Papa Ratzinger taglia il traguardo dei 94 anni. «Un mondo privo di Dio è un mondo nel
quale prevalgono l’arbitrio e l’oppressione, lo spargimento di sangue e l’ingiustizia, i
poteri e gli interessi di parte. Se Dio viene tollerato solo come fatto privato». Lo ha
ripetuto spesso Benedetto XVI. «Se viene espulso dalla vita pubblica, la società smarrisce
la bussola della misericordia e dell’amore verso il prossimo». E inoltre ai nostri giorni
l’uomo è tentato «di usurpare il dono della creazione», di sottrarlo dalle mani di Dio per
servire egoisticamente solo i propri fini. «Vogliamo possedere il mondo e la nostra stessa
vita in modo illimitato», ammoniva il Pontefice. «Dio ci è d’intralcio. O si fa di Lui una
semplice frase devota o Egli viene negato del tutto, bandito dalla vita pubblica, così da
perdere ogni significato». Questo è uno degli insegnamenti più attuali e sempre validi che
ci lasciato Ratzinger e che vogliamo ricordare in occasione del suo compleanno.

Papa Ratzinger e i valori fondamentali
Egli era convinto che una verità esiste e che da questa verità discendono quei valori
fondamentali che sono inscritti nella natura stessa della persona umana. Non solo, che
questi valori sono parte di ogni giurisdizione statale che voglia dirsi giusta, e dunque
fondata su quei diritti fondamentali – a partire dal diritto alla vita – riconosciuti come tali
anche dai non credenti nel cristianesimo perché trovano il loro fondamento appunto
nell’essenza stessa dell’uomo, aggiungendo che quella «tolleranza, che ammette per così
dire Dio come opinione privata, ma gli rifiuta il dominio pubblico, la realtà del mondo e
della nostra vita, non è tolleranza ma ipocrisia». E che «laddove però l’uomo si fa unico
padrone del mondo e proprietario di se stesso, non può esistere la giustizia».

Il delirio luciferino di onnipotenza
«Là può dominare solo l’arbitrio del potere e degli interessi». E del resto non è proprio
l’arbitrio, il potere esercitato sul più debole, il delirio luciferino di onnipotenza che oggi fa
credere a molti uomini e donne di questa parte di mondo che è lecito praticare l’omicidio
attraverso l’aborto legalizzato, oppure manipolare la vita attraverso una scienza intrusiva
e scatenata, priva di conoscenza vera e dunque cieca circa le devastazioni e le mostruosità
che produce? Non c’è bisogno di essere degli integralisti cattolici per tener presente
ancora oggi le parole di Papa Ratzinger come un insegnamento saggio e ponderato, come
il segno della preoccupazione di un magistero religioso che non distoglie lo sguardo dalle
sfide tremende che la modernità secolarizzata pone all’uomo attuale.

Papa Ratzinger e l’impegno
E del resto poi che cosa si vorrebbe? Che il cristianesimo, e ancor più il cattolicesimo, che
sono religioni storiche, etiche e per le quali il giudizio di Dio dipende dal comportamento
che l’uomo assume sulla Terra, si disimpegnasse dalle battaglie culturali più urgenti
dell’ora presente? Per questo Papa Benedetto invitava i cattolici a testimoniare la propria
fede, a non nascondersi, a tenerne conto nella vita pubblica, ma anche a non sostenere i
politici abortisti, oppure condannava la pillola del giorno dopo. Forse che la Chiesa non ha
la libertà di fornire orientamenti dottrinari e di esercitare il suo magistero su chi
liberamente accetta di ascoltarla?
L’enormità della sfida sulle spalle della Chiesa
L’importante è, però, che nelle fila di chi è consapevole della gravità del momento attuale
e l’enormità della sfida che poggia sulle spalle della Chiesa e di ogni cattolico non si arretri
e non ci si rassegni. Perché ancora una volta: qui non si tratta più nemmeno di essere
cattolici e di rimanere tali, si tratta di restare uomini, di difendere l’integrità psicologica,
fisica e spirituale dell’uomo. Come ci invitava a fare Benedetto XVI.

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