Il dramma della pandemia, da cui stiamo cercando di uscire con fatica, incontra – all’inizio del nostro cammino quaresimale – un imprevisto che mai avremmo pensato di rivivere: una guerra nel cuore dell’Europa.
Abitare questo tempo…
In questo momento della storia la Quaresima è, innanzitutto, invito a vivere consapevolmente il presente: si tratta di non cedere alla tentazione – scrivono i vescovi italiani – «di un passato idealizzato o di un’attesa del futuro dal davanzale della finestra. È invece urgente l’obbedienza al presente, senza lasciarsi vincere dalla paura che paralizza, dai rimpianti o dalle illusioni. L’atteggiamento del cristiano è quello della perseveranza: “Se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza” […]. Questa perseveranza è il comportamento quotidiano del cristiano che sostiene il peso della storia […], personale e comunitaria».
…seminando…
Un presente che è – ricorda papa Francesco – tempo favorevole di semina coraggiosa, anche e soprattutto quando i buoni frutti non si vedono e sembrano distanti: «In realtà, ci è dato di vedere solo in piccola parte il frutto di quanto seminiamo giacché, secondo il proverbio evangelico, “uno semina e l’altro miete” […]. Proprio seminando per il bene altrui partecipiamo alla magnanimità di Dio. È grande nobiltà esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina. Seminare il bene per gli altri ci libera dalle anguste logiche del tornaconto personale e conferisce al nostro agire il respiro ampio della gratuità, inserendoci nel meraviglioso orizzonte dei benevoli disegni di Dio».
…piccoli gesti rivoluzionari
I gesti quaresimali (la preghiera, il digiuno e la carità) sono i piccoli, rivoluzionari, semi quotidiani, che ci responsabilizzano e contribuiscono, nel silenzio, a costruire una cultura di pace. Non sono gesti di devozione, o di pura circostanza, quanto, invece, un vero e proprio allenamento ad uno stile di vita diverso, umano, sostenibile:
– la preghiera ci aiuta a ridimensionare in noi ogni disumano delirio di onnipotenza, aprendo con gratitudine mente e cuore a ciò che è più grande di noi e ci precede sempre;
– il digiuno ci allena a non essere predatori delle cose e degli altri, ma a ritrovare e gustare un’essenzialità che rende il mondo abitabile per tutti, senza lo scandalo del superfluo che conduce alle disuguaglianze sociali e alle violente competizioni internazionali;
– la carità vissuta e praticata, rende la fraternità cultura sociale, perché si radichi nel mondo come il normale modo di vivere le relazioni e le responsabilità.
Viviamo questa quaresima seminando parole e gesti profumati di Vangelo: la gratuità del dono, l’attesa paziente e operosa dei frutti e la testimonianza, assieme a tutti gli uomini di buona volontà, di ciò che non possiamo permetterci di svendere, soprattutto di fronte al dramma ucraino: la dignità di ogni essere umano, la libertà di pensiero, la trasparenza della verità, la saggezza e la forza della democrazia, la pacificazione fra i popoli
È una semina a cui seguirà, se non smettiamo di crederci, un’abbondante mietitura. È il sapore di una risurrezione che, in Cristo, è già sperimentabile qui ed ora, perché i drammi che stiamo vivendo non abbiamo mai l’ultima parola sull’umanità.
Don Antonio