Nel mondo attuale sono sempre più frequenti le forme di democrazia deliberativa in cui i cittadini esprimono direttamente e in forma organizzata il loro pensiero su temi di interesse comune.

E’ in fondo uno dei tanti segni della crisi della democrazia rappresentativa in cui i cittadini scelgono, secondo varie modalità, i loro rappresentanti politici per le scelte fondamentali riguardanti la vita e il futuro del proprio Paese.

Forme di democrazia deliberativa esistono in Francia, in Inghilterra e in Danimarca. Il nostro Paese è ancora agli inizi e solo qualche Comune ha sperimentato il metodo della democrazia deliberativa.
Anche a livello regionale abbiamo qualche caso, come succede ad esempio nella Regione Emilia-Romagna che lo prevede nel proprio statuto per casi ben determinati.

In Francia esiste la legge della democrazia di prossimità, che impone lo svolgimento di un dibattito pubblico quando l’ente locale deve prendere una decisione i cui effetti si estendono oltre l’orizzonte temporale fissato dalle tornate elettorali.

In Inghilterra operano le giurie cittadine e le commissioni civiche nelle quali i cittadini possono far valere le loro ragioni su questioni di comune interesse quali l’infanzia, il crimine, la sanità e altri campi.

La democrazia deliberativa si avvale di un metodo di tipo comunicativo su cui è interessante fare alcune riflessioni. Qui ci interessano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione come strumenti di che consentono l’esercizio della democrazia deliberativa.

La tecnologia svolge infatti in questo campo un ruolo fondamentale attraverso internet. Grazie ad internet è possibile partecipare a tutte le forme di democrazia partecipativa che si svolgono non solo nel proprio Paese ma nel mondo intero.

Esistono per questo delle piattaforme tecnologiche che consentono di esprimere il proprio voto elettronico, soprattutto su temi che hanno una forte valenza etica e morale. Si cita, ad esempio, il caso recente dell’iniziativa di contrasto alla legge belga sull’eutanasia infantile. Facendo leva sulla tecnologia di internet è stato possibile consegnare al re Filippo del Belgio più di 210.000 firme[1], raccolte in tutta Europa, con la richiesta di non firmare questo provvedimento contrario alla sacralità della vita dell’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio.

Il contenuto fortemente comunicazionale della democrazia deliberativa, porta con sé la separazione tra i cittadini che hanno accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e quelli che ne sono esclusi. E’ il noto fenomeno del digital divide che è intimamente legato allo stadio di sviluppo economico e sociale di un determinato Paese. Il tema delle disuguaglianze torna pertanto prepotentemente in  campo e interpella tutti gli uomini di buona volontà che hanno a cuore il bene comune universale. Il bene comune è bene di tutti e di ciascuno e non si realizza se ogni persona non partecipa ai benefici del progresso tecnico e  dello sviluppo economico e sociale.

La tecnologia è uno degli strumenti che consentono la realizzazione della democrazia deliberativa e dobbiamo adoperarci affinché tutti possano accedervi.

Una ricerca dell’Ucid Nazionale mette in evidenza che esiste un legame significativo tra il numero dei personal computer per ogni 10 mila abitanti e il reddito pro capite di 150 Paesi del mondo calcolato secondo la parità dei poteri d’acquisto. A un reddito pro capite di 1.000 dollari, detenuto dai Paesi che si collocano tra il 101esimo e il 125esimo posto della graduatoria decrescente del reddito pro capite, corrisponde un’incidenza di 89 personal computer ogni 10.000 abitanti. A un reddito pro capite di 10.000 dollari, detenuto dai Paesi che si collocano tra il 26esimo e il 50esimo posto della graduatoria, corrisponde un’incidenza di 378 personal computer ogni 10.000 abitanti. Infine, ad un reddito pro capite di 30.000 dollari, detenuto dai Paesi che figurano in testa alla graduatoria, corrisponde un’incidenza di 9.348 personal computer ogni 10.000 abitanti[2]. In pratica, un personal computer per ogni abitante.

In definitiva, il livello del reddito pro capite condiziona la popolazione mondiale ad avere un personal computer e conseguentemente l’accesso ad internet. Il mancato accesso ad internet impedisce l’esercizio di forme di democrazia deliberativa[3]. Naturalmente, il grado di istruzione della popolazione costituisce un altro forte vincolo all’utilizzo del computer e di internet per accedere a forme di democrazia deliberativa. Tutti questi fenomeni sono legati positivamente al livello del reddito pro capite, fino a che questo raggiunge un certo livello. Superato tale livello, le relazioni positive si attenuano fino ad annullarsi. Spostamenti verso l’alto delle curve relative a tali fenomeni, possono avvenire solo in presenza di ulteriori salti tecnologici.

Per noi cristiani, tutto questo va letto alla luce dei grandi insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa. E a questo riguardo è preziosa la lettura dell’Enciclica sociale Caritas in Veritate di Benedetto XVI. In essa si afferma che la tecnologia “permette di dominare la materia, di ridurre i rischi, di risparmiare fatica, di migliorare le condizioni di vita. Essa risponde alla stessa vocazione del lavoro umano: nella tecnica, vista come opera del proprio genio, l’uomo riconosce se stesso e realizza la propria umanità. Ma la libertà umana è propriamente se stessa, solo quando risponde al fascino della tecnica con decisioni che siano il frutto di responsabilità morale”.



[1] In questo caso, grazie alla configurazione della piattaforma elettronica, è possibile moltiplicare il primo contatto che si ha per la sottoscrizione della petizione tra il centro e un qualsiasi soggetto della popolazione, perché tale soggetto è invitato a proporre la sottoscrizione ad un altro soggetto o ad altri soggetti di sua conoscenza e così via a catena.. In questo modo, sarebbe  teoricamente possibile raggiungere tutta la popolazione del mondo, posto naturalmente che tutti siano in possesso di un personal computer, o di uno strumento analogo, e siano connessi a internet. La catena viene naturalmente interrotta dal limite temporale che viene fissato per l’invio delle petizioni e delle firme in formato elettronico.

[2] La funzione esponenziale stimata dei personal computer posseduti per ogni 10.000 abitanti rispetto al reddito pro capite di 150 Paesi è la seguente: PC = 76*1,00016042^PILPC, dove: PC = numero di personal computer ogni 10.000 abitanti; PILPC = prodotto interno lordo pro capite di 150 Paesi calcolato con il metodo della parità dei poteri d’acquisto.

[3] Questo fenomeno può essere attenuato dal fatto che le persone che non hanno un personal computer e non possono accedere ad internet, hanno la possibilità di esprimere il loro voto elettronico su una qualsiasi materia attraverso l’accesso ad un internet point, a prezzi che possono essere anche molto bassi.