Il Papa ad Asti, la cittadinanza onoraria e la Messa: “Mi sono sempre sentito astigiano”.
II Pontefice ha concluso parlando in dialetto “piemontese” la celebrazione nella Cattedrale: “Ch’a staga bin!”, “State bene!”
Papa Francesco è da oggi cittadino onorario di Asti. Dopo la giornata “amarcord” di ieri, trascorsa con i cugini, ha ricevuto la cittadinanza onoraria “per il legame che ha voluto mantenere con il territorio e per la sua statura di grande uomo di pace che quotidianamente richiama a valori di solidarietà e fraternità”.
“Mi sono sempre sentito astigiano”, ha detto il Pontefice, secondo il sindaco di Asti, Maurizio Rasero che racconta l’emozionante incontro con Bergoglio che “ha sempre portato Asti nel suo cuore”.
“A brasa aduerte”
Accolto da un bagno di folla, lungo tutto il percorso, il Papa ha presieduto la messa nella Cattedrale della città.
“Da queste terre mio padre è partito per emigrare in Argentina; e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriosità della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici“, ha detto a inizio omelia.
“Oggi – ha continuato – è ancora una volta il Vangelo a riportarci alle radici della fede”. Nella giornata in cui la Chiesa celebra Cristo Re, il Papa ricorda che “la nostra idea di re viene ribaltata”. Il Vangelo di oggi parla infatti di Cristo sulla croce che “non punta il dito contro nessuno, ma apre le braccia a tutti. Così si manifesta il nostro Re: a braccia aperte, a ‘brasa aduerte'”, spiega ricorrendo al dialetto della sua famiglia.
“Solo entrando nel suo abbraccio noi capiamo: capiamo che Dio si è spinto fino a lì, fino al paradosso della croce, proprio per abbracciare tutto di noi, anche quanto di più distante c’era da Lui: la nostra morte, il nostro dolore, le nostre povertà, le nostre fragilità, le nostre miserie”, ha sottolineato il Pontefice.
“L’onda del male comincia dall’indifferenza”
Bergoglio ha chiesto ai fedeli di non rimanere indifferenti di fronte alle cose che non vanno, anche nella Chiesa. “Sta a noi scegliere se essere spettatori o coinvolti”, “vediamo le crisi di oggi, il calo della fede, la mancanza di partecipazione… Che cosa facciamo? Ci limitiamo a fare teorie, ci limitiamo a criticare, o ci rimbocchiamo le maniche, prendiamo in mano la vita, passiamo dai ‘se’ delle scuse ai ‘sì’ della preghiera e del servizio?”.
“L’onda del male è un’onda dilagante che si trasmette per indifferenza: è il contagio letale dell’indifferenza. Una brutta malattia l’indifferenza. Verso i malati, i miseri della terra”.
“Troppi preti vecchi, ci vogliono sacerdoti giovani”
Durante la celebrazione, il Papa ha presentato un giovane che è stato ordinato accolito, e ha sottolineato che servono “preti giovani”. “Abbiamo visto questo ragazzo, Stefano, che chiede di essere ordinato accolito nel suo percorso verso il sacerdozio. Dobbiamo pregare per lui, perché vada avanti nella sua vocazione, sia fedele ma anche dobbiamo pregare per questa Chiesa di Asti – ha chiesto il Papa – perché il Signore invii vocazioni sacerdotali, perché, come voi vedete, la maggioranza sono vecchi, come me. Ci vogliono preti giovani”, ha sottolineato Papa Francesco.
Il Papa ai giovani: “Siate trasgressivi”
“Oggi ci vogliono giovani veramente “trasgressivi”, non conformisti, che non siano schiavi di un cellulare, ma cambino il mondo come Maria, portando Gesù agli altri, prendendosi cura degli altri, costruendo comunità fraterne con gli altri, realizzando sogni di pace!”, ha ammonito il Papa al termine della celebrazione nella cattedrale di Asti e ha invitato i ragazzi a partecipare alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona.
“Viviamo una carestia di pace”
Nell’Angelus il papa ha ricordato l’Ucraina: “Il nostro tempo sta vivendo una carestia di pace: pensiamo a tanti luoghi del mondo flagellati dalla guerra, in particolare alla martoriata Ucraina. Diamoci da fare e continuiamo a pregare per la pace!”.
Il saluto in piemontese: “Ch’a staga bin!”
Papa Francesco all’Angelus, dopo la messa, ha salutato in dialetto piemontese: “A tutti vorrei dire che a la fame propri piasì encuntreve! (mi ha fatto piacere incontrarvi); e augurarvi: ch’a staga bin! (state bene!)”.
Bagna cauda a pranzo
Quindi ha lasciato la cattedrale di Asti per raggiungere l’Episcopio per il pranzo, ancora una volta in compagnia della famiglia. Quattro antipasti, un primo, un secondo e la torta di compleanno per festeggiare la cugina Carla: è il menu – sempre tipicamente piemontese – servito in Vescovado ad Asti a Papa Francesco, a 27 suoi parenti e al vescovo monsignor Marco Prastaro.
Insalata russa, peperoni con bagna cauda (salsa preparata con le acciughe), vitello tonnato e carne cruda battuta al coltello, gli antipasti. Poi i classici agnolotti del plin con sugo d’arrosto seguiti da arrosto con pisellini e carote. Per finire: torta multistrato alle nocciole. Varia, ovviamente a seconda dei piatti, la scelta dei vini: Grignolino, Barbera, Chardonnay, bollicine e Moscato.
Il servizio a tavola è stato effettuato dai ragazzi con sindrome di Down dell’Albergo Etico di Asti. Il pranzo è stato preparato dalla cooperativa Argo e dal Piam che si occupa del reinserimento di donne vittima di tratta. La torta di compleanno è stata preparata dalla scuola alberghiera di Agliano d’Asti colline astigiane. Il Papa ha poi firmato la ricetta della torta alle nocciole.
Ritorno in Vaticano
Papa Francesco è stato poi salutato allo stadio di Asti nell’ultima tappa della sua visita di due giorni nella terra dei suoi avi. Oltre 1400 persone, bambini e ragazzi delle parrocchie della diocesi astigiana insieme ai loro accompagnatori lo hanno accolto con canti e balli. Davanti all’elicottero con cui il Pontefice è ripartito per il Vaticano due gemelline undicenni gli hanno donato un mazzo di fiori bianchi e gialli e un bambino che gli ha consegnato una maglietta bianca e rossa dell’Asti Calcio numero 10 con la scritta Bergoglio e un disegno.
Libretto della Santa Messa: libretto celebrazione Papa Asti
Locandina: LOCANDINA PAPA Asti finale
La delegazione del Gruppo Piemonte alla Santa Messa in Cattedrale con S. Eminenza Mons. Ravinale: