Primo Meeting di Forma, l’associazione degli enti di formazione professionale che si ispirano alla Dottrina Sociale della Chiesa

“Giovani: una Impresa chiamata Lavoro” è il titolo del primo Meeting di Forma, l’associazione degli enti di formazione professionale che si ispirano alla Dottrina Sociale della Chiesa, che si svolgerà a Roma martedì 22 Marzo, presso la Domus Pacis.

La novità, rispetto alle formule classiche dei convegni, è che l’incontro è stato pensato come un happening, dove in una sorta di talk-show, i ragazzi che frequentano il terzo e il quarto anno dei centri di formazione professionale, potranno porre ai rappresentanti delle istituzioni e delle imprese le loro domande sul futuro del lavoro.
I dati più recenti, diffusi dall’Istat, sul mercato del lavoro italiano hanno evidenziato una forte sofferenza della componente giovanile. La percentuale di disoccupazione (15-24 anni) si è attestata al 29%, due giovani su 10 sono fuori da ogni circuito di studio o di lavoro e 25 su 100 non va oltre la scuola dell’obbligo.
“E’ partendo da queste cifre, che Forma ha deciso di mettere insieme i giovani, le istituzioni e gli imprenditori, al fine di avviare un confronto costruttivo per progettare il futuro lavorativo delle nuove generazioni” afferma Maurizio Drezzadore, presidente di Forma, anticipando alcuni temi che il prossimo 22 marzo, saranno affrontati nel corso del meeting dell’associazione degli enti di formazione professionale.
“Si tratta di mettere in moto un nuovo progetto educativo che valorizzi il dialogo intergenerazionale tra giovani e adulti” sottolinea Cristiano Nervegna, segretario generale di Forma, il quale richiamando un passo della Caritas in Veritate ricorda che “il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona, nella sua integrità”.
E’ per questo motivo che non bastano le sole misure economiche a fronteggiare la disoccupazione giovanile ma, per il presidente di Forma “oltre agli incentivi come il credito d’imposta e il rilancio dell’apprendistato è necessario dare un nuovo baricentro alla scuola e rafforzare l’istruzione tecnica e la formazione professionale che possono essere il vero volano per sconfiggere la disoccupazione giovanile”. Si deve rapidamente superare una doppia contraddizione: l’insufficiente propensione formativa dell’impresa e l’incapacità di aprirsi al territorio della scuola.
Per Drezzadore “in una società che ha messo ai margini il lavoro e lo ha espunto da ogni processo educativo la svolta non può che essere quella di superare ogni barriera e diffidenza verso quella quota ancora consistente nel nostro sistema economico di lavoro manuale, che non può più essere disdegnata dai giovani e che può rappresentare nel breve periodo il terreno per invertire la tendenza alla crescente disoccupazione”.
Parallelamente bisogna consentire alle imprese di affrontare la sfida della riorganizzazione e della conquista dei mercati esteri. Innovare i prodotti, raggiungere livelli apprezzabili di qualità sarà una meta per tutti; pensare di affrontare questa sfida senza adeguate risorse umane è perdente.