Manifesto

Manifesto Ucid  Genova 2016-2018

“L’economia e l’impresa hanno bisogno  di un ‘etica che ponga al centro la persona e la comunità” .

Queste sono le parole con cui Papa Francesco lo scorso 31 ottobre ha concluso l’incontro a Roma con i Soci Ucid provenienti da tutta Italia, rinnovandoci il mandato di impegnarci insieme per queste finalità.  E se noi rileggiamo qual’è lo scopo dell’Ucid (alta professionalità, conoscenza, attuazione e diffusione della Dottrina della Chiesa, opere e attività in linea con essa nonché testimonianza cristiana dei Soci), apprezziamo con quanta sinteticità e forza  il Santo Padre sia riuscito a colpire nel suo significato più profondo.
E’ importante rileggere e meditare quanto indicato nel dettaglio nella Mission dell’Ucid dove, tra l’altro, si sottolinea che “la Dottrina Sociale della Chiesa non ha modelli da proporre, ma si preoccupa che le costruzioni degli uomini siano rispettose della centralità della persona umana nei processi economici, con i suoi valori di libertà , responsabilità, dignità e creatività”.
Ed allora quale il ruolo della nostra Sezione di Genova nella logica di cui sopra?
Si dovrà porre attenzione alle problematiche di natura economico e sociale in senso lato della nostra città, e forse anche della nostra Regione, nella logica della attenzione e del rispetto della persona umana e della sua dignità. UCID ha tutte le carte in regole per poter intervenire nella dialettica su tali problematiche, non dovendo dare soluzioni (che potranno spettarci, se coinvolti, a noi singoli Soci legati in ogni caso da uno “spirito proprio di missionarità laica”) ma esprimendosi sugli impatti legati alla persona umana .
E così i nostri interventi possono essere previsti sui temi della gronda, piuttosto che sul blue-print, ma anche sul mercato di Via Turati o il tema dei migranti, o sulla delinquenza notturna sui mezzi di trasporto come sulla sanità (dove con alcuni soci abbiamo posizioni di rilievo). Alla base di ciò sta sempre un impatto socio-economico che coinvolge la persona umana .
Senza quindi porsi a favore o contro e senza dare soluzioni operative, i nostri interventi possono porre domande, molto spesso forse non fatte, sulle valenze ambientali piuttosto che occupazionali e con al centro la persona umana: per la gronda, meglio l’inquinamento del traffico o la distribuzione dello stesso a vantaggio poi del sistema economico-logistico? E il problema dell’estrazione dell’amianto per i lavori è certo o solo sbandierato e comunque in sicurezza rispetto ad anni fa’? E gli impatti occupazionali con la sua costruzione quali e quanti benefici in termini di occupazione?
Sono domande e problemi certamente importanti alle quali, come UCID, non possiamo non dare il nostro contributo.
Anche il tema della famiglia , di cui si discute tanto oggi, è un tema che deve  interessare UCID e lo sottolinea con forza il nostro Cardinale Arcivescovo Angelo Bagnasco  nell’ultima prolusione della CEI quando ricorda che “ mai dobbiamo dimenticare l’identità propria della famiglia e la sua importanza per la stabilità e lo sviluppo economico del Paese” e così poi parlando della scuola che deve essere “ il luogo di autentica formazione integrale e non solo di trasmissione di nozioni o capacità tecniche” ove “ il mondo della scuola e quello della famiglia sono chiamati a interagire con rispetto e spirito costruttivo in ordine alla formazione integrale delle giovani generazioni “. E quindi un’impresa che interviene e sostiene direttamente la famiglia con iniziative dirette di vero welfare che superino sia gli obblighi normativi ma anche e soprattutto le iniziative di facciata e di marketing
Il nostro Cardinale ancora , nel sue Cinque Vie per una Chiesa più missionaria   (“Prospettive”, documento di conclusione ai lavori del V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze) indica quale terza tappa quell’”abitare”, termine con il quale richiama a “una presenza dei credenti sul territorio e nella società, secondo un impegno concreto di cittadinanza, in base alle possibilità di ognuno: nell’impegno amministrativo e politico in senso stretto, ma anche attraverso un attivo interessamento per le varie problematiche sociali, culturali e la partecipazione a diverse iniziative “ : ecco qui un messaggio per l’UCID!
E più in particolare, rivolgendosi alla nostra città nel Te Deum lo scorso 31 dicembre, non ha mancato di sottolineare i problemi della stessa e ad intervenire con forza : “chi non va avanti torna indietro e muore” ed ancora quindi “la via migliore per farsi ascoltare è avere qualcosa da dire, è avere proposte e presentarle con convinzione, con ragione, con insistenza e in modo corale. Maggiore saranno i progetti, intelligenti e fattibili, più forte sarà la credibilità e l’efficacia”.
Come fa UCID a non intervenire quindi nel dialogo pubblico?
Preme anche sottolineare che a questo non deve mancare uno sguardo su quanto succede nella nostra cara Italia, in Europa e nel Mondo e porsi quale ruolo può avere ognuno di noi nell’ambito della comunità Ucid, in sinergia con le attività personali di ognuno, per dare una risposta al nuovo allarme lanciato dall’Oxfam di una iniqua distribuzione della ricchezza.
Papa Francesco, nel suo messaggio di auguri alla Curia Romana ha proposto un sussidio pratico, un catalogo delle virtù necessarie non solo per chi presta servizio in Curia, ma anche per tutti quelli che vogliono rendere fertile il loro servizio alla Chiesa : si tratta di ventiquattro virtù presentate in accoppiata, delle quali mi piace ricordarne ai nostri fini, ancorché siano per UCID comunque  tutte valide, alcune slegate dalla loro presentazione in coppia : onestà, rispettosità, impavidità e affidabilità. Ed il Cardinale Angelo Bagnasco in tal senso, già nel 2015 in una sua Prolusione al Consiglio CEI, ricordava che una via per perseguire il bene comune è fare con onestà, sacrificio e competenza, il proprio dovere di lavoratore e cittadino.
Francesco nel suo discorso con i rappresentanti del V Convegno ecclesiale a Firenze, dove ha lanciato e ribadito la portata dell’”umanesimo cristiano”, raccomanda in maniera speciale la capacità di dialogo e di incontro: “il modo migliore di dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare insieme qualcosa, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà “.
Mi sono permesso di richiamare alcuni recenti tratti del Magistero della Chiesa, per poter meglio delineare alcuni passaggi forse necessari, per un programma di massima nel triennio a venire della nostra Sezione, che viene dopo la Presidenza di Pietro Pongiglione che ha in qualche modo già aperto questa strada : il suo “abitare”, ad esempio, che lo ha portato ad essere chiamato a svolgere un ruolo tra i più importanti e delicati della nostra città, è un esempio da cui partire .
Ecco quindi alcune azioni ed attività da poter intraprendere per essere in linea con quanto appena delineato:

  • È auspicabile un maggior coinvolgimento e partecipazione dei nostri soci alle iniziative di UCID o quelle da essa sostenuta e segnalate.
  • Si dovrà cercare di incrementare la base sociale quantitativamente e qualitativamente con attenzione da un lato ai giovani ed alle donne e dall’altro ai requisiti della associazione stessa e quali imprenditori e dirigenti. Il nostro nuovo consulente ecclesiastico Don Massimiliano Moretti, quale Cappellano del Lavoro, sarà sicuramente fonte di opportunità in tal senso.
  • Pensare a un programma ciclico delle Meditazioni  che concluda, da un lato l’iniziativa intrapresa lo scorso triennio dello studio della Dottrina Sociale della Chiesa, e dall’altro tratti  temi che siano legati all’attualità.
  • Promuovere incontri o iniziative di carattere editoriale (come interventi sugli organi di stampa, presenze su televisioni locali, organizzazioni di dibattiti ), nei quali promuovere il messaggio della Dottrina Sociale della Chiesa in tematiche e discussione nella nostra città di natura socio-economica.
  • Promuovere al massimo sinergie e collaborazione con associazioni di stampo cattolico, a partire dalle già collaudate quali AMCI e UGCI, allargandole a tutte quelle altre che svolgono attività assolutamente complementari a quella di UCID quali Forum delle famiglie o Cif.
  • Rafforzare i rapporti e la collaborazione con la nostra Curia e quindi la Caritas, il lavoro dei Cappellani del Lavoro e Migrantes Genova.
  • Confrontarsi con le associazioni di categoria di riferimento (vedi Confindustria ma non solo ) per iniziative legate al mondo del lavoro.
  • Rapportarsi con il mondo dell’istruzione dalla Università alla scuola superiore in relazione anche al progetto Alternanza Scuola Lavoro
  • Interagire con le Associazioni di emanazione UCID Genova, quali Impresa Sociale Strategie di Impresa per il Bene Comune e la Pietra d’Angolo, così come sviluppare rapporti con il Gruppo Ligure e le Sezioni di Milano e Torino per pensare a quelle più a noi vicine.
  • Interagire con UCID Nazionale senior e giovani,  grazie ai soci coinvolti nei rispettivi organi.
  •   Pensare di programmare per tempo la nostra partecipazione in autunno al Festival della Dottrina Sociale della Chiesa e con quale ruolo.
  • Farsi parte attiva per la revisione della organizzazione di UCID in corso a livello centrale, partendo anche dal nostro Statuto di Sezione, fornendo idee e proposte operative.
  • Nel primo anno legato al Giubileo Straordinario sviluppare un progetto legato alle opere di Misericordia.

Giorgio Mosci – Febbraio 2016

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