Cari amici,
numerosi quotidiani stanno dedicando, da qualche tempo, ampio spazio alle vicende che riguardano Ventotene ed il carcere di Santo Stefano con vari articoli anche a seguito dell’avvio del progetto di Invitalia sul recupero dell’ex carcere borbonico dell’isola.
Grande rilevanza era stata data anche in occasione dell’ottantesimo anniversario del “Manifesto di Ventotene”, al Convegno in webinar “Dalla memoria il futuro d’Europa: il ruolo della ricerca storica” con la partecipazione di diversi autorevoli personaggi “per riflettere sul futuro del nostro continente”.
Ma tante altre occasioni ci sono state per parlare di questo tesoro delle isole pontine.
E’ molto positivo che l’isola ed il carcere, anche per la partecipazione di eminenti personaggi delle istituzioni europee come Ursula Von del Layen, Presidente della Commissione e David Sassoli, Presidente del Parlamento, già da qualche anno siano stati portati all’attenzione del grande pubblico nazionale ed internazionale con indubbi ed auspicabili ritorni anche in termini di afflusso turistico.
Il decollo dell’attenzione come si ricorderà era iniziato, per la verità, con il vertice promosso da Matteo Renzi il 22/8 del 2016 con con la partecipazione di Francois Holland e di Angela Merkel sulla portaerei Garibaldi, perché – disse l’allora Presidente del Consiglio italiano – “l’Isola di Ventotene rappresenta i valori e gli ideali che hanno fondato l’Unione Europea”.
Da allora il leit-motive di tutte le manifestazioni è stato quello, appunto, di far passare sempre più l’idea che quel “manifesto” fosse la base, l’atto di battesimo della causa europeista. Più importante e meglio “disegnata” di quella voluta e vagheggiata dai veri ed autentici padri dell’Europa: Alcide De Gasperi, in odore di santità, Konrad Adenauer e Robert Schuman, per il quale proprio recentemente Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le cause dei santi a promulgare il decreto per riconoscerne le virtù eroiche di servo di Dio.
C’è dunque un obbiettivo ideologico e ci sono poi gli aspetti simbolici per celebrare col massimo risalto possibile il “Manifesto di Ventotene”.
Proprio per questo motivo ritengo opportuno per correttezza e per completezza di informazione inviarvi la mia prima lettera aperta: “Manifesto di Ventotene tra mito, storia e realtà” ed anche la risposta del Direttore dell’Istituto studio federalisti Altiero Spinelli di latina, Dottor Mario Leone: “Manifesto di Ventotene verità da ristabilire” con la mia successiva replica: “La mia Europa non è quella del Manifesto di Ventotene”.
Si tratta, come vedrete, di un dibattito culturale che raramente trova spazio nei nostri mezzi di comunicazione e che quindi vale la pena, per un Comitato Tecnico Scientifico come il nostro, far conoscere ai propri componenti.
Buona lettura a tutti e buone vacanze.
Riccardo Pedrizzi
all. cit. 1 – 2 – 3
Scarica gli allegati
1 – Spinelli non è De Gasperi e nemmeno Schuman ed Adenauer – Latina Oggi
2 – Manifesto di Ventotene verità da ristabilire – Mario Leone
3 – La mia Europa non è quella del Manifesto di Ventotene – Riccardo Pedrizzi – Latina Oggi