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L’AZIONE PASTORALE IN AMBITO SOCIALE. Pillole settimanali della Dottrina Sociale della Chiesa

Ricevuto dalla Sezione UCID Marche, volentieri condividiamo le “Pillole settimanali della Dottrina Sociale della Chiesa”

 L’AZIONE PASTORALE IN AMBITO SOCIALE

 «Per la Chiesa il messaggio sociale del Vangelo

non deve essere considerato una teoria,

ma prima di tutto un fondamento

e una motivazione per l’azione»

(Centesimus annus, 57)

 

Il servizio alla cultura

(COMP 554)  La cultura deve costituire un campo privilegiato di presenza e di impegno per la Chiesa e per i singoli cristiani. Il distacco tra la fede cristiana e la vita quotidiana è giudicato dal Concilio Vaticano II come uno degli errori più gravi del nostro tempo. (Concilio Vaticano II,  Cost. past. Gaudium et spes, 43)  Lo smarrimento dell’orizzonte metafisico; la perdita della nostalgia di Dio nel narcisismo autoreferenziale e nella dovizia di mezzi di uno stile di vita consumistico; il primato assegnato alla tecnologia e alla ricerca scientifica fine a se stessa; l’enfatizzazione dell’apparire, della ricerca dell’immagine, delle tecniche di comunicazione: tutti questi fenomeni devono essere compresi nei loro aspetti culturali e messi in rapporto con il tema centrale della persona umana, della sua crescita integrale, della sua capacità di comunicazione e di relazione con gli altri uomini, del suo continuo interrogarsi sulle grandi questioni che attraversano l’esistenza. Si tenga presente che «la cultura è ciò per cui l’uomo diventa più uomo, “è” di più, accede di più all’“essere”». (Giovanni Paolo II, Discorso all’Unesco 2 giugno 1980, 7)

(COMP 555) Un particolare campo di impegno dei fedeli laici deve essere la coltivazione di una cultura sociale e politica ispirata al Vangelo. La storia recente ha mostrato la debolezza e il radicale
fallimento di prospettive culturali che sono state a lungo condivise e vincenti, in particolare a livello sociale e politico. In questo ambito, specialmente nei decenni posteriori alla Seconda Guerra
Mondiale, i cattolici, in diversi Paesi, hanno saputo sviluppare un impegno alto, che testimonia, oggi con evidenza sempre maggiore, la consistenza della loro ispirazione e del loro patrimonio di
valori. L’impegno sociale e politico dei cattolici, infatti, non è mai limitato alla sola trasformazione delle strutture, perché lo percorre alla base una cultura che accoglie e rende ragione delle istanze che derivano dalla fede e dalla morale, ponendole a fondamento e obiettivo di progettualità concrete. Quando questa consapevolezza viene meno, gli stessi cattolici si condannano alla diaspora culturale e rendono insufficienti e riduttive le loro proposte. Presentare in termini culturali aggiornati il patrimonio della Tradizione cattolica, i suoi valori, i suoi contenuti, l’intera eredità spirituale, intellettuale e morale del cattolicesimo è anche oggi l’urgenza prioritaria. La fede in Gesù Cristo, che ha definito se stesso «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6), spinge i cristiani a cimentarsi con impegno sempre rinnovato nella costruzione di cultura sociale e politica ispirata al Vangelo.  (Congregazione per la Dottrina Sociale della Fede, Nota Dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica 24 novembre 2002)

 (COMP 556)  La perfezione integrale della persona e il bene di tutta la società sono i fini essenziali della cultura: (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 59)  la dimensione etica della cultura è quindi una priorità nell’azione sociale e politica dei fedeli laici. La disattenzione verso tale dimensione trasforma facilmente la cultura in uno strumento di impoverimento dell’umanità. Una cultura può diventare sterile e avviarsi a decadenza, quando «si chiude in se stessa e cerca di perpetuare forme di vita invecchiate, rifiutando ogni scambio e confronto intorno alla verità dell’uomo». (Giovanni Paolo II, enc. Cenesimus annus, 50)  La formazione di una cultura capace di arricchire l’uomo richiede invece il coinvolgimento di tutta la persona, la quale vi esplica la sua creatività, la sua intelligenza, la sua conoscenza del mondo e degli uomini e vi investe, inoltre, la sua capacità di autodominio, di sacrificio personale, di solidarietà e di disponibilità a promuovere il bene comune.  (Giovanni Paolo II, Discorso all’Unesco 2 giugno 1980, 11)

 (COMP 557) L’impegno sociale e politico del fedele laico in ambito culturale assume oggi alcune direzioni precise. La prima è quella che cerca di garantire a ciascuno il diritto di tutti a una cultura umana e civile «conforme alla dignità della persona, senza discriminazione di razza, di sesso, di nazione, di religione o di condizione sociale».(Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 60) Tale diritto implica il diritto delle famiglie e delle persone ad una scuola libera e aperta; la libertà di accesso ai mezzi di comunicazione sociale, per la quale va evitata ogni forma di monopolio e di controllo ideologico; la libertà di ricerca, di divulgazione del pensiero, di dibattito e di confronto. Alla radice della povertà di tanti popoli ci sono anche varie forme di privazione culturale e di mancato riconoscimento dei diritti culturali. L’impegno per l’educazione e la formazione della persona costituisce da sempre la prima sollecitudine dell’azione sociale dei cristiani.

 (COMP 558)  La seconda sfida all’impegno del fedele laico riguarda il contenuto della cultura, ossia la verità. La questione della verità è essenziale per la cultura, perché permane «per ogni uomo il dovere di ritenere il concetto di persona umana integrale, nella quale eccellono i valori dell’intelligenza, della volontà, della coscienza e della fraternità».(Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 61) Una corretta antropologia è il criterio di illuminazione e di verifica per tutte le forme culturali storiche. L’impegno del cristiano in ambito culturale si oppone a tutte le visioni riduttive e ideologiche dell’uomo e della vita. Il dinamismo di apertura alla verità è garantito anzitutto dal fatto che «le culture delle diverse Nazioni sono, in fondo, altrettanti modi di affrontare la domanda circa il senso dell’esistenza personale».(Giovanni Paolo II, enc. Cenesimus annus, 24)

 LEGENDA

–          COMP – Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (2004)

–          C.V.   – Enciclica Caritas in Veritate (2009)

–          E.G.  –  Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (2013)

–          L.S.   –  Enciclica Laudato Sì (2015)

Testi di riferimento:

–  Redemptoris missio 11 AAS 83 – Giovanni Paolo II

–  Centesimus annus 5  AAS 83 – Giovanni Paolo II

–  Gaudium et spes 22 AAS 58 – Concilio Vaticano II

–  Christifideles laici, 35 AAS 81 – Giovanni Paolo II

Per approfondimenti:

Compendio dottrina sociale della Chiesa:

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20060526_compendio-dott-soc_it.html

Laudato sii: http://www.vatican.va/content/dam/francesco/pdf/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si_it.pdf

Evangelii Gaudium : http://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html

Caritas in veritate: http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20090629_caritas-in-veritate.html

 

 

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