(tratto da Avvenire del 20 novembre 2010)

Discernere, partecipare, accompagnare.

Ecco cosa deve fare un imprenditore o un dirigente che voglia rimanere

fedele ai valori cristiani in questo periodo di crisi economica. Il consiglio arriva dal II Rapporto Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti), «La coscienza imprenditoriale nella costruzione del Bene Comune». In 850 pagine sono raccolgte riflessioni ed esperienze dell’ultimo triennio – il primo Rapporto risale al 2007 – dalle circa 80 sezioni che compongono questa realtà. Con l’obiettivo di «operare nell’economia con sguardo di fede e vedere la luce che illumina i numeri», come spiega il presidente nazionale Ucid Angelo Ferro. Che si sofferma sulle tre parole chiave della pubblicazione presentata ieri a Roma. «”Discernere” indica la riflessione che abbiamo fatto sulla crisi economica; in pratica le prime 150 pagine del testo sono dedicate alla storia degli ultimi due secoli alla luce della dottrina sociale della Chiesa». Da questo consegue naturalmente il concetto di “partecipare”: «Crediamo nell’essenza dell’agire donativo per risolvere questa crisi – afferma il presidente Ucid. – La soluzione non viene dai Palazzi,ma dal cuore degli uomini! Noi crediamo cheil lavoro sia un dono e come tale vada esercitato ». Infine “accompagnare”, che si realizza «quando la cultura d’impresa esce dai recinti dell’azienda», osserva Ferro, e raggiunge «altri mondi». In pratica quando gli imprenditori si danno da fare in altre iniziative, come dimostrano le tante esperienze raccolte nel Rapporto: dal Museo del Cinema e dellaCiviltà del Bello di Lipari all’Istituto di cer tificazione etica nello sport.

«Desidero rinnovare tutta la stima e l’apprezzamento dei vescovi all’Ucid, associazione importante, con una storia al servizio del Paese», sono le parole del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che arriva al convegno dell’associazione per portare il suo saluto insieme con il consulente ecclesiastico nazionale dell’Unione, il cardinale Salvatore De Giorgi. «La dottrina sociale illumina e sostiene l’azione imprenditoriale – prosegue Bagnasco – ed è la base per la presenza costante dell’Ucid. Ci auguriamo che possa dare un contributo efficace per uscire dalla crisi». E De Giorgi aggiunge che «quando si parla di sviluppo bisogna sempre intenderlo nella sua totalità, con un’attenzione particolare alla sfera spirituale».

Vede «un passo avanti» nel nuovo Rapporto il presidente del Censis – ed ex numero uno dell’Ucid – Giuseppe De Rita: «L’imprenditore sente di essere portatore di qualcosa di più, di avere una vocazione perché “fa azienda”. E questo significa che deve combinare diversi fattori senza escluderne nessuno».Concorda Gianfranco Fabi, già direttore di Radio 24: «La responsabilità dei dirigenti e degli imprenditori è valorizzare i talenti altrui». In particolare quelli dei giovani, suggerisce Antonio Marzano, presidente del Cnel, ma non solo: «Senza coesione sociale non si può avere crescita ». Alla presentazione anche Mario Calabresi, direttore della Stampa: «In un momento in cui nel Paese si avverte un senso di stanchezza e di rassegnazione, è importante notare che ci sono isole che non hanno in testa solo un interesse privato, ma vogliono portare avanti un discorso di bene comune».