Categorized | Attualità

RIFLESSIONI SULL’EUROPA CHE CI ATTENDE di Massimo D’Onofrio, Presidente UCID Padova

 

RIFLESSIONI SULL’EUROPA CHE CI ATTENDE

In occasione del prossimo convegno di apertura dell’Anno sociale UCID Padova sul tema EUROPA COMUNITÀ SOLIDALE.  La responsabilità di contribuire ad un mondo più umano e giusto in programma per sabato 2 marzo 2024 alla Fondazione Lanza di Padova, alcune riflessioni del Presidente della Sezione Massimo D’Onofrio sullo scenario che si prospetta alla luce delle prossime elezioni europee di giugno.

 

Perché è importante l’Europa, cosa ci attendiamo dai prossimi eletti?

Il tema è importante e strategico. Proprio in vista di questo appuntamento UCID Padova ha programmato una serie di incontri dedicati all’Europa e alle responsabilità che attendono il nuovo Parlamento Europeo.

Nelle ultime settimane ho collezionato il punto di vista di illustri commentatori di varia estrazione culturale e politica e ho rilevato che tutti convergono in maniera molto singolare circa il futuro dell’Europa. Cosa dicono questi esperti? Il mondo è alla vigilia di un cambiamento epocale; il futuro dell’Europa è solo in parte in mano al Vecchio Continente e lo si può declinare solo interpolando quello di Cina e Stati Uniti in una triangolazione asimmetrica.

Mario Draghi all’Eurofin il 24 febbraio scorso ha affermato: «Negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti profondi nell’ ordine economico globale… L’ordine in cui l’Europa ha prosperato è scosso…poteva contare sull’energia russa, sulle esportazioni cinesi e sulla difesa degli Stati Uniti. Questi tre pilastri oggi sono meno solidi».

Mentre il resto del mondo evolveva verso nuovi equilibri, l’Europa avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa in più per partecipare da protagonista: meno burocrazia e più politica; ad esempio, una politica estera e difesa comuni. Ma ha preferito mantenere il focus sugli interessi economici che hanno motivato l’adesione di altri Paesi a matrice politico/culturale diversa e che fanno resistenza su ogni altro obiettivo più ambizioso e che prevede arretramento nella sovranità. A Strasburgo, 12 gennaio 1951, De Gasperi, che evidentemente temeva una deriva minimalista: “Se noi costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore vivificata da un organismo centrale, nel quale le volontà nazionali si incontrino, si precisino e si animino in una sintesi superiore, rischieremo che questa attività europea appaia, al confronto della vitalità nazionale particolare, senza calore, senza vita ideale. Potrebbe anche apparire ad un certo momento una sovrastruttura superflua e forse anche oppressiva quale appare in certi periodi del suo declino il Sacro Romano Impero.”

Cosa attende l’Europa a 27?

L’Europa dovrà rincorrere il tempo perduto nel darsi una personalità politica significativa. Stante il quadro di cui sopra come elettori alle prossime europee ci saremmo aspettati di leggere dei programmi politici coerenti con i tempi. Al momento però ci sembra di cogliere un tattico attendismo; insomma, come una partita di poker: prima vedo le carte (risultati alle elezioni) e poi decido la posta (programma e schieramento). Va bene anche così, purché una volta eletto il nuovo Parlamento sia cosciente ed all’altezza delle sfide non proprie ordinarie che dovrà assumersi.

 

Leave a Reply