamo dagli ultimi Papi al cardinale Carlo Maria Martini fino a due personaggi che pagarono con la vita la loro testimonianza di amore evangelico e l’ideale per una società più giusta:l’arcivescovo di San Salvador Oscar Romero e il parroco del quartiere palermitano Brancaccio don Pino Puglisi.
Padre Bartolomeo Sorge è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1946 ed è stato ordinato sacerdote nel 1958. Ha vissuto questi anni che racconta nel suo libro anzitutto nei cosiddetti palazzi, dirigendo la rivista “La Civiltà cattolica” a diretto contatto con alcuni papi da Paolo VI a Giovanni Paolo II, senza dimenticare Papa Luciani, che l’aveva indicato come suo successore alla guida del Patriarcato di Venezia.
Ma è anche vissuto nelle strade della Sicilia tra la gente, negli anni delle stragi di mafia ed è stato uno dei protagonisti della “primavera di Palermo”. Per questo suo impegno ha dovuto vivere sotto scorta per diversi anni. Un periodo che ricorda nel suo libro anche attraverso la figura di Agostino Catalano, il suo capo scorta, uno di quei veri servitori dello Stato, assassinato con Paolo Borsellino nell’attentato mafioso di Via D’Amelio.