Aperitivo di Networking – Lunedì 14 ottobre 2024

Aperitivo di Networking – Lunedì 14 ottobre 2024

Grande partecipazione al primo Aperitivo di Networking organizzato dall’UCID di Roma dopo la pausa estiva che si è svolto Lunedì 14 ottobre 2024 presso il Ristorante ‘Gusto.

Un momento di convivialità prezioso per consolidare l’amicizia, ma anche una importante opportunità per condividere, in una cornice informale, idee ed esperienze, personali e professionali, da cui potranno scaturire nuovi progetti e collaborazioni.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato!

Scomparsa Cav. Lav. Ing. Francesco Merloni

Scomparsa Cav. Lav. Ing. Francesco Merloni

Mercoledì 2 ottobre 2024 – Diamo il triste annuncio della scomparsa, avvenuta ieri nella sua residenza di Fabriano, all’età di 99 anni, del Cavaliere del Lavoro Ing. Francesco Merloni, Presidente Onorario di Ariston Group, figura di spicco dell’industria italiana del Novecento, uno dei protagonisti della storia imprenditoriale, politica e culturale del nostro Paese. E’ stato Presidente Nazionale dell’UCID e Socio della Sezione di Roma, cui ha donato fino all’ultimo il Suo generoso e significativo contributo. Una figura carismatica dell’imprenditoria cattolica, grande testimone dei valori fondamentali dell’impegno cristiano nel mondo del lavoro, punto di riferimento e di esempio per tutta l’associazione. La Sezione di Roma dell’UCID raccoglie il testimone e prosegue la Sua opera.

I funerali si svolgeranno Venerdì 4 ottobre alle ore 15.00 nella Cattedrale di Fabriano.

UCID Roma si stringe al dolore della Famiglia e partecipa con commozione e nella preghiera al suo grande dolore.

Francesco Merloni 1925 – 2024

Con affetto e gratitudine,
I Soci di UCID Roma

“Solo con la crescita si può ridurre il debito pubblico” a cura di Giovanni Scanagatta e Stefano Sylos Labini

L’intervento del Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta al meeting di agosto Comunione e Liberazione ha suscitato un grande interesse. Il Governatore ha sottolineato che le spese per l’istruzione sono inferiori alle spese per interessi sul debito pubblico e che quindi l’obiettivo della politica economica deve essere la riduzione dell’enorme debito che il nostro Paese ha accumulato negli ultimi decenni. Nel 2024 la spesa per interessi raggiungerà il 4% del Pil, circa 100 miliardi di euro su un debito pubblico che presto supererà la quota di 3.000 miliardi di euro.

Ineccepibile, ma come raggiungere questo obiettivo? Ci sono due strade di fronte a noi. La prima è quella di aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica che però rischia di far crollare il Pil e le entrate fiscali e quindi di far aumentare il rapporto debito/Pil. Olivier Blanchard, già capo economista del Fondo Monetario Internazionale, aveva riconosciuto che il moltiplicatore fiscale e cioè il rapporto tra tagli al deficit e diminuzione della crescita, è molto più alto di quanto si pensasse sconfessando le politiche di austerità per ridurre il debito pubblico. Ma il nuovo Patto di Stabilità imporrà alla maggior parte degli Stati dell’eurozona un pesante percorso di aggiustamento dei conti pubblici deprimendo la crescita dell’economia. La recente affermazione dell’estrema destra tedesca nasce proprio dalla crisi economica che sta colpendo la Germania.

La seconda strada è quella di puntare sulla crescita proprio per ridurre il rapporto debito/Pil visto che la diminuzione del debito in termini assoluti con tassi d’interesse mediamente elevati è un obiettivo molto difficile da conseguire. Oggi in Italia i dati sulla crescita non sono affatto incoraggianti: dal 2024 il Pil è in sostanziale stagnazione, la produzione industriale sta diminuendo dal secondo trimestre del 2022 e l’apporto del PNRR non ha ancora prodotto una spinta consistente sulla nostra economia. Le dichiarazioni del Ministro dell’Economia al riguardo hanno suscitato notevoli preoccupazioni: Giorgetti ha evocato i piani quinquennali di sviluppo dell’Unione Sovietica per indicare che i vincoli burocratici associati alla spesa di questi fondi ne stanno depotenziando l’impatto. A ciò si aggiunge che non siamo mai stati capaci di spendere i soldi europei in modo rapido ed efficiente, che si tratta pur sempre di un debito e che la parte più consistente dei fondi finora spesi – circa 30 miliardi di euro su 50 – sono legati ai crediti d’imposta per l’industria e per l’edilizia e cioè alle decisioni d’investimento delle imprese.

In questo quadro bisognerebbe ripensare ai crediti fiscali trasferibili che sono uno strumento molto potente per finanziare l’economia ma che purtroppo nel triennio 2021/23 sono stati gestiti in modo assai discutibile dai governi che si sono succeduti. Ci sono due linee d’azione che potrebbero essere perseguite a costo zero. La prima è quella di rendere trasferibili i crediti d’imposta previsti per il piano Industria 5.0. In questo modo le imprese potrebbero disporre di liquidità immediata sfruttando lo sconto in fattura e monetizzando i crediti mentre per lo Stato l’impatto sul bilancio pubblico non cambierebbe: le minori entrate si avranno quando gli sconti fiscali saranno esercitati per pagare meno tasse. La seconda è quella di favorire la circolazione e la monetizzazione dei crediti fiscali fin qui emessi nel settore edilizio, che sono bloccati nei cassetti fiscali dei committenti e delle imprese e che stanno provocando crisi di liquidità, blocco dei cantieri, fallimenti e cassa integrazione.

Il compito del governo dovrebbe essere quello di ripristinare la fiducia su questo strumento garantendo un mercato di scambio fluido ed efficiente con degli acquirenti sicuri come la Cassa Depositi e Prestiti e le imprese partecipate dallo Stato (ENI, ENEL, ecc.) che pagano decine di miliardi di euro di tasse e contributi ogni anno.

La futura riduzione dei tassi d’interesse della Banca Centrale Europea può dare una boccata d’ossigeno alla nostra economia sebbene le decisioni della BCE siano lente di fronte alla gravità della situazione; mentre il progetto di Europa federale invocato da Mario Draghi con investimenti pubblici centralizzati e debito comune incontra l’ostilità della Germania e degli altri paesi nordici e richiederebbe una governance sul modello americano con un Presidente degli Stati Uniti d’Europa, un ministro del Tesoro e così via.

Per concludere, se non rimettiamo in moto la crescita dell’economia, il peso del debito sul Pil sarà destinato ad aumentare aggravando una situazione già molto complicata.

Giovanni Scanagatta, Professore di Politica economica e monetaria all’Università “La Sapienza” di Roma

Stefano Sylos Labini, Gruppo Moneta Fiscale

 

Roma, 23 settembre 2024

 

 

“Il dilemma sull’immigrazione” a cura di Giovanni Scanagatta e Stefano Sylos Labini

Le forze di destra sono in crescita in diversi paesi occidentali come Francia, Italia e Stati Uniti, dove aumentano, alla luce degli ultimi eventi, le possibilità di vittoria di Donald Trump.

Tradizionalmente le forze di destra sono contro l’immigrazione che non è ben vista sia dai lavoratori autoctoni i quali rischiano di perdere il posto di lavoro e di avere retribuzioni più basse, sia dalle classi sociali svantaggiate poiché gli immigrati spesso risiedono nelle aree di periferia più degradate.

Ma la posizione delle forze della destra non è così chiara come sembra perché, a fronte dell’invecchiamento della popolazione, dei problemi della sanità e dei salari interni, l’immigrazione può costituire un’opportunità.

Qualche mese fa, il Governatore della Banca d’Italia, nella lectio magistralis per la laurea honoris causa all’Università Roma Tre, ha sottolineato che l’Europa sta pericolosamente invecchiando e nei prossimi anni “si rischia un forte calo dell’offerta di lavoro e quindi della crescita potenziale dell’economia europea”. Per questo “occorre uno sforzo significativo per consentire un ingresso regolare e controllato di immigrati e la loro integrazione nel mercato del lavoro”. Una questione, sostiene il Governatore, che “non può essere affrontata dagli stati membri singolarmente” e che richiede una “politica di immigrazione comune” per evitare squilibri di “fronte alla pressione asimmetrica” degli arrivi massicci da paesi del Sud del mondo”.

In Italia gli immigrati rappresentano stabilmente un decimo degli occupati e contribuiscono alla produzione di circa il 9% del PIL, con punte ancora maggiori in alcuni comparti come l’agricoltura e l’edilizia: muratori, badanti, braccianti, sono solo alcuni mestieri dove la manodopera immigrata è in crescita continua. Si tratta di settori dove lo sfruttamento dei lavoratori immigrati ha raggiunto livelli intollerabili: il caso recente del lavoratore indiano abbandonato con un braccio mozzato nell’agro pontino ha fatto rabbrividire l’intera Italia.

Dunque la destra si trova nel dilemma del respingimento (i campi di accoglienza in Albania sono un esempio) e dello sfruttamento dell’immigrazione a basso costo in settori a limitata qualificazione professionale. Non a caso, il Governo Meloni ha previsto per il triennio 2023-2025 l’ingresso di oltre 450 mila lavoratori non comunitari, riaprendo di fatto un canale che era rimasto inutilizzato per circa un decennio.

Non va dimenticato che quella che viene chiamata “sinistra” non ha un progetto alternativo, a parte l’invocazione di un’accoglienza che nei fatti produce emarginazione poiché spesso gli immigrati sono abbandonati a loro stessi.

Bisognerebbe, invece, pensare ad un “piano del lavoro” perché chi arriva in Italia deve lavorare e deve avere una retribuzione dignitosa. Ma servono investimenti pubblici e privati dando priorità all’occupazione degli italiani. Il “piano Mattei” per l’Africa è un’idea molto interessante che va nella giusta direzione, ma occorre riempirlo di contenuti e di capacità realizzative. Non dimentichiamo che l’Impero Romano ha mostrato la sua espansione strategica verso l’Africa. L’antica Roma, nella sua espansione, ha sempre pensato all’importanza dell’integrazione di popoli diversi, offrendo la possibilità a tutti di diventare cittadini dell’Impero.

L’Europa manca totalmente di una politica comune e solidale per l’immigrazione e l’integrazione. Non si può andare in questo delicatisssimo campo per ordine sparso, con ogni Paese che pensa a se stesso con proprie politiche, indovinate o non indovinate che siano. Pensiamo al caso della Germania. Le pressioni migratorie non sono simmetriche e occorrono cooperazione e coesione a livello di Unione europea che attualmente non esistono. Altrimenti il rischio è quello di creare disgregazione sociale, criminalità, degrado umano e ristagno economico. L’Europa ha le risorse per evitare uno scenario così negativo.

Giovanni Scanagatta, Professore di Politica economica e monetaria alla “Sapienza” di Roma

Stefano Sylos Labini, Gruppo Moneta Fiscale

 

Roma, 16 luglio 2024

 

 

Evento #Inclusione Donna – Giovedì 11 luglio 2024

Evento #Inclusione Donna – Giovedì 11 luglio 2024

Carissimi amici di UCID,

come saprete il Movimento delle Donne UCID fa parte di Inclusione Donna, un’alleanza di associazioni femminili e non, che promuove la parità di genere nel mondo del lavoro e della rappresentanza, ispirandosi ai principi democratici fondamentali della nostra Costituzione.

A oggi sono più di 60mila le professioniste, manager e imprenditrici che vi partecipano.

È quindi un grande piacere segnalarvi l’evento, a cui UCID sta collaborando, che avrà luogo giovedì 11 luglio dalle ore 10.00 alle ore 13.00 presso la Protomoteca del Campidoglio in piazza del Campidoglio.

Con la Ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Eugenia Roccella, e rappresentanti di Asvis e MEF, ci si confronterà su un tema importante e complesso come quello della Valutazione di Impatto di Genere.

Per iscriversi: https://www.eventbrite.it/e/vig-valutazione-di-impatto-di-genere-tickets-916547587507

Un caro saluto e vi aspettiamo!

Virginia Desirée Zucconi
Vice Presidente e Coordinatrice Movimento Donne UCID Roma

Aperitivo di Networking – Mercoledì 3 luglio 2024

Aperitivo di Networking – Mercoledì 3 luglio 2024

Mercoledì 3 luglio 2024 nella suggestiva terrazza dell’Hotel Capo d’Africa si è svolto l’aperitivo di networking organizzato dal Gruppo Giovani e dal Movimento Donne UCID.

Tra i vari ospiti intervenuti, l’on. Massimo Milani e l’on. Domenico Furgiuele oltre a diversi rappresentanti del Gruppo Giovani delle associazioni di categoria più importanti quali Unindustria, Coldiretti e Federmanager.

L’Unione, il supporto e la condivisione dei momenti sono i principi sui quali la nostra associazione si basa, grazie a tutti!

Assemblea ordinaria Soci UCID Roma e Cena Sociale – Mercoledì 26 giugno 2024

Assemblea ordinaria Soci UCID Roma e Cena Sociale – Mercoledì 26 giugno 2024

Mercoledì 26 giugno nella splendida cornice del Circolo del Golf Roma Acquasanta si è svolta la nostra Assemblea Ordinaria e la nostra Cena Sociale.

Due momenti importanti per la nostra Sezione, un’occasione di riflessione e di condivisone dei valori comuni che contraddistinguono la nostra Associazione.

Nel corso dell’Assemblea abbiamo ripercorso le tappe dell’ultimo anno; sono state moltissime le iniziative prese e gli eventi organizzati, così come sono stati numerosi i soci che hanno voluto prenderne parte, una chiara dimostrazione della vitalità della nostra Sezione.

Al termine dell’Assemblea la tradizionale proclamazione dei nuovi Soci con la consegna della spilla UCID e del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa – DOCAT.

La serata si è conclusa con il suggestivo aperitivo a bordo piscina e con l’ottima cena allestita nei giardini del Circolo.

Ringraziamo tutti per la partecipazione e per la stima che ciascuna Socia e ciascun Socio continuano a dimostrare nei confronti della nostra Sezione.

Assemblea Ordinaria Soci, presentazione Socio Onorario e nuovi Soci

Aperitivo sulla Terrazza e Cena Sociale

PADEL CUP 2024 – Associations Edition – Sabato 22 giugno 2024

PADEL CUP 2024 – Associations Edition – Sabato 22 giugno 2024

Padel Cup 2024 – Associations Edition: grande successo della prima edizione del torneo!

Sabato 22 giugno si è tenuto il 1° torneo di padel, promosso dal Gruppo Giovani UCID Roma e condiviso con i gruppi giovani di Unindustria Lazio, Federmanager Roma e Coldiretti Lazio

8 coppie divise nelle categorie maschile e misto si sono sfidate in una mattinata di sport e di condivisione.

Un plauso ai vincitori: 

Piergiorgio Amici e Danilo Leran, di Unindustria Lazio, vincono il torneo maschile

Giovanna Gori e Chrystopher Taglienti, Unindustria Lazio/UCID Roma, vincono il torneo misto

La mattinata è terminata con un pranzo di networking, pieno di sorrisi, opportunità di conoscersi meglio e idee per nuove e diverse iniziative da poter sviluppare insieme. 

Appuntamento alla prossima edizione!

“Divergenze tra le politiche monetarie della BCE e della Federal Reserve americana” a cura di Giovanni Scanagatta

Per la prima volta dal 2019, la Banca Centrale Europea (BCE) riduce i tassi di interesse. Come si legge nel comunicato stampa, “i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno ridotti rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal 12 giugno 2024″. Si tratta di un piccolo taglio di un quarto di punto.

Una riduzione attesa dall’Italia per gli effetti riduttivi sul costo del nostro elevato debito pubblico, sulle famiglie per i mutui a tasso variabile e sulle imprese che hanno un elevato quoziente di indebitamento come nel caso delle imprese di piccole e medie dimensioni. Nel 2024 il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo dovrebbe superare il 140%, e una riduzione di un quarto di punto del costo del debito determinerebbe un risparmio intorno ai 7 miliardi di euro.

Un altro aspetto va evidenziato con riferimento alle banche. La riduzione dei tassi, dovrebbe portare come conseguenza alla contrazione del margine di interesse delle banche e quindi dei profitti o extraprofitti. L’effetto lo abbiamo visto con le riduzione delle quotazione di borsa del settore bancario. Si tratta di aspetti controversi che avevano portato all’ipotesi di tassazione degli extraprofitti bancari da parte del Governo, poi rientrata. In ogni caso, il comportamento delle banche riguardante il margine di interesse va analizzato separatamente nella fase ascendente e in quella discendente del costo del denaro.

La cautela nella riduzione dei tassi di policy viene giustificata dalla Presidente della BCE con il fatto che certamente l’inflazione nell’Unione Europea cala, ma rimane ad un livello che non è ancora vicino all’obiettivo del 2%. Ma c’è un’altra variabile che la BCE guarda, anche se non costituisce direttamente obiettivo della Banca Centrale, riguardando il tasso di cambio. Si tratta dei differenziali di interesse tra il dollaro e l’euro, già a favore della moneta americana prima dell’ultima decisione di riduzione da parte del Consiglio Direttivo. Poiché la Federal Reserve americana non ha variato i tassi di politica monetaria, tale differenziale si amplia ulteriormente e incide in modo negativo sul rapporto di cambio tra euro e dollaro. Infatti, il tasso di cambio della moneta europea si è deprezzato in pochi giorni scendendo da 1,09 a 1,07 dollari per euro, con una perdita di circa il 2%. Può aumentare pertanto l’inflazione importata e questo preoccupa la Presidente Lagarde. Ma andrebbe anche considerato l’effetto di un tasso di cambio dell’euro più debole rispetto al dollaro, per gli effetti positivi sulla competitività delle esportazioni europee. Questo è certamente utile per sostenere la bassa crescita dei Paesi dell’Unione, a partire dalla Germania.

Qualche considerazione infine sulla decisione della Federal Reserve americana di lasciare invariati, nella decisione del 12 giugno, i tassi di interesse di policy. Si tratta delle spese federali che tengono sostenuta la domanda, la crescita dei salari orari e il buon andamento del mercato del lavoro. L’inflazione corre ad un tasso superiore al 3% e ciò giustificherebbe la politica prudente della Federal Reserve nell’abbassare i tassi di interesse.

Giovanni Scanagatta

Professore di Politica economica e monetaria all’Università “Sapienza” di Roma

 

Roma, 12 giugno 2024