“La Presidenza Trump e il futuro delle criptovalute” a cura di Giovanni Scanagatta

Dopo l’elezione di Donald Trump a nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, il dollaro si è notevolmente rafforzato rispetto all’euro di oltre il 5% e l’oro è sceso dalle punte che aveva toccato prima delle elezioni, con una perdita analoga.

Si conferma pertanto la relazione negativa tra il tasso di cambio del dollaro e il prezzo dell’oro, tenuto anche conto che nel frattempo la Federal reserve americana ha abbassato i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale. L’oro non dà cedole e quando diminuiscono i tassi di interesse tende a ridursi il suo prezzo. Ma la diminuzione del prezzo dell’oro tende anche ad indicare che c’è un’aspettativa, con la nuova presidenza, di un rientro dei rischi geopolotici e geoconomici, a a partire dalle guerre in corso. Il prezzo dell’oro, bene rifugio per eccellenza, aumenta infatti in caso di guerre, epidemie, crisi finanziarie internazionali, creazione di una nuova moneta e altri eventi straordinari (variabili entelechiane).

Mentre l’oro arretra, le criptovalute stanno mostrando delle performance eccezionali, a partire dalla più conosciuta: il Bitcoin.

La criptovaluta è una moneta particolare per la regolazione degli scambi. La moneta tradizionale si caratterizza per costi nulli di commerciabilità, certezza del valore nominale, incertezza del valore reale, certezza del reddito con rendimento nullo. La criptovaluta ha costi di transazione bassissimi, non ha la certezza del valore nominale perché il suo valore cambia, può presentare certezza del valore reale perché difende dall’inflazione come bene rifugio, analogamente all’oro, ha un rendimento in relazione al valore che cambia. Pertanto, la criptovaluta più che una moneta vera e propria è un asset il cui valore nominale muta generando guadagni e perdite. Essa pertanto può essere paragonata all’oro: l’oro dell’era digitale in cui siamo entrati.  Le criptovalute, o almeno la maggior parte di esse, sono pensate per introdurre nel sistema nuove unità di moneta, ma con dei limiti quantitativi imposti per evitare inflazione e per aumentare il loro valore. Nel caso del Bitcoin, ad esempio, l’attività di mining si interromperà quando saranno raggiunte 21 milioni di unità.

Il livello attuale dei prezzi dei Bitcoin è vicino ai 90 mila dollari per un Bitcoin, con un aumento in un anno superiore al 100%. L’esame grafico indica per il Bitcoin un livello di resistenza vicino ai 100 mila dollari e uno di supporto di circa 78 mila dollari. Ma anche le altre criptovalute stanno mostrando delle performance eccezionali, come Ethereum e Ripple, con prezzi attuali di 3084 dollari e di 0,801 dollari rispettivamente. Il livello di resistenza di Ethereum viene indicato superiore del 12% rispetto al prezzo attuale e quello di Ripple del 7%.

 Il valore in tempo reale di una valuta digitale come il valore Ethereum e il valore Ripple viene deciso dall’equilibrio fra i compratori e i venditori sugli scambi. Quando più persone comprano una moneta piuttosto che venderla, il suo prezzo cresce, e quando più persone vendono piuttosto che comprare, il suo prezzo scende. I costi di transazione sono bassissimi rispetto alle altre forme di pagamento.

Questi andamenti riflettono senz’altro la posizione più favorevole di Trump nei confronti delle cripovalute rispetto a Biden. Dal giorno delle elezioni americane, Bitcoin ha realizzato un guadagno del 35%. Alcuni sostengono che l’eccezionale performance delle criptovalute è dovuta all’idea che Trump rimuova molti ostacoli regolamentari e persino dia seguito alla promessa di costituire una riserva federale in Bitcoin. Anche se quest’ultima aspettativa appaia esagerata, non vi è dubbio che la nuova presidenza sarà molto aperta nei confronti della diffusione delle monete private decentrate come sono le cripovalute.

Il monopolio della creazione della moneta e della politica monetaria in capo ad un’unica istituzione del tutto indipendente dal governo non è desiderabile nella visione del nuovo presidente rispetto alle politiche monetarie discrezionali dell’attuale Federal reserve. Lo vedremo certamente in occasione delle mosse della Federal reserve nel prossimo anno con riferimento alla velocità di riduzione dei tassi di interesse. Per intaccare l’enorme deficit commerciale con l’estero degli Stati Uniti e per ridurre il peso per interessi del grande debito pubblico americano, Trump sarà favorevole a significative riduzioni dei tassi interesse, mentre il presidente della Federal reserve potrebbe frenare la manovra in relazione all’andamento tasso di inflazione.

La visione favorevole della nuova presidenza americana nei confronti delle criptovalute e quindi della privatizzazione della moneta riflette certamente il pensiero liberale per eliminare la discrezionalità della politica monetaria, in linea con il pensiero di Hayek, Friedman e Brunner. Il premio Nobel per l’economia, Milton Friedman, riteneva che l’offerta di moneta non dovesse dipendere dalle scelte discrezionali di una banca centrale ma dovesse crescere ad un tasso costante. Analoga posizione discende dal monetarismo fiscale di Karl Bruner, con un tasso di crescita della moneta predeterminato all’interno di una fascia di variazione.

Sul piano storico, sembrano realizzarsi i corsi e i ricorsi storici di vichiana memoria. Nel 1800 esisteva la pluralità delle banche di emissione, secondo un principio di tipo concorrenziale. Nel 1900 si passa al monopolio della creazione della moneta e della politica monetaria in capo ad un’unica istituzione: la banca centrale. Con le criptovalute si ritorna ad una visione concorrenziale, decentrata e privatistica della moneta. Attualmente le criptovalute sono più di 2 mila.

Giovanni Scanagatta
Professore di politica economica e monetaria all’Università di Roma “La Sapienza”

Roma, 19 novembre 2024

UCID Roma incontra gli studenti nel “Mese dell’Educazione Finanziaria” – Lunedì 18 novembre 2024

UCID Roma incontra gli studenti nel “Mese dell’Educazione Finanziaria” – Lunedì 18 novembre 2024

Abbiamo il piacere di informarVi che Lunedì 18 novembre alle ore 12.00 presso la Scuola Padre Lipani di Roma in Via Nomentana 954, la nostra Sezione di Roma, in collaborazione con l’Associazione Italiana Formatori – Delegazione del Lazio, incontrerà i ragazzi della Scuola.  L’incontro è inserito tra gli eventi del “Mese dell’Educazione Finanziaria”, promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria: iniziative ed eventi, gratuiti e di qualità, senza fini commerciali, per accrescere le conoscenze di base sui temi assicurativi, previdenziali e di gestione e programmazione delle risorse finanziarie personali e familiari. Conoscenze indispensabili per la serenità del presente e del futuro.

Guideranno l’incontro il Dott. Luigi De Bernardis, Tesoriere UCID Roma e Direttivo AIF Lazio, e il Dott. Diego De Blasi, Socio UCID Roma.

L’incontro ha l’obiettivo di informare i ragazzi delle cinque nozioni base di educazione finanziaria. In tal senso, il Rapporto CONSOB 2022 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane analizza conoscenze, attitudini e comportamenti di un campione di 1.436 individui, di cui l’80% uomini, rappresentativi della popolazione degli investitori italiani. Con riferimento alle conoscenze finanziarie di base, emerge che solo un terzo degli intervistati sembra conoscere tutte le cinque nozioni di base considerate (relazione rischio-rendimento, tasso di interesse composto, inflazione, mutuo, diversificazione del rischio), a fronte di una quota di risposte corrette pari in media al 63%. Quest’ultimo dato si riduce al 56% se si escludono le risposte potenzialmente casuali (riferibili a quanti, pur avendo risposto esattamente ad almeno una domanda, non sono in grado di valutare ex-post il numero di risposte corrette fornite). Un punto di attenzione è la conoscenza del concetto di inflazione: risponde correttamente alla domanda il 65% del campione (57% se si considera il dato corretto), anche se emergono divari significativi tra fasce di età, aree di residenza e fasce di reddito. In particolare, si cercherà di sensibilizzare ragazze e ragazzi su come “gestire” la “paghetta” e su come pianificare piccoli acquisti.

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Giornata Mondiale dei Poveri – La Rete Solidale UCID Roma sostiene la Colletta Alimentare – Sabato 16 novembre 2024

Giornata Mondiale dei Poveri – La Rete Solidale UCID Roma sostiene la Colletta Alimentare – Sabato 16 novembre 2024

«La preghiera del povero sale fino a Dio » (cfr Siracide 21,5)
Tema scelto da Papa Francesco per celebrare l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, Domenica 17 novembre 2024

         Care Consocie, cari Consoci,

il prossimo 17 novembre si celebrerà l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri. Tutte le comunità parrocchiali e diocesane sono chiamate a porre al centro delle loro attività l’attenzione per le esigenze dei poveri attraverso dei segni concreti. Nel Suo Messaggio, Papa Francesco ci invita ad imparare a pregare per i poveri e a pregare insieme a loro, con umiltà e fiducia; ci ricorda che la preghiera deve trovare nella carità concreta la verifica della propria autenticità. La preghiera e le opere, intatti, si richiamano a vicenda «se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; (…) tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce» (n. 7).

Accogliendo l’appello del Santo Padre, anche la nostra comunità, attraverso la sua Rete Solidale e con il supporto del socio Alberto Valentinetti, si propone di offrire un segno concreto di attenzione e di fraterna vicinanza nei confronti delle persone più povere e disagiate, invitandoVi a partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare 2024 organizzata della Fondazione Banco Alimentare nella giornata di Sabato 16 novembre p.v.  Una iniziativa finalizzata a sensibilizzare la società civile sul tema della povertà che, con il Vostro aiuto e la Vostra partecipazione, vorremmo sostenere.

Le modalità per partecipare all’iniziativa:

  • in presenza, con i volontari della Fondazione, presso i Punti Vendita della Grande Distribuzione Organizzata aderenti, per invitare le persone che vanno a fare la spesa a donare una parte della propria spesa per le persone in difficoltà. Chi fosse interessato, potrà comunicare la sua disponibilità alla nostra segreteria: [email protected] – 3488801191.
  • in alternativa, sarà possibile donare la spesa (i prodotti richiesti sono: olio, verdure o legumi in scatola, conserve di pomodoro, tonno o carne in scatola, alimenti per l’infanzia) recandosi presso uno dei supermercati che aderiscono all’iniziativa.

Con l’augurio che in tanti contribuiremo a sostenere la lodevole iniziativa, Vi ringrazio per l’attenzione e invio il mio più cordiale saluto.

Giorgio Gulienetti
Presidente UCID Sezione di Roma

CAFFÈ FILOSOFICO – L’intelligenza artificiale potrà mai eguagliare un sommelier? – Giovedì 14 novembre 2024

CAFFÈ FILOSOFICO – L’intelligenza artificiale potrà mai eguagliare un sommelier? – Giovedì 14 novembre 2024

Il Presidente Giorgio Gulienetti è lieto di invitare Soci e Amici della Sezione UCID di Roma all’evento organizzato dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con l’Università Europea di Roma e l’UCID di Roma

CAFFÈ FILOSOFICO
L’intelligenza artificiale potrà mai eguagliare un sommelier?

Giovedì 14 novembre 2024 ore 17.00

Ateneo Pontificio Regina Apostolorum – Aula Master
Via degli Aldobrandeschi,190 – Roma

 

Prendendo spunto dalla figura del sommelier, simbolo di conoscenza, intuizione e sensibilità, ci interrogheremo su quanto sia difficile per gli algoritmi cogliere le sfumature della nostra esperienza umana. Mentre la tecnologia avanza e gli algoritmi diventano sempre più sofisticati, ci domandiamo se possa mai esistere una macchina capace di percepire la complessità delle emozioni, delle tradizioni e delle relazioni che caratterizzano il nostro sapere. In questo incontro, aperto a chi ha interesse e voglia di aprirsi al dialogo, si discuterà degustando del buon vino, per esplorare i confini e le possibilità dell’intelligenza artificiale rispetto all’irriducibile ricchezza della conoscenza umana. Un dialogo per riflettere sul valore dell’intuizione, dell’empatia e della creatività.

 

Per motivi organizzativi invitiamo a dare cortese conferma di partecipazione a [email protected]

Visita al Gemelli Training Center – Lunedì 11 novembre 2024

Visita al Gemelli Training Center – Lunedì 11 novembre 2024

Il Presidente Giorgio Gulienetti è lieto di invitare Soci e Amici della Sezione UCID di Roma all’evento organizzato dal Consigliere Daniele Di Giorgio insieme ai membri della Commissione a sostegno dell’Impresa Sanitaria Cattolica

Visita al GEMELLI TRAINING CENTER 
Centro altamente sofisticato e ultra-tecnologico dove i medici imparano a gestire casi clinici e chirurgici attraverso l’impiego di simulatori, manichini iperrealistici e realtà virtuale

Lunedì 11 novembre 2024 ore 17:00

Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli
Largo Agostino Gemelli, 8 – Roma

La visita sarà guidata dal

Prof. Massimo Antonelli
Direttore Scientifico GTC – Direttore Dipartimento di Scienze dell’Emergenza Anestesiologiche e della Rianimazione Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Roma

Programma

Postazione Prehospital Trauma Care
Dott. Antonio Gullì
Facilitatore di simulazione GTC e Dirigente medico Anestesia e Rianimazione Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Roma

Postazione di Ecografia Toracica
Dott. Riccardo Inchingolo
MD, PhD. UOC Pneumologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Accademia di Ecografia Toracica. ALS Full Instructor. European Spirometry Driving Licence. Expert Trainer in Medical Simulation

Postazione Endoscopia Ginecologica (Laparoscopia e Isteroscopia)
Dott.ssa Ursula Catena
MD.PhD- UOC Ginecologia Oncologica – Chief Mentor of the Training and Certification Gynaecological Endoscopic Surgical Education and Assessment (GESEA) center of Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Roma

Postazione Epidurale
Dott. Gianluigi Gonnella e Dott. Marco Scorzoni
Facilitatori di simulazione GTC e Dirigenti medico Anestesia in Ostetricia, Ginecologia e Terapia del dolore 2 Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Roma

Postazione Emergenza Pediatrica
Dott. Luca Tortorolo
Facilitatore GTC e Dirigente medico Terapia intensiva Pediatrica Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Roma

Presenzierà

S.E.R. Mons. Claudio Giuliodori
Assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Per motivi organizzativi invitiamo a dare cortese conferma di partecipazione a [email protected]

Aperitivo di Networking – Lunedì 14 ottobre 2024

Aperitivo di Networking – Lunedì 14 ottobre 2024

Grande partecipazione al primo Aperitivo di Networking organizzato dall’UCID di Roma dopo la pausa estiva che si è svolto Lunedì 14 ottobre 2024 presso il Ristorante ‘Gusto.

Un momento di convivialità prezioso per consolidare l’amicizia, ma anche una importante opportunità per condividere, in una cornice informale, idee ed esperienze, personali e professionali, da cui potranno scaturire nuovi progetti e collaborazioni.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato!

Scomparsa Cav. Lav. Ing. Francesco Merloni

Scomparsa Cav. Lav. Ing. Francesco Merloni

Mercoledì 2 ottobre 2024 – Diamo il triste annuncio della scomparsa, avvenuta ieri nella sua residenza di Fabriano, all’età di 99 anni, del Cavaliere del Lavoro Ing. Francesco Merloni, Presidente Onorario di Ariston Group, figura di spicco dell’industria italiana del Novecento, uno dei protagonisti della storia imprenditoriale, politica e culturale del nostro Paese. E’ stato Presidente Nazionale dell’UCID e Socio della Sezione di Roma, cui ha donato fino all’ultimo il Suo generoso e significativo contributo. Una figura carismatica dell’imprenditoria cattolica, grande testimone dei valori fondamentali dell’impegno cristiano nel mondo del lavoro, punto di riferimento e di esempio per tutta l’associazione. La Sezione di Roma dell’UCID raccoglie il testimone e prosegue la Sua opera.

I funerali si svolgeranno Venerdì 4 ottobre alle ore 15.00 nella Cattedrale di Fabriano.

UCID Roma si stringe al dolore della Famiglia e partecipa con commozione e nella preghiera al suo grande dolore.

Francesco Merloni 1925 – 2024

Con affetto e gratitudine,
I Soci di UCID Roma

“Solo con la crescita si può ridurre il debito pubblico” a cura di Giovanni Scanagatta e Stefano Sylos Labini

L’intervento del Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta al meeting di agosto Comunione e Liberazione ha suscitato un grande interesse. Il Governatore ha sottolineato che le spese per l’istruzione sono inferiori alle spese per interessi sul debito pubblico e che quindi l’obiettivo della politica economica deve essere la riduzione dell’enorme debito che il nostro Paese ha accumulato negli ultimi decenni. Nel 2024 la spesa per interessi raggiungerà il 4% del Pil, circa 100 miliardi di euro su un debito pubblico che presto supererà la quota di 3.000 miliardi di euro.

Ineccepibile, ma come raggiungere questo obiettivo? Ci sono due strade di fronte a noi. La prima è quella di aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica che però rischia di far crollare il Pil e le entrate fiscali e quindi di far aumentare il rapporto debito/Pil. Olivier Blanchard, già capo economista del Fondo Monetario Internazionale, aveva riconosciuto che il moltiplicatore fiscale e cioè il rapporto tra tagli al deficit e diminuzione della crescita, è molto più alto di quanto si pensasse sconfessando le politiche di austerità per ridurre il debito pubblico. Ma il nuovo Patto di Stabilità imporrà alla maggior parte degli Stati dell’eurozona un pesante percorso di aggiustamento dei conti pubblici deprimendo la crescita dell’economia. La recente affermazione dell’estrema destra tedesca nasce proprio dalla crisi economica che sta colpendo la Germania.

La seconda strada è quella di puntare sulla crescita proprio per ridurre il rapporto debito/Pil visto che la diminuzione del debito in termini assoluti con tassi d’interesse mediamente elevati è un obiettivo molto difficile da conseguire. Oggi in Italia i dati sulla crescita non sono affatto incoraggianti: dal 2024 il Pil è in sostanziale stagnazione, la produzione industriale sta diminuendo dal secondo trimestre del 2022 e l’apporto del PNRR non ha ancora prodotto una spinta consistente sulla nostra economia. Le dichiarazioni del Ministro dell’Economia al riguardo hanno suscitato notevoli preoccupazioni: Giorgetti ha evocato i piani quinquennali di sviluppo dell’Unione Sovietica per indicare che i vincoli burocratici associati alla spesa di questi fondi ne stanno depotenziando l’impatto. A ciò si aggiunge che non siamo mai stati capaci di spendere i soldi europei in modo rapido ed efficiente, che si tratta pur sempre di un debito e che la parte più consistente dei fondi finora spesi – circa 30 miliardi di euro su 50 – sono legati ai crediti d’imposta per l’industria e per l’edilizia e cioè alle decisioni d’investimento delle imprese.

In questo quadro bisognerebbe ripensare ai crediti fiscali trasferibili che sono uno strumento molto potente per finanziare l’economia ma che purtroppo nel triennio 2021/23 sono stati gestiti in modo assai discutibile dai governi che si sono succeduti. Ci sono due linee d’azione che potrebbero essere perseguite a costo zero. La prima è quella di rendere trasferibili i crediti d’imposta previsti per il piano Industria 5.0. In questo modo le imprese potrebbero disporre di liquidità immediata sfruttando lo sconto in fattura e monetizzando i crediti mentre per lo Stato l’impatto sul bilancio pubblico non cambierebbe: le minori entrate si avranno quando gli sconti fiscali saranno esercitati per pagare meno tasse. La seconda è quella di favorire la circolazione e la monetizzazione dei crediti fiscali fin qui emessi nel settore edilizio, che sono bloccati nei cassetti fiscali dei committenti e delle imprese e che stanno provocando crisi di liquidità, blocco dei cantieri, fallimenti e cassa integrazione.

Il compito del governo dovrebbe essere quello di ripristinare la fiducia su questo strumento garantendo un mercato di scambio fluido ed efficiente con degli acquirenti sicuri come la Cassa Depositi e Prestiti e le imprese partecipate dallo Stato (ENI, ENEL, ecc.) che pagano decine di miliardi di euro di tasse e contributi ogni anno.

La futura riduzione dei tassi d’interesse della Banca Centrale Europea può dare una boccata d’ossigeno alla nostra economia sebbene le decisioni della BCE siano lente di fronte alla gravità della situazione; mentre il progetto di Europa federale invocato da Mario Draghi con investimenti pubblici centralizzati e debito comune incontra l’ostilità della Germania e degli altri paesi nordici e richiederebbe una governance sul modello americano con un Presidente degli Stati Uniti d’Europa, un ministro del Tesoro e così via.

Per concludere, se non rimettiamo in moto la crescita dell’economia, il peso del debito sul Pil sarà destinato ad aumentare aggravando una situazione già molto complicata.

Giovanni Scanagatta, Professore di Politica economica e monetaria all’Università “La Sapienza” di Roma

Stefano Sylos Labini, Gruppo Moneta Fiscale

 

Roma, 23 settembre 2024

 

 

“Il dilemma sull’immigrazione” a cura di Giovanni Scanagatta e Stefano Sylos Labini

Le forze di destra sono in crescita in diversi paesi occidentali come Francia, Italia e Stati Uniti, dove aumentano, alla luce degli ultimi eventi, le possibilità di vittoria di Donald Trump.

Tradizionalmente le forze di destra sono contro l’immigrazione che non è ben vista sia dai lavoratori autoctoni i quali rischiano di perdere il posto di lavoro e di avere retribuzioni più basse, sia dalle classi sociali svantaggiate poiché gli immigrati spesso risiedono nelle aree di periferia più degradate.

Ma la posizione delle forze della destra non è così chiara come sembra perché, a fronte dell’invecchiamento della popolazione, dei problemi della sanità e dei salari interni, l’immigrazione può costituire un’opportunità.

Qualche mese fa, il Governatore della Banca d’Italia, nella lectio magistralis per la laurea honoris causa all’Università Roma Tre, ha sottolineato che l’Europa sta pericolosamente invecchiando e nei prossimi anni “si rischia un forte calo dell’offerta di lavoro e quindi della crescita potenziale dell’economia europea”. Per questo “occorre uno sforzo significativo per consentire un ingresso regolare e controllato di immigrati e la loro integrazione nel mercato del lavoro”. Una questione, sostiene il Governatore, che “non può essere affrontata dagli stati membri singolarmente” e che richiede una “politica di immigrazione comune” per evitare squilibri di “fronte alla pressione asimmetrica” degli arrivi massicci da paesi del Sud del mondo”.

In Italia gli immigrati rappresentano stabilmente un decimo degli occupati e contribuiscono alla produzione di circa il 9% del PIL, con punte ancora maggiori in alcuni comparti come l’agricoltura e l’edilizia: muratori, badanti, braccianti, sono solo alcuni mestieri dove la manodopera immigrata è in crescita continua. Si tratta di settori dove lo sfruttamento dei lavoratori immigrati ha raggiunto livelli intollerabili: il caso recente del lavoratore indiano abbandonato con un braccio mozzato nell’agro pontino ha fatto rabbrividire l’intera Italia.

Dunque la destra si trova nel dilemma del respingimento (i campi di accoglienza in Albania sono un esempio) e dello sfruttamento dell’immigrazione a basso costo in settori a limitata qualificazione professionale. Non a caso, il Governo Meloni ha previsto per il triennio 2023-2025 l’ingresso di oltre 450 mila lavoratori non comunitari, riaprendo di fatto un canale che era rimasto inutilizzato per circa un decennio.

Non va dimenticato che quella che viene chiamata “sinistra” non ha un progetto alternativo, a parte l’invocazione di un’accoglienza che nei fatti produce emarginazione poiché spesso gli immigrati sono abbandonati a loro stessi.

Bisognerebbe, invece, pensare ad un “piano del lavoro” perché chi arriva in Italia deve lavorare e deve avere una retribuzione dignitosa. Ma servono investimenti pubblici e privati dando priorità all’occupazione degli italiani. Il “piano Mattei” per l’Africa è un’idea molto interessante che va nella giusta direzione, ma occorre riempirlo di contenuti e di capacità realizzative. Non dimentichiamo che l’Impero Romano ha mostrato la sua espansione strategica verso l’Africa. L’antica Roma, nella sua espansione, ha sempre pensato all’importanza dell’integrazione di popoli diversi, offrendo la possibilità a tutti di diventare cittadini dell’Impero.

L’Europa manca totalmente di una politica comune e solidale per l’immigrazione e l’integrazione. Non si può andare in questo delicatisssimo campo per ordine sparso, con ogni Paese che pensa a se stesso con proprie politiche, indovinate o non indovinate che siano. Pensiamo al caso della Germania. Le pressioni migratorie non sono simmetriche e occorrono cooperazione e coesione a livello di Unione europea che attualmente non esistono. Altrimenti il rischio è quello di creare disgregazione sociale, criminalità, degrado umano e ristagno economico. L’Europa ha le risorse per evitare uno scenario così negativo.

Giovanni Scanagatta, Professore di Politica economica e monetaria alla “Sapienza” di Roma

Stefano Sylos Labini, Gruppo Moneta Fiscale

 

Roma, 16 luglio 2024