Santa Messa di Pasqua

Messa Pasqua 2016

“Voglio ringraziarvi perchè fate parte di un’associazione. Far parte di un’associazione significa, infatti, volersi prendere un impegno nella società intorno a noi. Nel tempo in cui viviamo, non è poco”. Con queste parole, giovedì scorso 7 aprile, alla Basilica delle Vigne per la celebrazione della Santa Messa per il precetto pasquale, il vescovo ausiliare monsignor Nicolò Anselmi ha accolto Giorgio Mosci, presidente UCID Genova, Davide Viziano, presidente di UCID Liguria, Paolo Brunamonti, presidente dell’AMCI Associazione Medici Cattolici Italiani di Genova e Enrico Bet, presidente di UGCI Unione Giuristi Cattolici Italiani di Genova insieme ai loro soi.
Con monsignor Anselmi ha concelebrato don Massimiliano Moretti, assistente spirituale di UCID.
Giorgio Mosci ha ringraziato monsignor Anselmi e ha manifestato l’interesse di intervenire su terreni incolti, manutentendoli e rimettendoli in produzione, con ricadute sia sociali sia in termini di lavoro. “L’UCID – ha detto Giorgio Mosci – con le altre Associazioni dei Medici e dei Giuristi Cattolici, ha deciso di dare il suo pur piccolo sostegno alla nascita di questa nuova coraggiosa iniziativa”. Ciò anche nel quadro, come da lui ricordato, del recentissimo richiamo fatto da Papa Francesco nel videomessaggio di aprile, un appello perchè “i piccoli agricoltori, il cui lavoro è tanto importante per l’umanità intera, ricevano un giusto compenso dalla propria fatica”. Davide Viziano ha ricordato quali siano stati i recenti appuntamenti per l’UCID e, primo fra questi il pellegrinaggio a Roma e l’udienza del Papa dello scorso ottobre, citando anche il settantesimo della sua fondazione, l’anniversario che l’UCID si prepara a festeggiare.
“La Pasqua cirstiana – ha detto monsignor Anselmi nell’omelia – ci porta un nuovo clima di ottimismo e di rinascita”. E quindi, prendendo spunto da una intervista a Benedetto XVI di qualche tempo fa, ha ricordato che, tra i bisogni più profondi delle persone, papa Benedetto citava il lavoro, la salute, veder rispettati i propri diritti, veder rispettata la giustizia. Tutti bisogni importanti. “Il bisogno fondamentale delle persone, però – ha detto monsignor Anselmi, citando ancora papa Benedetto -, quello che è più profondo di tutti, resta il bisogno di amore. E’ questo che fa risuscitare chi è triste, chi è depresso, chi ha perso la gioia di vivere. L’amore in tutte le sue possibili declinazioni. La cura della tua salute, la cura dei tuoi diritti e la realizzazione della giustizia, la cura della tua felicità, devono essere trasparenze dell’amore. Anche nella nostra vita quotidiana. Tuto quello che noi facciamo deve essere una trasparenza dell’amore, perchè di questo l’uomo risorge”.
Nella Pasqua dell’anno della Misericordia, che, come è stato ricordato, è una Pasqua particolare, dobbiamo aver sempre presente la forza dell’amore di Dio. “Fortunato chi sente ogni mattina l’amore di Dio per noi – ha commentato monsignor Anselmi – perchè, davvero, chi riesce a sentirlo è un risorto. Chi sente la possibilità di ripartire nella propria vita che deriva da questo amore. Fortunato chi riesce poi a trasmettere, attraverso la propria vita, attraverso la propria professione, questo amore”.
“Lasciare vivere Dio in noi. Lasciare che sia Dio, in noi, a progettare: questa – ha concluso monsignor Anselmi – è la vita cristaiana”. E, quindi riprendendo ancora le parole di Papa Benedetto: “è una fortuna e una grazia – ha detto – che in questa opera di amore, di trasmissione dell’amore di Dio, non siamo soli. Ma siamo parte della Chiesa. Dobbiamo ricordarci che dove non si arriva come singoli, si arriva nell’essere insieme, cioè nell’essere parte della Chiesa”.

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