Ultimo incontro formativo sull’Europa
ELEZIONI EUROPEE. E ORA?
Venerdì 21 giugno 2024 – ore 21.00
Civitas Vitae OIC Mandria, Via Toblino 53 (PD)
Intervento del prof. PAOLO FELTRIN, Politologo
Introduce: MASSIMO D’ONOFRIO, Presidente UCID Padova
INCONTRO APERTO AL PUBBLICO
COMUNICATO STAMPA
Padova, 18 giugno 2024. «Queste sono state elezioni che hanno marcato il tempo» –. Ne è convinto il Presidente UCID Padova Massimo D’Onofrio nel presentare l’ultimo incontro del ciclo dedicato all’Europa in vista delle recenti elezioni che svelano scenari tutt’altro che rassicuranti.
Già con i precedenti incontri UCID Padova aveva cercato di tratteggiare i possibili scenari, ai quali il costituendo Parlamento Europeo avrebbe dovuto ancorarsi per reggere una situazione geopolitica difficile.
«Abbiamo parlato di economia, di tutela dei diritti e di difesa europea, caldeggiando l’importanza di un voto consapevole, in particolare rivolgendoci ai giovani cercando di fare capire loro l’importanza di esercitare un dovere che è prima di tutto un diritto civico – prosegue D’Onofrio –. E grazie alla collaborazione con la FUCI Padova in effetti molti giovani ci hanno seguito presenziando agli incontri dell’iter proposto. Ma le recenti elezioni hanno evidenziato problematiche in alcuni stati esteri – primo tra tutti la Francia – che inevitabilmente si ripercuoteranno anche sul nostro Paese, sia dal punto di vista economico che sociale e politico. Per questo abbiamo ritenuto opportuno organizzare un ultimo incontro con un politologo che già è stato nostro ospite, il professor Paolo Feltrin, affinché ci aiuti a tirare le fila di una situazione che deve essere compresa e affrontata.»
«Al di là della campagna elettorale, condotta in ogni paese (come sempre) solo sui temi di politica interna- commenta il Prof. Paolo Feltrin relatore dell’incontro – non c’è dubbio che nella storia delle elezioni europee, a partire dal 1979 ad oggi, mai come in questo 2024 esse hanno avuto tanta risonanza (prima del voto), come pure tanta attenzione alle conseguenze politiche (dopo il voto). Almeno due sono le spiegazioni: in primo luogo, tutti, anche i più distratti, avvertono l’importanza delle sfide prossime venture che l’Europa deve affrontare, dalla guerra in Ucraina alle conseguenze economiche della rivoluzione digitale, dal Green deal al problema dei dazi verso la Cina e i paesi dell’Estremo Oriente; in secondo luogo, non è chiaro chi e come deve guidare l’Ue, visti i problemi interni ai paesi più importanti dell’Unione, come nel caso della Francia e della Germania.»
«Contrariamente a quanto molti pensano – prosegue Feltrin – le elezioni servono; non sono solo un rito, e neppure possono essere surrogate da sondaggi, social, followers su internet, e così via. Servono perché, nonostante i molti difetti, sono l’unica misura affidabile del consenso popolare. E servono tanto all’interno di ogni paese, quanto a livello europeo. Basta guardare alla Francia dove il presidente Macron, in seguito alla batosta elettorale, ha già sciolto il Parlamento nazionale il 10 giugno e ha indetto le elezioni il 30 giugno, solo 20 giorni dopo (come facciano a organizzare il tutto in così poco tempo andrebbe spiegato alla nostra burocrazia ministeriale). Oppure basta guardare alla Germania, dove il crollo della Spd (13,9%) e l’avanzata della Afd (15,9%) pone una seria ipoteca sul futuro della coalizione tra socialdemocratici, verdi e liberali.
Di qui anche una previsione di grande difficoltà dell’Unione europea nei prossimi anni. È infatti un’Europa molto diversa dal passato quella che esce degli scrutini delle elezioni per il Parlamento Europeo. In primo luogo, l’asse tra popolari e socialisti che ha governato l’Europa dal 1979 ad oggi appare in fortissima difficoltà, anche se grazie ai liberali ha comunque la maggioranza nel parlamento europeo. A fine secolo scorso, nel 1999, la somma dei seggi dei due grandi partiti storici (Ppe e S&D) era pari al 66%, oggi è scesa al 44%, 22 punti in meno, in larghissima parte conquistati dai conservatori e dal multiforme arcipelago delle destre. Certo – conclude Paolo Feltrin – non è in discussione, come si è detto, la tradizionale formula di governo della UE quanto piuttosto la sua effettiva capacità di agire sui dossier più critici. Di solito, nel secolo scorso, quando l’Europa era silente, a guidare le scelte continentali sono stati gli Stati Uniti, in particolare attraverso la Nato, l’Ocse, e i mille tavoli bilaterali e multilaterali. Che vinca Biden o che vinca Trump, sarà ancora così anche domani?»
Anche questo incontro, come tutti quelli organizzati dalla sezione UCID di Padova, è aperto al pubblico e a chiunque desideri informarsi. Un’occasione per cogliere spunti così da cercare di capire che tipo di Europa ci attenda.
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