Premessa
Alla luce di quanto sta accadendo in questa fase storica, non possiamo non tenere conto che il “covid-19” ha impattato in maniera clamorosa e palpabile sull’intero percorso di riflessione e di azione promosso e programmato per il 2020 e di conseguenza per il 2021 nell’ambito del CSV Padova e di Padova capitale europea del volontariato. Ciò può costituire, inaspettatamente e nostro malgrado, un laboratorio a “cielo aperto” sul senso di comunità che vogliamo promuovere nonché sulla capacità di resilienza e reattività del mondo del volontariato. Pensiamo, ad esempio a tutto il tema delle nuove povertà e delle nuove emarginazioni, la questione della rivalutazione e improvvisa fruizione delle nuove tecnologie nel mondo della scuola e nelle relazioni interpersonali, l’impatto delle restrizioni sul benessere psicofisico dei cittadini, sulla loro fruizione degli ambienti, sul godimento dei diritti, giusto per riportare solo alcuni dei temi più significativi.
A Padova, come in tutto il Paese, in tutta Europa e in tutto il mondo, la comunità ha fatto i conti con vecchie e nuove fragilità, contraddizioni e disuguaglianze, emerse con sempre maggiore evidenza e chiarezza agli occhi di tutti. Ci siamo così accorti di quanto siano importanti alcuni valori ed alcune azioni di solidarietà, di quanto sia fondamentale la capacità di collaborare e coordinarsi, di come faccia la differenza avere un tessuto sociale forte, coeso ed inclusivo. Il volontariato padovano, anche grazie alla cornice di Padova capitale europea del volontariato, ha svolto un ruolo decisivo sia nella formulazione delle modalità di gestione dell’emergenza, sia nella strutturazione rapida ed efficace di risposte a bisogni emersi con così tanta urgenza ed inderogabilità.
Esso l’ha saputo fare, in sinergia con le istituzioni, con il mondo produttivo, con gli Enti di Terzo Settore, con gli enti religiosi, con il mondo dell’istruzione; con precisione, responsabilità, oltre che con umanità e calore.
Come in ogni periodo post-traumatico (bellico, tellurico, economico, sanitario, sociale…) è e sarà necessario curare, riparare, rianimare e ricostruire. Decidendo, per l’appunto, laddove ristrutturare e laddove costruire ex-novo.
Un momento drammatico che è però anche occasione e opportunità per svincolarci e sconfinare, forse con maggiore coraggio e consapevolezza, da «ciò che era prima». Con questa premessa le domande di fondo che ci guidano sono: Come cambia il nostro agire volontario alla luce del nuovo mondo che «è» e «sarà»? E di conseguenza, quale capitale europea del volontariato può essere Padova da oggi e per il resto del 2020?
Questi due primi interrogativi ne portano altri da esplorare e su cui porre attenzione:
- Con quali scopi valoriali, solidali, culturali, sociali, politici, economici, relazionali… rinnovare senso e azioni verso la “comunità che verrà” che siamo chiamati a edificare?
- Con quale spirito e senso di responsabilità il volontariato può offrire il proprio contributo per trovare una risposta collettiva “assieme” alle altre componenti sociali sfruttando, nel miglior modo possibile, la sua presenza ibrida attraverso i milioni di volontari italiani attivi, nella vita quotidiana, in ogni sfera sociale?
- Qual è (quale può essere) il percorso del volontariato organizzato e quello dalla persona volontaria?
- Come ridefinire/rilanciare la componente fiducia essenziale per aggregarsi attorno a obiettivi-denominatori-scopi-responsabilità comuni e condivise?
- Quale ruolo politico-relazionale deve assumere il volontariato organizzato in ambito locale, regionale e nazionale?
- Quali progetti e iniziative, tra quelle precedentemente immaginate e altre che nasceranno, è opportuno proporre nei mesi a venire come CSV Padova e come Padova capitale europea del volontariato? Sulla base di queste premesse il CSV Padova insieme agli altri soggetti che fanno parte del comitato di Padova capitale europea del volontariato e alle associazioni intende proporre e mettere in discussione spunti, temi, proposte e iniziative che possono contribuire a questo «nuovo inizio» a partire dagli spunti che sono riportati qui e alla traccia di percorso indicata.
Spunti di riflessione
Si propongono alcune riflessioni riunite in parole chiave rispetto al presente e al futuro, in considerazione dei mutamenti avvenuti con il Coivd19.
ASSOCIAZIONI Questi ultimi due mesi ci hanno restituito l’urgenza di riporre, con sempre maggiore attenzione, il mondo associativo al centro della nostra riflessione. Le associazioni non possono essere viste esclusivamente come dei contenitori di attività ludico-ricreative o delle stampelle di un incompiuto welfare statale, bensì esse vengono ad essere, a maggior ragione oggi, una sorta di esemplificazione dei dettami della nostra Costituzione. Ricordare ciò significa riconoscere il patrimonio di valori etici, morali ed istituzionali cui esse adempiono nel loro agire quotidiano. CAMMINO Un nuovo modo di vedere e pensare il volontariato. Certamente l’oggi ha profondamente mutato le strutture abituali del pensare e dell’agire; da Padova (anche grazie all’azione di “Padova: noi ci siamo”) è iniziato un cammino diverso, più maturo, maggiormente impattante, anche per il cosiddetto “volontariato organizzato” che, necessariamente, vedrà aprire davanti a sé nuovi spazi di azione da interpretarsi con creatività e responsabilità. Il Csv, in tutto questo, potrà sempre più immaginarsi come una sorta di ponte tra il volontariato di oggi e quello di domani, sperimentando e innovando.
CORAGGIO Advocacy: dobbiamo avere il coraggio di guardare al futuro con nuovi schemi interpretativi, avere il coraggio di essere portavoce (e protagonisti) liberi di cambiamento nella transizione e nella trasformazione; abbiamo il dovere di relazionarci con le istituzioni immaginando una nuova ermeneutica dell’oggi e del domani. Creatività, coraggio, lungimiranza queste sono alcune “lenti” necessarie per vivere, lavorare ed incontrarsi nel mondo che verrà. Padova Capitale, con il coinvolgimento di tutti gli enti e le organizzazioni che ne condividono e ne sostengono le finalità, può e deve “caricarsi sulle spalle” questa necessità di cambiamento con la consapevolezza che “la norma” oggi non è più sufficiente per sentirsi appagati nell’adempimento del proprio dovere.
Muovendo da questa considerazione, il Csv è sempre più chiamato ad abbracciare macroprogetti in grado di generare cambiamento ed impatto sociale, anche, grazie al nuovo ruolo che una Padova Capitale del Volontariato ha assunto a livello nazionale e sovranazionale.
CURA “Avere cura e prendersi cura”: l’oggi diventi insegnamento per il domani; quando torneremo ad essere “inghiottiti” dalla quotidianità non possiamo/dobbiamo disperdere quel valore della prossimità, anche a distanza, che abbiamo e stiamo sperimentando in queste settimane (non dissipiamo l’inventiva di questo periodo in cui abbiamo provato a creare vicinanza sociale là dove regnava la distanza fisica). Tale “nuovo senso di Comunità” è un patrimonio che dobbiamo curare e conservare con grande accortezza. L’implementazione degli strumenti di comunicazione on demand è una necessità che, a tutti i livelli, dobbiamo sviluppare e mettere strutturalmente, sempre più, a disposizione del Terzo Settore. Una sorta di “rivoluzione tecnologica”, che ci aiuti ad accorciare le distanze, ma anche a narrare con convinzione quanto il volontariato sia costruttore di valori e di valore per le Comunità; questo può e deve essere un obiettivo da prefissarci con consapevolezza nel prossimo, ma imminente futuro (senza distogliere lo sguardo dalla necessità di un nuovo “ethos comunicativo”).
IMPEGNO La centralità del servizio alle persone (dalle persone) di questi mesi dovrà essere il focus dell’intero agire collettivo, anche e soprattutto da qui in avanti. L’emergenza ci ha insegnato il valore di “essere comunità”; tutto questo costituisce un patrimonio prezioso che non va disperso. Padova Capitale Europea del Volontariato, anche nella situazione emergenziale odierna, ci ha fatto cogliere, come non mai, l’impegno, la dedizione e la responsabilità delle fasce più giovani della cittadinanza cui va dedicato, imprescindibilmente, ascolto e attenzione. Sulla base di ciò vanno co-costruite azioni di sostegno e di partecipazione “alla cosa pubblica” durature ed efficaci nel tempo.
MEMORIA Fare “memoria”, non come mero ricordo, ma per ancorare con saggezza e lungimiranza il presente al futuro prossimo. C’è bisogno di immaginare la Storia come ad una sorta di linfa vitale su cui edificare il senso della Comunità di domani (anche mediante l’elaborazione di un “archivio della memoria del volontariato”).
associazioni cammino coraggio cura impegno memoria modello scelta ragione valore
MODELLO La Capitale Europea del Volontariato si propone quale modello di sostenibilità: sociale, economica ed ecologica (in ottica generativa). L’esperienza di questi mesi ha prodotto sul territorio un importante “valore sociale”, ma anche delle profonde ricadute economiche con il coinvolgimento delle istituzioni, delle fondazioni e del mondo “for profit” padovano, ma non solo. Un impegno sempre maggiore sarà e dovrà essere profuso per rendere sempre più sostenibile (tanto da un punto di vista ambientale, quanto sociale) la nostra azione. La Capitale, ed il nuovo welfare di comunità da essa generato, sia occasione di ripensamento degli stili di vita anche nell’ottica di una sempre più significativa riduzione dell’impronta ecologica prodotta dal nostro agire.
SCELTA In questi mesi siamo passati dalla teoria alla pratica in modo veloce, immediato, senza lasciar decantare contenuti che necessariamente avrebbero richiesto tempi maggiori di riflessione. Ricomprendere la grammatica del nostro agire è, probabilmente, il primo passo per orientarci nel “mondo che verrà” (e sarà). Come sempre accade è interessante partire dall’etimologia delle parole: crisi – dal lat. crisis, dal gr. krísis “scelta, decisione” – significa pertanto decidere, separare. Ne consegue che i periodi di crisi sono, anche, periodi di decisioni. Bisogna decidere da che parte stare e dove andare, la difficoltà maggiore in tal senso risiede nel fatto che durante un periodo di crisi la strada da seguire non è segnata, ma va individuata, scovata con fiuto, intelligenza e perseveranza. Un continuo pensare (teoria) e agire (pratica), agire e pensare: una sorta di thinking-doing che passa da una necessaria sperimentazione alla ricerca della necessaria innovazione.
RAGIONE Serve un volontariato delle idee (della ragione e del buonsenso) ed un volontariato della sperimentazione (per innovare) che sappia trovare il giusto modo e la giusta strada in cui può svolgersi la vita nella e con la Comunità. Una ricostituente collaborativa e co-partecipata.
VALORE Dobbiamo costruire sempre maggiori “reti narrative” con gli altri soggetti cittadini e con le altre esperienze esemplari presenti in tutto il Paese, riuscendo, anche, a quantificare ed elaborare numericamente il “peso” ed il valore del volontariato. Un volontariato che sempre più si faccia carico di assumere su di sé un ruolo politico a-partitico all’interno dei nostri territori. Il volontariato e le organizzazioni del Terzo Settore sono elemento fondamentale ed imprescindibile nella co-costruzione delle scelte decisive per una Comunità. In tutto questo va sostenuto, alimentato ed implementato il lavoro svolto con competenza, passione e partecipazione dai “7 tavoli di lavoro” di Padova Capitale.
Ambiti di approfondimento
Muovendo da quanto sopra, senza la pretesa di essere esaustivi, vengono elencati alcuni temi che, partendo dai macro ambiti dei 7 tavoli di elaborazione di Padova capitale europea del volontariato, possono essere “portanti” per la progettualità 2020 e seguente del mondo del volontariato padovano, comprese le sue relazioni nazionali ed europee:
- lavoro – cambiamento tempi e luoghi e conseguente cambiamento di tempi e luoghi per il volontariato, la socialità, smart working, lavori “essenziali…”;
- educazione – non formale, a distanza, ai media e con i media, rapporto genitori/ educatori; • socialità – distanziamento/vicinanza, utilizzo media, senso di vicinato…;
- politiche – ritrovare il ruolo di advocacy, non solo delle organizzazioni, quanto di quella fascia di popolazione a cui ciascuna organizzazione si rivolge;
- economia – locale/globale, redistribuzione, riscoperta tessuto produttivo territoriale…;
- disuguaglianze – alcune sono latenti, emergono solo in alcune condizioni, ma esistono sempre, anche fuori dalle emergenze. Molte sono emerse, non dimenticarle e lavorare per ridurre il gap;
- cittadinanza attiva – volontariato organizzato e volontariato spontaneo – quali nuove modalità e priorità per le associazioni, come intercettare il volontariato spontaneo, come far interagire questi due mondi;
- sinergie – come valorizzare le reti – dal locale all’ambito europeo per una co-progettazione e condivisione della programmazione, delle azioni.
Alla ricerca di nuove modalità operative
Prima ancora di costruire insieme possibili linee di lavoro, si condividono alcune parole chiave per individuare nuove modalità operative:
- condivisione (a partire dalle piccole cose, come stiamo sperimentando: connessioni, lievito, soldi, oggetti…);
- propagazione (invece di grandi eventi, pensare a piccoli eventi diffusi e partecipativi – vedi arcobaleni, balconi…);
- ibridazione (si possono pensare confini più labili tra lavoro e volontariato, tra presenza e virtualità, tra vicinanza e lontananza, tra profit e no profit…);
- creatività (le situazioni di crisi portano anche a sviluppare soluzioni creative. Un atteggiamento da coltivare nel tempo); • riconoscimento (imparare a riconoscere il valore di tutti i soggetti. Non i medici quando siamo in emergenza sanitaria, i vigili del fuoco nei terremoti, i volontari in tutte le situazioni di emergenza; gli eroi non sono di questo mondo);
- confini (tra Paesi, ma anche tra vicini, all’interno della famiglia, tra associazioni: quali/quanti confini? Quali reali e quali percepiti?);
- narrazioni alternative (il post-emergenza e post-crisi probabilmente è un buon momento per proporre nuove modalità di vedere le cose a livello di immaginario sociale collettivo, importante sfruttare il momento. Questo su più temi: dalla sanità all’immigrazione…).
Un percorso in divenire
Queste nuove modalità operative, che ci auguriamo possano entrare a far parte del “lessico” e dell’operatività di ciascuna organizzazione del Terzo Settore, troveranno nei prossimi mesi campi di sperimentazione e implementazione attraverso alcune prime azioni specifiche di cui il Centro Servizio Volontariato provinciale di Padova si farà promotore.
- spazi di confronto con tutti i soggetti coinvolti – associazioni, cooperative, istituzioni, realtà profit, … anche attraverso piattaforme di collaborazione e condivisione a distanza;
- raccolta di idee progettuali con modalità innovative per una co-progettazione, anche nell’ambito dei tavoli di lavoro di Padova capitale europea del volontariato;
- realizzazione di un prodotto editoriale multimediale per divenire, come insieme di organizzazioni del Terzo Settore padovane e grazie al coinvolgimento di “pensatori” del nostro tempo, opinion leader su alcune tematiche cruciali del durante e post emergenza e sulla fase di “ricostruzione”;
- percorso verso la stesura di una aggiornata carta dei valori del volontariato.
Un nuovo protagonismo
Questa nuova “stagione” necessita di un lavoro in sinergia tra tutti gli attori del territorio.
CSV di Padova
tavoli di lavoro di Padova capitale europea del volontariato
associazioni del territorio
CSVnet
CSV del Veneto
Centro Europeo del volontariato
altre capitali europee del volontariato
comitato padova capitale
istituzioni
imprese