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“La dignità nell’incontro tra culture diverse”

Occorre smarcarsi da qualsiasi tipo di pregiudizio per affrontare un argomento così alto e delicato: “La dignità nell’incontro tra culture diverse”. Che è anche il titolo del convegno, organizzato da Ucid Padova, tenutosi sabato 27 maggio al Centro giovanile Antonianum di Padova.

Nell’occasione sono intervenuti Amina Crisma, vicepreside della Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione dell’Università di Bologna, Enzo Pace, docente di Sociologia delle religioni all’Università di Padova e don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale della scuola. Ospite d’eccezione Marcello Girone Daloli, esperto di marketing e coordinatore del progetto Diga-emergenza Zimbabwe.

I relatori hanno fatto compiere un viaggio “virtuale” al pubblico presente, portandolo da una parte all’altra del Pianeta utilizzando immagini che hanno lasciato il segno. “Partiamo dal presupposto che dobbiamo sottrarci alla classica contrapposizione fra universalismo e particolarismo – ha detto la professoressa Crisma – In quanto uomini apparteniamo tutti alla stessa specie. Siamo chiamati a costruire un universale concreto, dove le differenze dialoghino fra di esse”. A sua detta nella cultura cinese “l’idea della dignità umana implica il coraggio morale, il dovere di rimostranza, la capacità di opporsi all’ingiustizia e quella di anteporre la giustizia alla propria vita”. La si coltiva in famiglia, (“sii cordiale con tutti, ma prediligi i migliori”), nelle responsabilità di governo e nelle relazioni fra maestri e discepoli. “L’obiettivo – ha aggiunto – è giungere ad una società armoniosa, al cui interno ognuno può esprimere i propri sentimenti, riconoscendo al tempo stesso la propria vulnerabilità”. Nella cultura islamica, ha spiegato il professor Pace, “un uomo perde la dignità allorché si dimentica di Dio e, più in particolare, della sua origine divina. Il Corano indica chiaramente che la salvezza di un individuo dipende dalla misericordia che Dio esercita verso di lui”. “Occorre osservare ciò che il Creatore ci comanda”. Anche se, ha proseguito, “secondo la tradizione musulmana Dio stesso ci lascia libertà di scelta. Col passare dei secoli il messaggio del Corano è diventato la fonte di un diritto giuridico che ha assunto dei fondamenti assoluti”. Questa, in ultima istanza, la chiave di lettura del cosiddetto integralismo islamico.

Che n’è, invece, del Cattolicesimo? A tal riguardo Don Celi ha esordito affermando che “oggi la società cristiana non esiste più. E’ dunque necessario andare a ripescare i fondamentali: Creazione, Alleanza e Redenzione. Intorno a questi tre concetti si sviluppa la dignità”. In pratica, è Dio che comunica all’uomo il suo essere: “Io sono colui che ti permette di essere”. Ed il fatto che “l’uomo è” rappresenta il punto essenziale della sua dignità. Lo si legge anche tra le righe del Salmo 8, 4-8: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna”. “Dio veste di gloria l’uomo – ha spiegato il presbitero – Ciò sostanzia la sua dignità”. Quel Dio che è sempre pronto a ridonargliela in quanto ha stretto un’Alleanza con lui, gli ha fatto una promessa”. “La Gloria di Dio è l’uomo vivente”, scrisse Sant’Ireneo di Lione.

Da segnalare la testimonianza portata da Girone Daloli: per anni ha lavorato come esperto marketing nelle più grandi multinazionali, oltre che nel mondo della televisione. Poi l’incontro con la realtà dello Zimbabwe e la conversione. “La pubblicità, così com’è impostata nella cultura Occidentale, ci condiziona eccome – ha precisato – L’unica soluzione per uscire fuori da questo meccanismo è mutare il nostro modo di pensare. Una nuova ridistribuzione delle risorse, finanche ad un nuovo sistema economico, è possibile”. Fra le prerogative, una maggior presa di coscienza del consumatore chiamato a compiere scelte e acquisti responsabili. Serve, naturalmente, la buona volontà di mettersi in gioco, oltre che “un superamento di pigrizia, indifferenza e superficialità”. La dignità passa pure attraverso “il libero scambio tra i popoli: culturale, di informazione e di merci e, infine, la solidarietà reciproca”.

Le conclusioni del convegno sono state affidate a don Marco Cagol, assistente di Ucid Padova: ha saputo abilmente sintetizzare in tre “focus” l’intera mattinata: “La Cina ci insegna l’importanza dell’universalismo: abbiamo bisogno di visioni di più ampio respiro in tutti gli ambiti della società. Secondo: agire sulla dignità. Le Istituzioni, a vario livello, sono i pilastri della terza parola chiave, cioè la conversione. Parlare di dignità non dev’essere solo un esercizio intellettuale. Bisogna, soprattutto ai giorni nostri, trovare il modo per concretizzare questo alto ideale”.

 

 

 

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