Carissimi, il Covid 19 ci ha messo e continua metterci a dura prova. E se siamo in difficoltà noi, provate ad immaginare come se la passano quelli che incontravamo prima ai semafori o agli angoli delle vie del centro che, con grande imbarazzo, tendevano la mano per qualche spicciolo. Sono visivamente spariti ma da qualche parte devono pur essere andati per sopravvivere in questi due mesi di coprifuoco. Ed ecco allora che si scopre l’esistenza di una rete che si prende cura dei più poveri fra i poveri, la cosiddetta marginalità dura. Una rete di solidarietà che non va mai, nel senso stretto del termine, in ferie e che in questi giorni difficili sta supplendo alle incongruenze a cui le nostre norme di convivenza talvolta ci espongono.
Di questa rete fanno parte tante iniziative di volontariato più o meno strutturate; ai link di cui sotto, il concetto di solidarietà come declinato nel quotidiano da Caritas diocesana raccontato dal suo direttore don Luca FACCO e dalle Cucine Popolari Economiche descritte dalla direttrice suor Albina Zandonà.
Un caro saluto
UCID/Pd- Il Presidente
Massimo D’ONOFRIO
#ChiAma: https://youtu.be/fkRvyyuSKtk
Indicazioni alle Caritas parrocchiali e Centri di Ascolto vicariali – https://youtu.be/uwpFKUiFP4g
Persone senza dimora: https://youtu.be/dG19bAQRRuQ
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Giusto qualche informazione di base su queste due istituzioni:
> Caritas Italiana: è un organismo pastorale della CEI, Conferenza Episcopale Italiana; è stata fondata nel 1971 lungo il papato di Paolo VI da don Giovanni NERVO, figura carismatica del cattolicesimo veneto; organizzata su base diocesana (oltre 200 sezioni), come mission ha la testimonianza della carità espressa con centri di accoglienza, centri di ascolto, osservatori della povertà in un’ottica di sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace con particolare attenzione agli ultimi.
> Cucine Economiche Popolari (CEP): fondate nel 1882 a seguito dell’alluvione del Polesine per sostenere le persone in difficoltà, sin dall’inizio e senza soluzione di continuità, la gestione è stata affidata alle suore Elisabettine; dal 2018 l’opera di carità ed accoglienza (pasti, docce, abiti, supporto sanitario,…) prosegue nell’ambito della Fondazione Nervo-Pasini costituita con l’intento di andare oltre la sola assistenza materiale mirando al reinserimento delle persone in situazione di grave marginalità. I volontari costituiscono un punto di riferimento storico e significativo.