La Dottrina Sociale della Chiesa è la morale sociale cattolica e, nella misura in cui la morale cattolica incorpora, perfezionandolo, il dettato della morale naturale, è morale sociale valida non solo per il credente ma per tutti gli uomini di buona volontà. Così la identifica la teologia cattolica e così pure il magistero supremo la intende. Secondo Giovanni Paolo II, la dottrina sociale della Chiesa è “teologia morale” a pieno titolo.
E’ importante sottolineare che, come la morale non è un mero apparato di regole di imposizione estrinseca ma è funzionale al piano di amore di Dio nei confronti dell’uomo e del creato, così la morale sociale è il modo attraverso il quale il progetto di Dio nei confronti delle società storiche si attua e queste stesse possono testimoniare – attraverso il rispetto dei precetti sociali- il loro “amore” a Dio.
In sintesi, la Dottrina Sociale della Chiesa ha due dimensioni: una dimensione verticale che riguarda il rapporto tra Dio e l’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza; la seconda orizzontale riguardante il discernimento degli atti umani nella storia secondo la morale cristiana.
I valori fondamentali su cui poggia la Dottrina Sociale della Chiesa sono: lo sviluppo, la solidarietà, la sussidiarietà, la destinazione universale dei beni, il bene comune.
La Dottrina Sociale della Chiesa non ha modelli economici da proporre, ma si preoccupa che le costruzioni degli uomini siano rispettose della centralità della persona umana nei processi economici, con i suoi valori di libertà, responsabilità, dignità, creatività.