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PILLOLE DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA: IL MATRIMONIO FONDAMENTO DELLA FAMIGLIA

Da UCID Marche

Pillole Dottrina Sociale 3 invio

PILLOLE DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
IL MATRIMONIO FONDAMENTO DELLA FAMIGLIA
Il valore del matrimonio
215 La famiglia ha il suo fondamento nella libera volontà dei coniugi di unirsi in matrimonio, nel rispetto dei
significati e dei valori propri di questo istituto, che non dipende dall’uomo, ma da Dio stesso: «questo vincolo sacro in vista del bene sia dei coniugi e della prole che della società non dipende dall’arbitrio umano. Infatti, è Dio stesso l’autore del matrimonio, dotato di molteplici valori e fini». L’istituto del matrimonio — «intima comunione coniugale di vita e d’amore, fondata dal Creatore e dotata di leggi proprie» — non è dunque una creazione dovuta a convenzioni umane e ad imposizioni legislative, ma deve la sua stabilità all’ordinamento divino. È un istituto che nasce, anche per la società, «dall’atto umano col quale i coniugi vicendevolmente si danno e si ricevono» e si fonda sulla stessa natura dell’amore coniugale che, in quanto dono totale ed esclusivo, da persona a persona, comporta un impegno definitivo espresso con il consenso reciproco, irrevocabile e pubblico. Tale impegno comporta che i rapporti tra i membri della famiglia siano improntati anche al senso della giustizia e, quindi, al rispetto dei reciproci diritti e doveri.

216 Nessun potere può abolire il diritto naturale al matrimonio né modificarne i caratteri e la finalità. Il
matrimonio, infatti, è dotato di caratteristiche proprie, originarie e permanenti. Nonostante i numerosi
mutamenti verificatisi nel corso dei secoli nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali, in tutte le culture esiste un certo senso della dignità dell’unione matrimoniale, sebbene non traspaia ovunque con la stessa chiarezza. Tale dignità va rispettata nelle sue caratteristiche specifiche, che esigono di essere salvaguardate di fronte ad ogni tentativo di stravolgimento. La società non può disporre del legame
matrimoniale, con il quale i due sposi si promettono fedeltà, assistenza e accoglienza dei figli, ma è abilitata a disciplinarne gli effetti civili.
(Compendio della dottrina sociale della chiesa – Capitolo V)

IL BENE DELLA FAMIGLIA DECISIVO PER IL MONDO E PER LA CHIESA

  1. Responsabilità delle famiglie – Il primo principio mette in rilievo la necessità di dare responsabilità alle
    famiglie e richiama in modo molto esplicito il principio di sussidiarietà: le politiche e i servizi, infatti, dovrebbero avere l’obiettivo di sostenere e restituire titolarità alle famiglie rispetto alle funzioni che svolgono per la società e per il bene comune – procreazione, cura ed educazione dei figli, cura e assistenza reciproca, in particolare per i membri fragili, sostegno economico. Va assolutamente evitato, tuttavia, di intendere il sostegno come delega alla famiglia, ma piuttosto – in linea col principio di sussidiarietà, dal 2001 presente nella stessa Costituzione italiana, al Titolo V – come attribuzione alle famiglie delle risorse necessarie a portare adeguatamente a termine le funzioni che svolgono a vantaggio del bene comune. Ritroviamo in questa formulazione sia l’accezione più antica del principio di sussidiarietà (Quadragesimo anno, 1931), sia quella che ne ha dato Benedetto XVI nella Caritas in veritate (2009), secondo cui «il principio di sussidiarietà va mantenuto strettamente connesso con il principio di solidarietà e viceversa, perché […] la solidarietà senza la sussidiarietà scade nell’assistenzialismo che umilia il portatore di bisogno», solidarietà precedentemente definita come «sentirsi tutti responsabili di tutti».
  2. Stabilità delle famiglie – Il secondo principio richiama al dovere di sostenere le famiglie nelle fasi di crisi che possono destabilizzarle: le politiche e i servizi dovrebbero incoraggiare e rafforzare in ogni modo l’impegno e la stabilità di coppia, coniugale, genitoriale e familiare, soprattutto quando sono implicati i figli. Tale principio ben si coniuga con l’auspicio di papa Francesco nella Amoris laetitia a «rischiarare crisi, angosce e difficoltà», dando indicazioni innovative per un più manifesto e concreto sostegno e accompagnamento delle coppie in difficoltà o già segnate dalla rottura.
    3. Relazioni familiari – Il terzo principio sottolinea l’opportunità che le politiche e i servizi riconoscano il valore insostituibile dei legami familiari, cercando di promuovere e sostenere solide relazioni di coppia, coniugali, genitoriali e intergenerazionali, attraverso il rafforzamento delle competenze comunicative, di risoluzione dei conflitti, e di problem solving. Esse, infatti, sono il luogo, come recita anche la Carta dei diritti della famiglia della Santa Sede, sopra richiamata, in cui generi e generazioni si incontrano e operano costantemente per bilanciare diritti individuali e diritti derivanti dalla partecipazione alla vita sociale. La stessa Amoris laetitia sottolinea ampiamente la necessità che la Chiesa accompagni i fidanzati e gli sposi, osservando che «la maturazione dell’amore implica anche imparare a ‘negoziare’».
    (Dizionario di dottrina sociale della chiesa – Elisabetta Carrà – Il FamILens: la famiglia al centro delle
    politiche e delle pratiche sociali, Fascicolo 2023, 4 – Ottobre-Dicembre 2023)

RIFLESSIONE:
Come vivo in maniera integrale la mia relazione, con ogni membro della mia famiglia, per testimoniare l’Amore di Cristo?

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