A colloquio con il neopresidente del movimento giovani dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti Benedetto Delle Site che da giovedì 21 ottobre parteciperà a Taranto alla 49ma settimana sociale: «I giovani sono chiamati a un nuovo tipo di concertazione, che guardi al futuro».
L’ecologia integrale, per chi ha la responsabilità di decidere il futuro del lavoro, «non si limita al solo rispetto dell’ambiente, ma deve riguardare l’uomo nel suo intero». Ne è convinto Benedetto Delle Site (nella foto di copertina), 32 anni, imprenditore e neoeletto Presidente nazionale del Movimento Giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) realtà impegnata a portare nelle aziende la Dottrina sociale della Chiesa. «Sarò presente alle Settimane sociali di Taranto, dalle nuove generazioni di imprenditori deve partire una testimonianza coraggiosa».
Qual è il ruolo delle nuove generazioni di imprenditori e dirigenti?
«In ogni campo della nostra economia i giovani sono chiamati a un nuovo tipo di concertazione, che guardi all’impatto futuro delle scelte odierne. Anche la pandemia ha dimostrato quanto sia miope separare la salute e il lavoro, la generazione di profitto e la centralità della persona. Da noi deve partire una testimonianza coraggiosa: la Dottrina sociale della Chiesa, vissuta come riferimento, può innescare un processo, recuperando il legame fra impresa e bene comune».
C’è ancora troppa distanza fra scuola e mondo del lavoro?
«I giovani che escono dal nostro sistema di formazione troppo spesso non esprimono quei pro†fili fortemente ricercati da tante aziende. Scuola, università e mondo del lavoro devono incontrarsi. Pensiamo a cosa comporta l’open innovation: per restare competitive, mantenere quote di mercato e ridurre i costi in ricerca e innovazione, le aziende, anziché fuggire, interagiranno sempre più con l’universo giovanile, con le università, con gli incubatori, cioè i luoghi dove gli studenti possono confrontarsi, valorizzando i propri talenti».
Cosa significa per voi imprenditori cattolici l’ecologia integrale?
«Oggi sembra che la questione ecologica si riduca al green. Occorre andare più in profondità. L’Istat dice che con 400 mila nascite l’anno siamo destinati a regredire a 30 milioni di abitanti. Vuol dire che il Paese è destinato a capitolare. L’ecologia integrale è innanzitutto ecologia dell’umano, non si tratta solo di non inquinare i mari e l’aria, ma anche di non costringere le donne alla scelta fra il lavoro e la maternità. Sta a noi rendere le aziende luoghi dove questa ecologia diventi realtà».
Sul numero di Famiglia Cristiana FC42 in edicola da giovedì 14 ottobre un servizio dedicato alla 49ma settimana sociale di Taranto.