Masterclass AI for Good “Etica dell’Intelligenza Artificiale: sfide, regolamentazione e principi per uno sviluppo responsabile” – Evento disponibile online previa iscrizione – Giovedì 27 febbraio 2025

Masterclass AI for Good “Etica dell’Intelligenza Artificiale: sfide, regolamentazione e principi per uno sviluppo responsabile” – Evento disponibile online previa iscrizione – Giovedì 27 febbraio 2025

Si è conclusa con successo la Masterclass sull’Intelligenza Artificiale organizzata dalla Sezione di Roma dell’UCID in collaborazione con Arkage, promossa dal Movimento Donne con il patrocinio di #InclusioneDonna.

Due incontri intensi, ospitati presso l’HQ Arkage a Trastevere (Vicolo della Frusta 8/9, Roma), che ci hanno permesso di esplorare il potenziale, le sfide e le implicazioni etiche dell’IA generativa:

🔹 30 gennaio | Storia e sviluppo dell’IA: dai primi passi di Alan Turing agli scenari di oggi.
🔹 27 febbraio | Etica e responsabilità nell’uso dell’IA: tra regolamentazione, rischi e opportunità per un futuro sostenibile.

Guidati dagli esperti Arkage , Andrea Ciulu e Pasquale Borriello, abbiamo riflettuto su come l’IA non sia solo una tecnologia, ma una vera e propria rivoluzione culturale.

L’intelligenza Artificiale deve essere guidata con consapevolezza ed etica, affinché sia davvero al servizio dell’uomo.” Pasquale Borriello, Ceo Arkage.

Ringraziamo tutti i partecipanti per il coinvolgimento e il dibattito stimolante.

“La bassa crescita delle imprese italiane rispetto alle imprese americane” a cura di Giovanni Scanagatta

LA BASSA CRESCITA DELLE IMPRESE ITALIANE RISPETTO ALLE IMPRESE AMERICANE

Giovanni Scanagatta*

Ci sono diversi metodi per misurare la crescita delle imprese e qui viene proposto il metodo delle quotazioni di borsa. Secondo tale metodo, il rapporto tra prezzo delle azioni e utili per azione è uguale al reciproco del tasso di interesse reale meno il tasso di crescita atteso dell’impresa, al netto della variabilità di questo tasso. Il secondo termine va poi moltiplicato per il rapporto tra dividendi e utili.

Il metodo presenta alcuni problemi connessi alla variabilità del prezzo delle azioni sul mercato di borsa e alla politica dei dividendi da parte delle imprese. In relazione alla politica dei dividendi, l’impresa dovrebbe mandare segnali “corretti” al mercato con una relazione equilibrata tra gli stessi e la redditività dell’impresa. Perché, al limite, l’impresa potrebbe essere in perdita e distribuire ugualmente dividendi attraverso l’indebitamento.

Sul tema della distribuzione dei dividendi è interessante ricordare la diatriba tra H. Ford e il fratelli Dodge all’inizio del novecento con l’avvio della motorizzazione diffusa. I fratelli Dodge, che avevano investito capitali nella società automobilistica, avevano fatto causa a Ford perché distribuiva scarsi utili agli azionisti. Ford giustificava questa politica affermando che era importante remunerare adeguatamente i dipendenti per consentire loro l’acquisto delle automobili fabbricate dalla Ford, piuttosto che distribuire lauti dividendi agli azionisti. Ford perse la causa e questo fa capire l’orientamento del capitalismo americano di quell’epoca. Emerge qui l’importanza della domanda effettiva keynesiana per raggiungere un livello di produzione compatibile cn una bassa disoccupazione. In questo modo viene rovesciata la teoria degli sbocchi di Say: non è l’offerta che crea la propria domanda ma l’inverso.

Ci si propone ora di confrontare la crescita attesa di tre imprese americane con tre italiane utilizzando il metodo delle quotazioni di borsa. Le imprese americane sono Apple, Starbucks e Nike; quelle italiane sono Enel, Eni e Leonardo.

Apple ha un rapporto prezzo delle azioni/utili di 39 (18/02/2025), un prezzo delle azioni di 241 dollari e una capitalizzazione di borsa di 3674 miliardi. Colpisce la capitalizzazione di borsa di Apple, pari al 50% in più del prodotto interno lordo italiano. In questo caso, il rendimento istantaneo delle azioni Apple è del 2,6%, naturalmente nell’ipotesi che venga acquistata un’azione Apple prima del pagamento del dividendo e venga venduta subito dopo, nell’ipotesi che in questo breve lasso di tempo non ci siano variazioni del prezzo del titolo. SE invece il titolo viene tenuto per un tempo superiore, bisogna aggiungere al rendimento connesso al dividendo, il guadagno o la perdita in relazione all’andamento del titolo stesso. Per esempio, nelle ultime 52 settimane, la differenza tra il prezzo massimo e quello minimo delle azioni Apple è stato notevole, 260 contro 164, con una variazione percentuale in un anno del 59%. Se, ipoteticamente, un investitore avesse comperato il titolo Apple a 164 all’inizio dell’anno e venduto a 260 alla fine dell’anno, il rendimento complessivo sarebbe di quasi il 62%, compreso il dividendo di circa 6 dollari per azione.

Starbucks presenta un rapporto prezzo delle azioni/utili di 36, un prezzo delle azioni di 113 dollari e una capitalizzazione di borsa di 128 miliardi.

Nike ha un rapporto prezzi/utili di 23, una quotazione di 73 dollari per azione e una capitalizzazione di borsa di 108 miliardi.

Calcoliamo ora, usando la formula sopra indicata, il tasso di crescita atteso delle tre società americane, supponendo un tasso di interesse reale del 3% e una distribuzione dei dividendi pari al 50% degli utili.

La crescita attesa di Apple è del 2,7%, quella di Starbucks del 2,6% e la crescita attesa di Nike dell’1,8%.

Vediamo ora i rapporti prezzi/utili di Enel, Eni e Leonardo, nonché i rispettivi prezzi delle azioni e le capitalizzazioni.

Enel ha una capitalizzazione di borsa di 69 miliardi, un prezzo delle azioni di 6,8 euro e un rapporto tra prezzo e utili delle azioni di 10.

Eni ha una capitalizzazione di borsa di 46 miliardi, un prezzo per azione di 14 euro e un rapporto tra prezzo delle azioni e utili di 18.

Leonardo presenta una capitalizzazione di borsa di 17 miliardi, un prezzo per azione di 35 euro e un rapporto prezzo/utili di 19.

Sulla base di questi dati, la crescita attesa di Enel è di -0,1%, di Eni dell’1,2%, di Leonardo dell’1,4%.

Come si nota, la crescita attesa delle tre società americane è decisamente superiore a quella delle tre società italiane.

Vediamo ora la crescita attesa delle sei società considerate nell’ipotesi di un rapporto tra dividendi e utili non più pari al 50% ma al 30%.

Ecco i risultati:

Apple: 3,2%

Nike: 2,7%

Starbucks: 3,1%

 Il grafico seguente illustra le crescite attese delle sei società analizzate sulla base del rapporto tra prezzo e utili per azione nelle due ipotesi di dividendi del 50 e del 30%.

 GRAFICO

Il grafico mostra che quando le società trattengono una maggiore quota degli utili, aumenta la crescita attesa. In questo modo le imprese hanno maggiore risorse per gli investimenti, soprattutto per finanziare le spese in ricerca e sviluppo, e in questo modo si può accrescere lo sviluppo dell’impresa.

Riferendoci al caso Apple, se la società avesse trattenuto tutti gli utili, il tasso di crescita atteso salirebbe al 4%.

In definitiva, il tasso di crescita atteso di una società, secondo il metodo delle quotazioni di borsa, dipende dal rapporto tra prezzo delle azioni e utili per azione, dal rapporto tra dividendi e utili e dal rischio connesso alla variabilità della crescita attesa, a parità di tasso di interesse reale. Naturalmente, maggiore è il tasso di variabilità della crescita attesa, che va visto come un indicatore di rischio, maggiore sarà la crescita attesa con una relazione positiva con il rischio.

*Professore di Politica economica e monetaria all’Università di Roma “La Sapienza”

 

 

“L’alto prezzo dell’oro: la storia si ripete” a cura di Giovanni Scanagatta e Stefano Sylos Labini

L’ALTO PREZZO DELL’ORO: LA STORIA SI RIPETE

Giovanni Scanagatta*  Stefano Sylos Labini**

Nel 1811, il grande economista inglese Davide Ricardo ha scritto un’importante monografia sull’alto prezzo dell’oro. Sulle cause, si contrapponevano due scuole: banking school e currency school. Ricardo era sostenitore della currency school e attribuiva l’alto prezzo dell’oro all’eccesso di creazione di moneta che determinava una svalutazione della sterlina rispetto all’oro. La banking school riteneva invece che l’alto prezzo dell’oro dipendesse dal deficit della bilancia commerciale britannica, a causa soprattutto del cattivo raccolto.

Negli ultimi 50 anni il prezzo dell’oro ha mostrato un trend stabilmente crescente, con contenute oscillazioni attornio al trend. Attualmente (21/1/2015) il prezzo dell’oro fino ha raggiunto la punta di 85 euro al grammo e si prevede che fra non molto arriveremo ai 100 euro. Il prezzo a termine ad un anno supera il valore della parità al tasso d’ interesse, con un prezzo vicino ai 90 euro al grammo.

L’oro, come è noto, costituisce il bene rifugio per eccellenza contro l’inflazione e le incertezze di tipo geopolitico e geoeconomico. Altrettanto succede per le criptovalute, a partire dalla più conosciuta: il bitcoin. Il novo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato una sua criptovaluta che in pochi giorni è aumentata del 600%. Ma le criptovalute, a differenza dell’oro, hanno un prezzo che mostra un’alta volatilità.

Trump ha anche disposto che la Federal reserve detenga bitcoin nelle proprie riserve valutarie e questo offre la possibilità di intervenire sul mercato aperto per stabilizzarne il prezzo.

La svolta verso le criptovalute della politica americana offre anche l’opportunità di allentare lo scontro con i BRICS che non tollerano più il dollaro come moneta egemone mondiale. Questa tendenza può consentire agli USA di subire meno i contraccolpi sul cambio della propria moneta a causa di eventi difficilmente controllabili. Le criptovalute diventerebbero in questo modo moneta privata (peer to peer) mondiale indipendente dalle politiche monetarie discrezionali delle banche centrali, a partire dalla Federal reserve americana, Anche la Banca centrale europea (BCE) dovrebbe riflettere a fondo su queste problematiche pensando ad un nuovo ordine monetario mondiale.

Un aspetto interessante riguarda la relazione tra i prezzi dell’oro e quelli dei bitcoin. L’evidenza empirica mostra che in alcuni periodi la correlazione è positiva e significativa. Ma in altri, la correlazione è nulla e anche negativa. E’ quindi opportuno, per gli avversi al rischio, diversificare i portafogli detenendo una quota di oro assieme ai bitcoin.

Un’ultima considerazione riguarda il tasso di cambio del dollaro che si è apprezzato in concomitanza con la presidenza Trump, raggiungendo quasi la parità con l’euro. E questo è un problema per Trump perché deve fare fronte all’enorme deficit della bilancia commerciale  americana. Può ricorrere ai dazi, ma questo risulta problematico perché i dazi aumentano le spinte inflazionistiche a causa della rigidità della domanda, chiamando in causa politiche monetarie restrittive che frenano la crescita e l’occupazione.

La corsa all’oro e alle criptovalute dovrebbe frenare l’apprezzamento del dollaro, contribuendo al riequilibrio della bilancia commerciale americana.

*Professore di Politica economica e monetaria all’Università di Roma “La Sapienza”

**Gruppo Moneta Fiscale

Masterclass Introduzione all’AI generativa “L’Intelligenza Artificiale: Storia, Potenziale e Rischi” – Giovedì 30 gennaio 2025

Masterclass Introduzione all’AI generativa “L’Intelligenza Artificiale: Storia, Potenziale e Rischi” – Giovedì 30 gennaio 2025

Come prima tappa del percorso “AI ed etica” promosso dal Movimento Donne di UCID Roma e grazie al socio giovane Manuel Amelio, giovedì scorso siamo stati ospiti nell’HQ di Trastevere di Arkage, prima agenzia di comunicazione post-digital d’Italia, per partecipare alla Masterclass “Introduzione all’AI generativa”.

È stato un viaggio tra storia, potenziale e rischi di questa nuova “tecnologia”, che ha dato vita a una conversazione stimolante su come prepararsi al futuro con l’AI attraverso un analisi dell’impatto di alcuni macrofenomeni e delle loro implicazioni.

Grazie ai docenti Pasquale Borriello, Ceo Arkage, e Andrea Ciulu, Creative Strategist e AI Artist Arkage, e a tutto il team presente per l’ospitalità e il valore delle condivisioni durante la serata.

Con l’occasione Vi ricordiamo il prossimo appuntamento:

Giovedì 27 febbraio 2025 alle ore 18.00 secondo incontro sul tema “Etica dell’Intelligenza Artificiale
Arkage – Vicolo della Frusta, 8.
A seguire Aperitivo di networking

RSVP [email protected] 

L’evento sarà disponibile anche online previa iscrizione. Vi aspettiamo numerosi!

Visita esclusiva a S. Agnese in Agone della Mostra “Icone di speranza. Il cammino della fede nei Musei Vaticani” – Lunedì 27 gennaio 2025

Visita esclusiva a S. Agnese in Agone della Mostra “Icone di speranza. Il cammino della fede nei Musei Vaticani” – Lunedì 27 gennaio 2025

Il Presidente Giorgio Gulienetti è lieto di invitare i Soci e gli Amici della Sezione UCID Roma all’evento organizzato dal Consigliere Prof. Ing. Luca Mazzola, referente della Commissione rapporti con altre Associazioni cattoliche, Diocesi, Vicariato e Città del Vaticano

Visita esclusiva a S. Agnese in Agone della mostra “Icone di speranza. Il cammino della fede nei Musei Vaticani”
Mostra di rare icone di Arte Bizantino-medievale custodite nei Musei Vaticani

Lunedì 27 gennaio 2025 ore 18:45
Chiesa di Sant’Agnese in Agone in Piazza Navona

Al termine della visita Cena conviviale presso il Ristorante ‘Gusto, Piazza di S. Apollinare, 41

Visita della Mostra gratuita
Partecipazione alla Cena € 30,00

Per comprensibili esigenze organizzative è necessario confermare la partecipazione entro il 23 gennaio a [email protected] specificando se si parteciperà alla cena conviviale ed il numero di accompagnatori.

 Vi aspettiamo numerosi!