Carissimi,

sperando di farvi cosa utile e gradita, invio in calce la scheda di approfondimento per il mese di settembre della Dott.ssa Marzia Modesto, Ricercatore presso l’ISTAT, sul tema: “Donne e lavoro, in crescita l’occupazione con meno prole .”.

Buona lettura e tanti cordiali saluti.

                                  Il Presidente Nazionale del Comitato Tecnico Scientifico dell’UCID

                                    Riccardo Pedrizzi

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Donne e lavoro, in crescita l’occupazione con meno prole

 Con oltre 10 milioni di occupate, a gennaio 2024, l’occupazione femminile in Italia è cresciuta.

A trainare l’occupazione, le fasce d’età più adulte, in particolare le 55-64enni, che hanno registrato un incremento di 284mila occupate (+15,1%) tra il 2019 e il 2023. Altra protagonista di questo trend positivo è la componente giovanile: tra le 25-34enni, l’occupazione aumenta del 2,4%, mentre tra le under25 la crescita è  del 6,6%. Sono alcuni degli aspetti che emergono sui recenti dati Istat.

L’occupazione aumenta (+0,2%, pari a +56mila unità) per le donne, gli autonomi e in tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni per i quali cala; il numero di occupati diminuisce anche tra i lavoratori dipendenti. Il tasso di occupazione sale al 62,3% (+0,1 punti).

Nel complesso, il numero di occupati a luglio 2024 supera quello di luglio 2023 del 2,1% (+490mila unità) e  coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età ad eccezione dei 15-24enni portando il tasso di occupazione in un anno a più  1,0 punti percentuali.

Sulla base dei dati Istat il numero di persone in cerca di lavoro si riduce (-6,1%, pari a -107mila unità) per entrambe le componenti di genere e in tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 6,5% (-0,4 punti), quello giovanile al 20,8% (-0,6 punti).

Il numero di inattivi aumenta (+0,6%, pari a +73mila unità) tra gli uomini, le donne e i 25-49enni; diminuisce invece tra i 15-24enni e gli ultra cinquantenni

Anche confrontando il trimestre maggio-luglio 2024 con quello precedente (febbraio-aprile 2024) si osserva un incremento nel numero di occupati (+0,3%, pari a +83mila unità).

Rispetto a luglio 2023, scende il numero di persone in cerca di lavoro (-16,7%, pari a -334mila unità) mentre cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,2%, pari a +21mila).

In media, nell’Ue il tasso di occupazione degli uomini è più alto di quello delle donne (74 % e 63 % rispettivamente nel 2019). E’ comunque interessante notare che il divario tra il tasso di occupazione delle donne e degli uomini aumenta con il numero di figli. Nell’Ue nel 2019, il tasso di occupazione per le donne senza figli è il 67 %, mentre è il 75 % per gli uomini.

Con un figlio, il tasso aumenta al 72 % per le donne e all’87 % per gli uomini. Per le donne con due figli, il tasso rimane quasi invariato al 73 %, mentre quello degli uomini aumenta al 91 %. Per le persone con tre o più figli, il tasso di occupazione diminuisce al 58 % per le donne, mentre per gli uomini è dell’85 %. Questa struttura si osserva nella larga maggioranza degli Stati membri.

Quasi un terzo delle donne occupate lavora part-time

Un aspetto importante della conciliazione fra gli impegni di lavoro e la famiglia è il lavoro part-time. Tuttavia, questa tipologia non è presente in modo uniforme tra le donne e gli uomini: nell’Ue nel 2019, il 30 % delle donne occupate lavora part-time, contro il l’ 8 % degli uomini. Inoltre, sono presenti alcune differenze tra gli Stati membri, con le quote più alte di donne in part-time nei Paesi Bassi (75 %), Austria e Germania (47 %) e Belgio (46 %) e di uomini nei Paesi Bassi (28 %), Danimarca (15 %) e Svezia (13 %). Le quote più basse di occupati in part-time si osservano in Bulgaria (2 % sia per le donne che per gli uomini ).

Aumenta il lavoro qualificato e a tempo indeterminato, soprattutto tra le giovani .

Le dinamiche di crescita più rilevanti si sono registrate nel settore industriale, che ha visto aumentare dell’8,1% il numero di lavoratrici. Un contributo importante è arrivato anche per le donne dalla crescita del settore edile, che ha avuto un ruolo centrale nella ripresa occupazionale: le lavoratrici del comparto sono aumentate del 34,7% tra il 2019 e il 2023. I servizi hanno recuperato i propri livelli occupazionali solo nel 2023. Rispetto al 2019, infatti, il numero di donne occupate è aumentato “solo” dello 0,8%. A trainare la ripresa sono stati i servizi di informazione e comunicazione (+19,4%), i comparti sanità e istruzione (+4,4%) e il settore turistico: se rispetto al 2019 l’incremento occupazionale per le donne è stato del 2,6%, nell’ultimo anno, il settore ha fatto da volano all’occupazione femminile, con una crescita del 9,7%.

Anche dopo una epidemia di portata mondiale, l’elevato capitale umano continua a svolgere una funzione protettiva nel mercato del lavoro: il tasso di occupazione tra i laureati nel 2021 risale ai valori pre-crisi, in particolare per le donne, e avvicina i tassi di occupazione delle donne con e senza figli. Eppure, se possedere un titolo di studio elevato assicura una maggiore e continuativa presenza nel mercato del lavoro, non sempre garantisce un’adeguata qualità dell’occupazione: circa un terzo degli occupati laureati svolge un’occupazione per la quale sarebbe sufficiente un titolo di studio inferiore. L’emergenza ha contribuito a rompere alcune rigidità presenti nell’organizzazione del lavoro, permettendo di lavorare da casa a una quota di occupati crescente anche nel 2021.

Migliora la percezione di sicurezza lavorativa: la quota di occupati che temono di perdere il lavoro e di non trovarne un altro simile, fortemente aumentata nel 2020, torna sui livelli del 2019.

 

Marzia Modesto

Ricercatrice Istat