UCID GIOVANI: SUCCESSO PER IL PRIMO INCONTRO DEL CICLO

“CONOSCERE L’UCID”

Roma – Coniugare virtù cristiane, capacità imprenditoriale e responsabilità sociale è possibile. Lo ha dimostrato in vita Angelo Ferro al centro di un’iniziativa giovedì scorso a Roma promossa dal Movimento Giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID).

L’evento, tenutosi presso l’Istituto Luigi Sturzo e primo di una serie di incontri per il ciclo “Conoscere l’UCID”, ha visto il racconto della vita e delle opere di Angelo Ferro, imprenditore e docente di economia padovano, figura storica dell’UCID del quale è stato presiedente nazionale. Testimoni chiamati a relazionare sono stati Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Giuseppe De Rita, presidente del CENSIS, Francesco Merloni, industriale, ex ministro e senatore della Repubblica, Giovanni Scanagatta, economista e studente del professor Ferro, Manlio d’Agostino Panebianco, past president dei Giovani UCID e segretario generale dell’associazione.

Ad aprire i lavori è stato Pierluigi Germani, presidente nazionale dei Giovani UCID accompagnato dai saluti e dalle testimonianze del Card. Salvatore De Giorgi, di Mario Bonarrigo che ha raccontato la nascita della Sezione UCID di Messina grazie al professore padovano e di Fabio Toso in qualità di direttore generale della Fondazione Opera Immacolata Concezione, da cui è scaturita a Padova su iniziativa di Angelo Ferro l’infrastruttura sociale “Civitas Vitae”. Secondo Zamagni “Angelo Ferro è stato un esempio di imprenditore civile, che ha realizzato a Padova un modello di sussidiarietà orizzontale facendosi carico di ciò che non va partendo proprio dal suo ambito di vita”. “Aveva il gusto di partire dal piccolo e immaginare cose grandi” ha invece ricordato Giuseppe De Rita.

“Ferro – ha concluso Benedetto Delle Site, Vice Presidente Giovani UCID che ha coordinato l’incontro –  è stato un grande testimone per chi, operante nella vita economica del nostro Paese, è chiamato a conoscere e praticare i principi della dottrina sociale della Chiesa, ha saputo coniugare come insegna Benedetto XVI nella Caritas in Veritate la logica del mercato e quella del dono. Al riduttivismo antropologico che inghiotte il nostro mondo e scarta marginalizzandole intere porzioni di umanità, ha opposto un modello in cui i più forti si prendono cura dei più deboli, dove le nuove generazioni fanno tesoro della saggezza accumulata dalle generazioni longeve, dove il dolore e il limite sono occasioni di crescita umana integrale e perfino generatori di valore aggiunto per l’intera comunità”.

Roma 25/05/2019