Si pubblicano le preghiere e le riflessioni che hanno accompagnato il nostro Anno Sociale.
Un ringraziamento particolare al Nostro Assistente Mons. Giuseppe Dal Ferro che ci ha permesso di conoscere meglio la Lettera di Giacomo il “Giusto” che ben si è integrata nel nostro cammino sociale incentrato su: LA CITTA’, AMBIENTE DA CONDIVIDERE.
Chi era Giacomo Il Giusto?
Nel Nuovo Testamento ci sono tre personaggi che portano il nome di Giacomo e che hanno giocato un ruolo importante nella Chiesa primitiva. Due di loro erano tra i Dodici Apostoli: Giacomo figlio di Zebedeo, fratello di Giovanni, uno dei discepoli più vicini a Gesù e il primo apostolo a morire martire (nell’anno 44 circa, confronta la descrizione in Atti 12), e Giacomo figlio di Alfeo. Ma c’e’ anche un Giacomo chiamato “fratello del Signore” che e’ stato il primo Vescovo di Gerusalemme (identificato come Giacomo il Giusto).
Il Nuovo Testamento non ci da’ dettagli sulla sua vita. Al tempo del Nuovo Testamento, il termine “fratello” era usato per indicare fratellastri e/o cugini (cf. Genesi 13,8). Sembrerebbe che Giacomo fosse uno di quelli vicini a Gesù, anche se all’inizio viene nominato come uno dei fratelli di Gesù che non credono in lui (cf. Marco 3,21; Giovanni 7,5). I fratelli sono menzionati per nome in un altro testo che parla della loro mancanza di fede (Marco 6,3; Matteo 13,55). La tradizione ci dice che Giacomo più tardi è diventato uno dei settanta apostoli inviati da Gesù a predicare (Luca 10,1).
Comunque, Giacomo e’ diventato una figura di spicco nella prima comunità dopo la risurrezione di Gesù. Paolo lo cita come uno di quelli che hanno visto il Cristo risorto (1 Corinti 15,7). Secondo una tradizione raccontata da San Girolamo, questa rivelazione e’ avvenuta a Gerusalemme quando Giacomo e’ salito alla Città Santa con i suoi fratelli per la festa di Pasqua. Luca racconta che i fratelli di Gesù, che prima non credevano, erano un cuore solo con Maria e gli apostoli dopo l’ascensione di Gesù al cielo (Atti 1,14). Secondo la stessa tradizione raccontata da Girolamo, al tempo dell’ascensione, il Signore affidò la guida della Chiesa di Gerusalemme a Giacomo mentre ha detto a Pietro e agli altri apostoli di essere suoi testimoni “a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (Atti 1,8). Una serie di eventi sono descritti nel Nuovo Testamento che illustrano l’autorità di Giacomo, un pilastro della prima comunità, dal 36 in poi (per esempio in Galati 1,18-19; Atti 12,17; e ancora Galati 2,9). Giacomo conclude il Consiglio di Gerusalemme con parole risolute sull’accoglienza dei Gentili credenti nella Chiesa di Cristo.
Secondo la tradizione questo “fratello del Signore” ha elaborato la Lettera di San Giacomo che era stata scritta nel 58 circa. In essa lo spirito del Vangelo si intreccia con la tradizione ebraica biblica e orale – una bella espressione della spiritualità Giudeo-cristiana della Chiesa di Gerusalemme.