Alla scoperta delle buone pratiche

Risulta sorprendente come la Dottrina Sociale della Chiesa sia, per il mondo dell’economia, del mercato e dell’impresa in particolare, maestra feconda ed autorevole. In special modo, le tre Encicliche di Giovanni Paolo II°, Laborem Exercens, (1981), Sollicitudo Rei Socialis (1987), Centesimus Annus (1991), nonché l’ultima Enciclica di Benedetto XVI°, Caritas in Veritate, rappresentano per ogni imprenditore di sana coscienza e buona volontà una traccia insostituibile nelle scelte, nelle attitudini, nei comportamenti della propria attività.

L’imprenditore, in quanto “persona” responsabile della guida e sussistenza di altre persone, cosciente dei riflessi che l’impresa stessa ha nei confronti  della società, impegnato nella salvaguardia della occupazione, attento a procurare reddito ma anche sviluppo, non può prescindere da una retta coscienza, da un comportamento eticamente orientato, dalla fiducia e speranza nella continuità, dal bisogno di Dio che possa colmare, sostenere, supportare le proprie forze in ogni decisione da prendere. In tale senso, le Encicliche Sociali costituiscono un preciso e prezioso sostegno alla propria attività lavorativa.

L’UCID ha creduto e crede nella esistenza di Imprenditori che pur con i limiti e le fragilità insite in ogni persona, vivono il proprio ruolo con responsabilità e  senso del dono, attenti e vigili nei comportamenti e capaci di dare occupazione, generare sviluppo e concorrere alla creazione di bene comune. Dunque una ricerca ed una scoperta attraverso i vari Gruppi Regionali, di realtà imprenditoriali ( non necessariamente appartenenti all’UCID) che rispondano ai requisiti sopra esposti. In sostanza la ricerca/scoperta riguarda due orizzonti possibili di competenze e valori che senza mai trascurare il profitto, si intrecciano fra di loro secondo due possibili   condizioni.

Una prima condizione risiede essenzialmente nella capacità di creazione e di impegno nella conservazione di un buon livello occupazionale; nella ostinata ricerca di riabilitare risorse umane inutilizzate o mal utilizzate; nella cura dei bisogni e nella soddisfazione delle esigenze primarie dei dipendenti.

La seconda riguarda la sensibilità imprenditoriale a porre la persona al centro di ogni attività lavorativa; la sollecitazione verso un comune senso di appartenenza e di corresponsabilità; la diffusione di una reciproca fiducia e affidamento; la ricerca di una relazione virtuosa e feconda; lo stimolo verso obbiettivi e missioni comuni; la crescita della conoscenza e del livello professionale.

Le Giornate Wojtyla hanno anche lo scopo non secondario di  cogliere l’opportunità di approfondire argomenti di attualità in ordine ad aspetti economici, etici, sociali legati al momento storico, politico o connaturati al territorio ove si realizzano le giornate stesse. Da ultimo emerge dalle “Giornate” l’occasione unica e feconda di un incontro, di una conoscenza, di una relazione e di uno scambio fra le diverse realtà imprenditoriali esistenti sul territorio nazionale che altrimenti potrebbero vivere isolate, senza riferimenti,  senza possibilità di discernimento, di confronto e dunque di sviluppo associativo. Sono giornate della fierezza di essere Imprenditori Cristiani coscienti di appartenere a quella categoria dei “primi” (come indicati dal prof. De Rita) che guardano avanti, sanno discernere, guidano altre persone ma con tutta l’umiltà di riconoscere che la propria attività è frutto di vocazione e missione vissute come dono gratuito avuto da Dio.

In definitiva, da quanto sopra esposto, le Giornate Wojtyla potrebbero chiamarsi  semplicemente Giornate UCID,  perché contengono sostanzialmente tutti i dettami dello statuto cui l’UCID concretamente si ispira.