UCID Roma progetto Banca dello Sport – Insieme per il talento di Sofia

UCID Roma progetto Banca dello Sport – Insieme per il talento di Sofia

UCID Roma progetto Banca dello Sport – Insieme per il talento di Sofia – Grazie per aver reso possibile un sogno.

Gentilissimi Soci,

grazie alla Vostra generosità, la raccolta fondi di Natale 2024 di UCID Roma in favore del progetto Banca dello Sport, ideato dalla Fondazione Banca delle Visite ETS, iniziativa promossa dal Gruppo Giovani dedicata a promuovere e favorire la pratica sportiva nelle periferie allo scopo di contrastare situazioni di fragilità e disagio giovanile, ha raggiunto la somma di 650 euro, permettendoci di sostenere concretamente il sogno di una giovane atleta, nell’ambito dell’iniziativa “Giovani Talenti” di Banca dello Sport.

S.N. è una ragazza che vive nel quadrante Roma Sud-Est, ama lo sport e ha sempre dimostrato determinazione e talento straordinari, pur nelle difficoltà. Ha già raggiunto ottimi risultati da giovane promessa del tennis qual è.

Questa estate ha la possibilità di seguire un corso agonistico intensivo di tennis, aggiuntivo alla normale attività. Questo tipo di preparazione ha però costi elevati.

Grazie al vostro contributo, potremo sostenere il suo corso intensivo di tennis, un’opportunità preziosa per continuare la sua crescita sportiva e alimentare il suo sogno.

Questo gesto è molto più di una donazione: è un segno tangibile di fiducia, di speranza e di sostegno concreto verso chi ha il talento, ma non sempre le possibilità per coltivarlo.

Una dimostrazione concreta di quanto la solidarietà possa cambiare il destino di una persona.

Oggi, grazie a Voi e a Banca dello Sport, non è sola ad inseguire il suo sogno: crediamo in lei e per questo abbiamo deciso di sostenerla insieme per scrivere una pagina di sport che parla di generosità e condivisione.

Vi siamo profondamente grati per aver accolto e sostenuto questo progetto. Vi terremo aggiornati sui suoi progressi e sulle tappe che percorrerà nel suo cammino sportivo, per continuare a sostenerla magari anche in futuro, così come anche decidere di sostenere altri bambini e ragazzi meritevoli, per una società più sana, solidale e partecipe.

Grazie per aver creduto nel progetto Banca dello Sport come strumento di crescita e inclusione.

        Giorgio Gulienetti                                                              Saverio D’Addato
Presidente UCID Sezione di Roma                  Presidente Giovani UCID Sezione di Roma

 

Convegno “OLTRE LO SCHERMO: DALLA CONNESSIONE VIRTUALE ALL’ADESCAMENTO REALE” – Lunedì 9 giugno 2025

Convegno “OLTRE LO SCHERMO: DALLA CONNESSIONE VIRTUALE ALL’ADESCAMENTO REALE” – Lunedì 9 giugno 2025

Lunedì 9 Giugno 2025 ore 17.30 presso la Sala Conferenze del Pontificio Seminario Romano Maggiore, Piazza San Giovanni in Laterano.

Non si tratta di vietare, ma di proteggere, di educare, di responsabilizzare tutti.”

Con queste parole si è aperto “Oltre lo Schermo: dalla connessione virtuale all’adescamento reale”, il primo incontro promosso dalla Commissione Innovazione e dal Movimento Donne UCID Roma, nato per affrontare insieme i rischi e le opportunità del digitale.

Non per demonizzare, ma per costruire soluzioni. Non per censurare, ma per educare, proteggere e responsabilizzare.

Piattaforme, famiglie, scuole e istituzioni: ognuno ha un ruolo in questo patto etico digitale.

Grazie a chi ha partecipato con intelligenza, esperienza e cuore.

Il dialogo è aperto. Il lavoro è appena iniziato.

Ringraziamo la Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, On. Eugenia Roccella per il messaggio di saluto e, per il prezioso contributo, gli autorevoli relatori: Costanza Andreini, Public Policy Manager Italy & Greece, Meta; Emma Ciccarelli, Consiglio direttivo Forum delle Associazioni Familiari; Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica; Maura Gentili, Dirigente Gabinetto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy e Don Alfredo Tedesco, Direttore Pastorale Giovanile Diocesi di Roma.

Convegno “ECOSISTEMA LAZIO – ISTITUZIONI E FINANZA A SERVIZIO DELLO SVILUPPO” – Mercoledì 28 maggio 2025

Convegno “ECOSISTEMA LAZIO – ISTITUZIONI E FINANZA A SERVIZIO DELLO SVILUPPO” – Mercoledì 28 maggio 2025

Grazie a tutti i Soci e Amici che hanno partecipato al convegno organizzato dal Socio Valerio Rositani, Coordinatore della Commissione Innovazione UCID Roma.

ECOSISTEMA LAZIO
ISTITUZIONI E FINANZA A SERVIZIO DELLO SVILUPPO
Fare squadra per sostenere la crescita delle imprese del territorio

Mercoledì 28 maggio 2025 ore 17.30

EUR S.p.A. – Sala Quaroni
Largo Virgilio Testa, 23 (ingresso Via Ciro il Grande,16)

Saluti di benvenuto
Giorgio GULIENETTI, Presidente UCID Roma

Introduce
Valerio ROSITANI, Coordinatore Commissione Innovazione UCID Roma

Apertura
Roberta ANGELILLI, Vicepresidente e Assessore Sviluppo Economico Regione Lazio

Intervengono
Francesco MINOTTI, Amministratore Delegato Mediocredito Centrale
Francesco MARCOLINI, Presidente Lazio Innova

Modera
Marco ITALIANO, Esperto di Relazioni Istituzionali, Video Backlight

 

“Per una nuova stagione dei rapporti con la Russia” a cura di Giovanni Scanagatta e Stefano Sylos Labini

PER UNA NUOVA STAGIONE DEI RAPPORTI CON LA RUSSIA

Giovanni Scanagatta* Stefano Sylos Labini**

Recentemente, il Commissario europeo per l’Energia, Dan Jorgensen, ha affermato che l’Unione europea non intende riprendere le importazioni di gas russo dopo un potenziale accordo di pace tra Ucraina e Russia. Bruxelles impedirà ai Paesi membri di firmare nuovi contratti di fornitura con Gazprom, cercando al contempo un modo per farli uscire dai contratti esistenti senza dover pagare penali per la violazione degli stessi.

Nonostante i giudizi molto negativi dell’Unione europea, la Russia è ancora il secondo maggiore fornitore di gas dell’Unione, mentre l’Italia – secondo i dati forniti dall’osservatorio energetico britannico Ember – nel 2024 ha triplicato l’importazione di gas dalla Russia rispetto all’anno precedente, passando da 2,1 a 6,2 miliardi di metri cubi. È stato di gran lunga l’incremento più consistente all’interno dell’Unione europea, dove la crescita ha raggiunto il 18 per cento rispetto al 2023 (da 38 miliardi a 45 miliardi di metri cubi). Inoltre alcuni paesi europei come Ungheria e Slovacchia sono fortemente contrari all’interruzione delle importazioni di gas russo per motivi di costi e di sicurezza energetica.

L’idea di azzerare le importazioni di gas russo è sorprendente perché siamo convinti che il raggiungimento di un nuovo ordine politico ed economico mondiale non può prescindere da un ristabilimento dei rapporti economici tra l’Unione europea e la Russia. La storia conferma ampiamente questa visione perché quando l’Europa ha provato ad isolare la Russia, la prima a rimetterci è stata l’Europa. Non dimentichiamo poi che l’Italia ha sempre avuto ottimi rapporti economici con la Russia.

Lo stesso Presidente Trump sembra spingere per un ristabilimento dei rapporti economici tra la Russia e l’Unione europea, con l’obiettivo di creare condizioni favorevoli per una trattativa di pace tra la Russia e l’Ucraina.

Sul piano economico, l’Unione europea e soprattutto l’Italia, realizzerebbero notevoli risparmi se ripristinassero le importazioni di energia dalla Russia ai livelli esistenti prima della guerra in Ucraina. Nel 2021, l’Unione europea importava dalla Russia circa il 45% del suo consumo di gas. Con l’interruzione delle forniture russe, l’Ue ha dovuto affrontare un aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità a causa delle maggiori spese per l’acquisto da altri fornitori. L’Italia è stata particolarmente colpita dal nuovo scenario registrando un’impennata dei prezzi finali dell’energia che ha messo in gravi difficoltà le famiglie e il sistema industriale. Ripristinando gli acquisti di gas russo si potrebbero ridurre significativamente questi costi, accrescendo la competitività delle imprese e il potere d’acquisto delle famiglie.

Per quanto riguarda la Russia, la sua economia è stata colpita duramente dalla perdita di gran parte del mercato europeo del gas. Attualmente il combustibile di Mosca soddisfa il 19% della domanda europea, in calo di oltre la metà rispetto al periodo precedente alla guerra. Le esportazioni di gas verso l’Europa sono costituite principalmente dal gas naturale liquefatto via mare e dal gas trasportato attraverso la Turchia lungo il gasdotto TurkStream.

La Turchia importa molto gas russo: ne utilizza una parte in patria ed esporta il resto verso l’Europa sud-orientale. Ankara ha in programma di diventare un importante hub regionale di gas naturale, sia attraverso le importazioni dalla Russia e dall’Asia centrale, sia attraverso l’esplorazione e la produzione locali. Il governo turco ha anche reso pubblici i piani per sostituire sostanzialmente l’Ucraina come via di transito tra i giacimenti di gas russo e i consumatori europei. Per questo Bruxelles, pur volendo liberarsi definitivamente dall’energia russa, non può impedire che la Turchia si trasformi in un hub del gas, con grandi quantitativi provenienti da Mosca.

In questo quadro, l’Unione europea dovrebbe impegnarsi per favorire i negoziati volti a concludere il disastroso conflitto in Ucraina e dovrebbe riprendere ad acquistare gas e petrolio russo, passo fondamentale per dare sollievo a famiglie e imprese che sono state messe a dura prova dall’aumento dei prezzi dell’energia negli ultimi tre anni. Una tale strategia presuppone un cambio radicale del modo di pensare della classe politica europea che non deve più considerare la Federazione Russa come un pericoloso nemico pronto a far scoppiare nuove guerre bensì come un partner economico e commerciale che può garantire una nuova stagione di pace e di prosperità.

*Professore di Politica economica e monetaria all’Università di Roma “La Sapienza”

**Gruppo Moneta Fiscale

 

“Piccole Imprese e grandi Reti nell’era dell’Intelligenza Artificiale: il modello italiano tra resilienza e innovazione” a cura di Giovanni Scanagatta

PICCOLE IMPRESE E GRANDI RETI NELL’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MODELLO ITALIANO TRA RESILIENZA E INNOVAZIONE

Giovanni Scanagatta*

Nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale (IA), le modalità organizzative e produttive stanno attraversando una trasformazione profonda. In questo contesto, il modello italiano delle piccole imprese collegate in reti flessibili si presenta non solo come un’alternativa al paradigma dominante delle grandi imprese integrate, ma in alcuni casi come un modello potenzialmente più adatto ad affrontare le sfide del nuovo scenario tecnologico.

  1. Il modello italiano: radici e caratteristiche

Il tessuto imprenditoriale italiano è storicamente composto da una miriade di piccole e medie imprese (PMI), spesso a conduzione familiare, che operano in distretti industriali e reti territoriali. Questo modello ha mostrato nel tempo una straordinaria capacità di adattamento, innovazione incrementale e specializzazione verticale.

Le reti di imprese italiane si basano su una logica collaborativa: le aziende condividono conoscenza, competenze, commesse e, sempre più spesso, anche tecnologie. Questa struttura decentralizzata permette un alto grado di flessibilità, velocità di risposta ai cambiamenti di mercato e capacità di personalizzazione dei prodotti.

  1. Il confronto con il modello delle grandi imprese integrate

Il modello delle grandi imprese integrate, tipico di economie come quella tedesca, americana o cinese, si fonda su un’elevata centralizzazione, economie di scala, controllo diretto sull’intera filiera produttiva e investimenti massicci in R&D e infrastrutture.

Questo modello è particolarmente efficace nei settori ad alta intensità di capitale e nelle industrie tecnologiche, dove le dimensioni permettono di sfruttare al massimo l’automazione, l’intelligenza artificiale e la raccolta su larga scala di dati. Tuttavia, risulta spesso meno agile e meno adattabile in contesti ad alta variabilità o nei mercati di nicchia.

  1. L’IA come leva per le reti di PMI

L’avvento dell’IA può rappresentare un punto di svolta per le reti di PMI italiane. Ecco alcune potenzialità:

  1. Automazione intelligente su scala ridotta: Grazie all’accessibilità crescente di soluzioni IA as-a-service, anche le PMI possono automatizzare processi, ottimizzare la logistica, prevedere la domanda e migliorare la gestione delle risorse senza dover sostenere investimenti proibitivi.
  2. Personalizzazione e flessibilità: L’IA consente una produzione sempre più su misura. Le PMI, già strutturate per lavorare su commesse personalizzate, possono integrare sistemi IA per analizzare i bisogni dei clienti, adattare i prodotti e rendere più efficiente la produzione just-in-time.
  3. Intelligenza collettiva: Le reti di PMI possono utilizzare piattaforme IA condivise per scambiare dati, coordinare le attività e prendere decisioni in modo più efficiente, trasformando la frammentazione in una risorsa.
  4. Innovazione distribuita: Le tecnologie IA generative (come il design assistito, il machine learning applicato alla progettazione e l’analisi predittiva) possono stimolare l’innovazione diffusa in tutto il network, rafforzando la competitività delle singole imprese e del sistema nel suo complesso.
  5. Riduzione del digital divide: Le policy europee e italiane stanno puntando su programmi di digitalizzazione (come il PNRR), che offrono alle PMI l’accesso a competenze, tecnologie e infrastrutture digitali, riducendo il gap con le grandi imprese.

    4. Criticità e sfide

Tuttavia, il modello italiano presenta anche vulnerabilità da affrontare:

  • Frammentazione e governance debole: Le reti di PMI spesso mancano di una regia strategica e di strumenti solidi di coordinamento.
  • Capacità di investimento limitata: L’adozione dell’IA richiede competenze e risorse che molte PMI faticano ancora ad acquisire.
  • Formazione e cultura digitale: Il capitale umano deve essere aggiornato, superando il ritardo culturale e formativo in ambito tecnologico.
  1. Conclusioni

L’era dell’Intelligenza Artificiale non decreta la fine del modello delle piccole imprese: al contrario, lo trasforma in una potenziale risorsa strategica. Se sostenuto da un a politica industriale mirata, investimenti in formazione e infrastrutture digitali, il modello italiano delle piccole imprese in rete può rappresentare una forma avanzata di resilienza e innovazione diffusa.

In un contesto in cui la personalizzazione, l’agilità e la sostenibilità diventano sempre più centrali, le grandi reti di piccole imprese possono non solo coesistere con le grandi multinazionali integrate, ma anche anticiparne i bisogni, offrendo soluzioni su misura in tempo reale. L’intelligenza artificiale, lungi dall’essere una minaccia per le PMI, può diventare l’elemento catalizzatore di un nuovo Rinascimento industriale italiano.

 *Professore di Politica economica e monetaria all’Università di Roma “La Sapienza”