La pandemia ha messo a dura prova gli imprenditori e i dirigenti delle aziende: siamo chiamati a esprimere il meglio del nostro spirito imprenditoriale e manageriale, il rischio che ogni giorno ci assumevamo oggi è aumentato. Ma c’è anche un fatto che sembra essere positivo: finalmente è più chiaro a tutti il legame tra impresa e bene comune.
Oggi è più chiaro che il Paese regge sugli sforzi delle imprese, senza imprese non c’è occupazione e non è possibile creare ricchezza. A lungo l’agenda del Paese ha attenzionato il tema della ridistribuzione della ricchezza ma non della sua creazione, lasciando di fatto soli gli imprenditori e misconoscendo la loro nobile vocazione, il loro ruolo sociale, il loro essere colonne portanti.
Non possiamo però adagiarci solamente sullo studio e sulla divulgazione della dottrina, è giunto il tempo di una coraggiosa testimonianza per l’Italia e per l’Europa che interpella l’UCID e ancora di più il suo Movimento Giovani.
Una testimonianza coerente nell’impresa e nelle organizzazioni di appartenenza da offrire in prima persona, innanzitutto. Ma anche una testimonianza collettiva attraverso un rinnovato slancio ideale e propositivo della nostra associazione, che la renda ancor di più un interlocutore autorevole e apprezzato nel panorama nazionale.
Per questo ordine di motivi, mentre l’Italia si appresta a destinare il più grande piano di aiuti economici mai visto nella storia dell’Europa unita attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, credo che il modello sperimentale, già attuato dal Movimento Giovani a livello regionale, attraverso studi e approfondimenti, momenti di confronto e cabine di regia, d’intesa con le maggiori organizzazioni giovanili rappresentative dell’impresa e del management e con istituzioni ed enti pubblici e privati, possa essere pienamente e più consapevolmente attuato a livello italiano.
Nella lettura del Piano nazionale di ripresa e di resilienza, oltre ai positivi obiettivi legati alla sostenibilità sociale ed ambientale, alla transizione digitale e tecnologica, alla modernizzazione dello Stato con riguardo particolare al tema del fisco e della giustizia, abbiamo notato tuttavia che la parola sussidiarietà compare solo una volta.
Sarebbe un grave errore se i decisori pubblici pensassero di affrontare la crisi che stiamo vivendo senza la massima estensione del principio di sussidiarietà, nelle sue dimensioni orizzontale, verticale e circolare, attraverso il coinvolgimento e il rafforzamento del dinamismo della società civile e del mercato, specialmente delle nuove generazioni e del mondo delle imprese.
Il Movimento Giovani dell’UCID, forte della propria ispirazione ai valori perenni dell’umanesimo cristiano, declinata nel proprio ambito con idee, proposte e soluzioni innovative, si candida ad essere attore protagonista di una nuova stagione.
In un momento tanto difficile e sfidante come quello attuale, vogliamo richiamare all’impegno le nuove generazioni di imprenditori e dirigenti d’azienda italiani, secondo i dettami della dottrina sociale della Chiesa vissuti come riferimento: la centralità della persona umana, la promozione del bene comune, della solidarietà e della sussidiarietà.
La destinazione universale dei beni, la tutela del Creato e lo sviluppo umano integrale.
L’impresa come nobile e autentica vocazione e l’etica quale elemento del corretto esercizio della professione.
La concezione dell’azienda come comunità di persone prima che insieme di beni, del lavoro come strumento di realizzazione e di santificazione della persona umana, della leadership come dominio di sé e forma di servizio.
Il profitto come indicatore del buon andamento ma non mero fine dell’impresa.
La partecipazione dei lavoratori al governo dell’impresa e l’armonia fra capitale e lavoro e fra le classi e le generazioni.
La civiltà della vita e della famiglia per affrontare l’emergenza demografica e fermare il declino sociale ed economico che ad essa si associa.
Pensiamo infatti che la dottrina sociale della Chiesa, vissuta come riferimento dai giovani con ruoli di responsabilità, possa aiutarci a ricostruire l’Italia e l’Europa su basi più solide, rinnovando l’alta ispirazione morale e civile di chi ci ha preceduto e gettando così anche le fondamenta di una nuova rinascenza e di un lungo periodo di benessere diffuso.
Un cammino che vogliamo fare insieme alle istituzioni e alle associazioni presenti, tessendo nuovi legami tra i decisori pubblici e i corpi sociali in un circuito virtuoso.
Sotto questi auspici tanto grandi vogliamo partire, verificando strada facendo i frutti che verranno, convinti che era giunto per noi il tempo di una coraggiosa testimonianza.