Si è svolta a Roma la presentazione del libro, edito da Piemme, di don Nicola Bux “Come andare a Messa e non perdere la fede”. Il Cardinale De Giorgi, la Dott.ssa Freno e il sottoscritto hanno partecipato alla presentazione.
Nel suo libro, Nicola Bux, insiste sulla necessità di un recupero teologico della liturgia della Messa, centro e radice della vita cristiana. Purtroppo, secondo Bux, erronee interpretazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II hanno portato ad applicazioni abusive del profondo significato teologico della Messa.
Su questa cornice, vanno letti i numerosi interventi di Benedetto XVI sulla liturgia, come pure l’attesa Istruzione applicativa del Motu Proprio Summorum Pontificum.
L’Autore si chiede: che cosa ha provocato la crisi della Fede? E’ causata più dall’esterno o più dall’interno della Chiesa? Secondo don Nicola Bux, l’unico tema fondamentale di tutta la teologia di tutti i tempi è e deve rimanere l’Incarnazione del Verbo, il principio umano divino che è entrato nel mondo “per noi uomini e la nostra salvezza”. E’ questo che sta facendo Benedetto XVI, rimettendo sulla strada dottrinale cattolica di sempre quello che era deviato della teologia e della liturgia. Nell’opera omnia di Benedetto XVI “Teologia della liturgia” si legge: “Nel rapporto con la liturgia si decide il destino della fede e della Chiesa.
Bisogna pertanto riprendere la catechesi come sfida educativa per recuperare il senso teologico della Santa Messa. Una catechesi che deve ripartire dal basso, dai bambini fino ad arrivare agli adulti. A questo riguardo è stata sottolineata la grande utilità del Catechismo di Pio X, un piccolo ma denso libretto di domande e risposte, molto diverso dalla mole dispersiva dell’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica.
Il libro di don Nicola Bux offre l’occasione di alcune considerazioni sulle due dimensioni della Dottrina sociale della Chiesa: orizzontale e verticale. La prima riguarda il discernimento degli atti umani nella storia e la seconda il rapporto tra Dio e l’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza. Occorre rilanciare la dimensione teologica della Dottrina Sociale della Chiesa, come ci esorta Benedetto XVI nella Caritas in Veritate quando parla di vocazione allo sviluppo per esaltarne la dimensione trascendente e teologica. Siamo su una linea di grande continuità e sviluppo del pensiero sociale di Giovanni Paolo II, grande Maestro di Dottrina Sociale della Chiesa. Nella Centesimus Annus, al punto 55, leggiamo: “La dimensione teologica risulta necessaria sia per interpretare che per risolvere gli attuali problemi della convivenza umana”.