Lo scorso 21 gennaio presso la chiesa di Santa Agnese in Agone a Roma si è tenuta la Santa Messa in ricorrenza della Festa di Sant’Agnese martire. Ha celebrato il Card. Gerhard Müller insieme a Mons. Paolo Schiavon. La celebrazione è stata accompagnata dalle letture dei dirigenti dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) fra i quali il Past President di UCID Nazionale Giancarlo Abete e il Presidente di UCID Giovani Lazio Benedetto Delle Site.
Segue il testo dell’Omelia.
Ciò che ci affascina nei giovani di oggi non è soltanto il loro aspetto grazioso, ma anche il loro rendimento sportivo o scolastico e la loro apertura al futuro. Alcuni diventano persino dei modelli per la loro generazione. La sedicenne svedese Greta Thunberg, per esempio, è diventata un’icona del movimento ambientalista mondiale. Preghiamo dunque affinché il battage mediatico creatosi attorno a lei non finisca per nuocerla.
La dodicenne fanciulla romana Agnese, invece, non è un idolo effimero del suo tempo, ma un ideale imperituro della fede cristiana. Ella ancora oggi, 1700 anni dopo la sua morte, non è dimenticata. I cattolici di tutto il mondo ammirano questa ragazza per il suo eroismo e la venerano come santa. In merito alla sua morte patita in fedeltà a Dio, il grande Padre della Chiesa sant’Ambrogio di Milano affermò: «Ecco pertanto in una sola vittima un doppio martirio, di purezza e di religione. Ed ella rimase vergine e ottenne il martirio» (de Virg. II, 9).
Già da bambina Agnese seppe distinguere chiaramente tra l’unico vero Dio e i tanti falsi idoli venerati dai pagani. Il mondo è stato creato per l’uomo, gli serve da abitazione e fonte per procurarsi il cibo. L’uomo esiste in virtù di se stesso ed è creato naturalmente orientato verso Dio, Colui nel quale soltanto il nostro cuore trova riposo. Coloro che sono creati a immagine e somiglianza di Dio vivono nella consapevolezza della loro dignità di essere figli e figlie di Dio. E perciò, non temiamo né le forze distruttive della natura, né i capricci del destino o l’ira dei tiranni. Non pratichiamo un culto della personalità dei ricchi, belli e potenti. La gloria del mondo è passeggera e tutti gli uomini sono mortali. «Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 6, 23).
A Roma, i primi cristiani avevano raggiunto la libertà della fede nell’unico Dio, sacrificando la loro vita nella lotta contro una strapotenza pagana pressoché invincibile, che trovò espressione nel culto dell’imperatore, nell’alta cultura degli eruditi e nella mentalità superstiziosa delle grandi masse. Non ricadendo nelle vecchie forme di culto dei futili idoli e delle loro immagini e statue in legno, pietra e metallo, seguiremo il loro esempio: «Non chiameremo più “dio nostro” l’opera delle nostre mani» (Os 14,4). L’idolatria non è un’eccitante immersione nelle culture esotiche e nei loro riti di fertilità con connotazioni sessuali. Infatti, la fede negli dei e nei demoni e l’invocazione degli elementi da parte degli sciamani oscura la verità della salvezza, e cioè il fatto che è mediante Gesù che siamo «liberati dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8, 21).
Sfortunatamente per loro, molti uomini del nostro tempo hanno dimenticato o deliberatamente tagliato le loro radici cristiane. Seguendo una religione sostitutiva neo-pagana, hanno iniziato di nuovo ad “assolutizzare” il cosmo, il nostro pianeta, l’evoluzione, il world wide web, la tecnologia. Si comportano come se queste realtà passeggere possano dare all’uomo la ragione ultima e il sostegno di cui ha bisogno. Nella loro stoltezza pagana si congratulano per la presunta “conoscenza scientifica” che l’uomo sia solo un animale e la morte la fine di tutto. Si fanno beffe della nostra fede nell’imperitura dignità dell’uomo e considerano la resurrezione della carne una favola per bambini, ignorando il fatto che già la nostra ragione ci dice che la natura non produce nulla inutilmente. O dovremmo forse credere che il Creatore della natura abbia creato l’uomo invano, dotandolo della perpetua ricerca della verità e dell’inestinguibile anelito alla felicità, soltanto per prenderlo in giro?
Con il sangue della sua giovane vita, sant’Agnese ha testimoniato Cristo, Figlio di Dio e unico Salvatore del mondo. E così ella incoraggia anche noi qui a Roma e in Europa, a professare la nostra fede cattolica pubblicamente e senza aver paura degli uomini. La fede degli apostoli Pietro e Paolo è la radice della cultura che, da Roma e dall’Italia, ha raggiunto tutta l’Europa, conferendole la sua identità cristiana. Solo nel cristianesimo c’è un futuro per l’Italia, il neopaganesimo invece condurrà alla sua rovina certa.
Ogni possibile dialogo con l’anziano Scalfari è fiato sprecato se l’ateo, nella sua confusione, ne trae la conclusione che il Papa avrebbe negato la divinità di Cristo. Infatti, per quale altra ragione il vescovo romano è il Papa di tutta la Chiesa cattolica, se non perché confessa giorno e notte, con san Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16)?
I cattolici farebbero bene a collaborare con tutti coloro spiritualmente e moralmente in grado di assumersi la responsabilità per il futuro economico, politico, culturale e religioso dell’Europa. L’unica fonte da cui sgorga l’acqua pulita per la rinascita della Città Eterna e di tutta l’Italia, è l’immagine cristiana dell’uomo. È più meritevole di fiducia un politico che tiene in alto il rosario in un gesto simbolico che uno che abbatte la croce di Cristo con un gesto concreto.
Siccome il neopaganesimo nega la concezione dell’uomo come immagine di Dio, esso si rivela anche ostile alla vita. Il cristianesimo invece ci insegna che ogni vita umana è sacra dal momento del concepimento fino all’ultimo respiro. Perciò, la nostra risposta all’aborto e all’eutanasia, al cambiamento di sesso e alla distruzione del matrimonio e della famiglia, può essere solo un categorico no! Per un cristiano non valgono né le ideologie politiche di destra né quelle di sinistra; egli non si lascia sedurre dalle religioni neopagane della natura o accecare dall’ateismo di stampo neoliberale e neomarxista. A un cattolico maturo non si deve dire per quale politico democratico debba votare oppure no. Chi crede in Dio conosce un solo comandamento: l’amore di Dio e del prossimo.
L’Italia e l’Europa avranno un futuro soltanto se punteranno su un rinnovamento culturale, morale e religioso nella fede in Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente. Attraverso la sua resurrezione dai morti ha vinto l’odio, il peccato e la morte. E nel segno della Sua Croce si colloca anche la rinascita dell’Italia cattolica. Sant’Agnese, prega Dio per i tuoi romani, per l’Italia cattolica e per l’Europa cristiana. Amen.