Ucid Giovani Academy con Galeazzo Pecori Gilardi
UCID Giovani Academy con GALEAZZO PECORI GIRALDI
“Passione e resilienza per carriere vincenti”
17 dicembre 2020 h19-20 su Zoom
Galeazzo Pecori Giraldi si è laureato in diritto internazionale all’Università di Padova e ha frequentato corsi di laurea in Economia aziendale presso le Università di Cambridge e Harvard
Passione e resilienza sono i pilastri su cui ha costruito la sua brillante carriera dando sempre molta importanza ai rapporti personali.
Scopriamo le sue “tappe” principali:
Attualmente è Presidente del CdA di Hedge Invest SGR (Gruppo Manuli) e Senior Advisor di McKinsey & Company.
È stato Vicepresidente del Corporate Investment Banking di Société Générale a Parigi, Membro del Comitato Strategico Europeo e responsabile delle relazioni con le principali holding familiari per l’Europa e il Medio Oriente.
In precedenza ha trascorso 24 anni in Morgan Stanley come Vicepresidente Europa, Presidente e Amministratore Delegato di Italia e Svizzera e Membro del Comitato Globale degli Investimenti di MSREF (fondi immobiliari).
Ha trascorso 7 anni alla Citibank di Londra all’inizio della sua carriera e ricoperto ruoli non esecutivi sia in Bridgepoint Capital (dove fa parte dell’Advisory Board dal 2007), sia in Neuberger Berman-Aurora (Private equity per PMI), che in PIR Group (famiglia Ottolenghi) come Membro indipendente del CdA.
È membro del CdA e del Comitato Esecutivo delle organizzazioni senza scopo di lucro: FAI (Fondo Ambiente Italiano) e Accenture Foundation.
PERCHÉ UCID GIOVANI ACADEMY?
“Una nuova classe dirigente italiana, capace di proporre stimoli ispirati ai valori cristiani”.
È l’idea che anima la “UCID Giovani Academy”, promossa da Stefano Devecchi Bellini, Vicepresidente Nazionale Giovani UCID – Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti.
Si articola come gruppo permanente di studio che organizza momenti formativi e di confronto che possono sicuramente essere utili ai giovani per vivere con entusiasmo e spirito cristiano le bellissime, ma complesse, fasi di crescita umana e professionale.
“L’idea è nata perché’ alcuni amici associati mi hanno riferito di sentire la necessità di un momento formativo e di confronto un po’ più pratico sui temi che affrontano quotidianamente nel mondo del lavoro. Cercavano qualcuno che raccontasse la propria esperienza”, afferma il responsabile del progetto Stefano Devecchi Bellini.
Abbiamo cercato temi attuali e coerenti con la missione dell’UCID, come la sostenibilità, l’inclusione, il welfare, le diversità, la leadership responsabile, la coesione sociale e i giovani stessi grazie personalità che li incarnassero e potessero raccontarceli come professori, dirigenti, manager e imprenditori perché sono loro che, lezione dopo lezione, danno vita al confronto.
Come succede in una scuola di formazione sul campo, i giovani UCID vogliono capire come scaricare a terra i valori che caratterizzano l’associazione. Per la Dottrina Sociale della Chiesa, l’attenzione alla persona e il bene comune si chiedono: come posso farli miei? Qualche esempio concreto?
Gli incontri avverranno sia nelle sedi UCID che nelle aziende, proprio dove tutto viene creato e sperimentato; non facciamo il classico tour di visita, ma ci sono dei momenti di confronto con gli imprenditori e con i responsabili delle risorse umane perché l’obiettivo è anche quello di aprire le menti ai giovani, in modo che si facciano contaminare perché il “fare impresa”, prima di avere un significato professionale, ne ha uno umano.
La formazione infatti è un’esigenza costantemente espressa dai soci, in particolare da coloro che si avvicinano per la prima volta; essa può concettualmente ricondursi a due filoni principali: la formazione religiosa, sui temi della dottrina sociale della chiesa e l’approfondimento sugli argomenti più rilevanti di carattere socio-economico-politico in quanto non basta più essere solo bravi imprenditori con i dipendenti, l’importante è ridare al territorio, ai fornitori e clienti quel benessere che ci ha consentito di generare profitto.
Molto infatti è stato fatto in questi anni da parte del settore privato (aziende e associazioni) per offrire dei servizi che lo stato non è più in grado di garantire, utilizzando a volte il welfare aziendale come strumento di fidelizzazione, aspetto comunque non negativo, ma è necessario ampliare la logica vincente fuori dai confini della singola azienda.
Diventa evidente la necessità di traghettare dal welfare state verso un welfare sociale che preveda il concetto di sussidiarietà circolare così come descritto molto bene da illustri esperti della materia come Stefano Zamagni e Leonardo Becchetti nel filone dell’economia civile di mercato a noi tanto cara e ormai conosciuta.
Si intende con questo concetto un’interazione sistematica tra stato, imprese e società civile organizzata quali associazioni, onlus, cooperative sociali e fondazioni perché siamo convinti che coinvolgere i dipendenti di un’azienda in un progetto di inclusione, oltre ad essere gratificante per le persone, ha una ricaduta positiva sulla produttività dell’azienda e questo passaggio di inclusione permetterebbe dunque un duplice vantaggio, aprendo
le porte al concetto di solidarietà e di bene comune che è storicamente ed erroneamente contrapposto al vantaggio del singolo.
Un secondo tema di approfondimento per UCID Giovani Academy riguarda proprio il patto generazionale in quanto i giovani adulti si sentono in bilico, sospesi in una situazione di incertezza affettiva, relazionale, sociale. Si parla a questo proposito di crisi della generatività, che incide non solo sulla questione del lavoro e della natalità, ma anche sulla generatività sociale, sulla produzione di capitale umano, sul volontariato, sulla vita civile e comunitaria.
Edizione 2019
1. L’Economia del dono con Alessandra Colonna e Domenico Pugliese, Fondatori di Bridge Partners (Milano)
2. Il Cristianesimo ai tempi dei social network. Domande e provocazioni con Davide Perillo, Direttore di “Tracce” e Responsabile Social Media di Comunione e Liberazione (Milano)
3. Responsabilità e leadership con Prof. Juan Mercado, Pontificia Università della Santa Croce (Roma)
4. Dall’economia circolare alla Laudato Si’ con Emanuele Bompan, giornalista e geografo (Milano)
5. Fare impresa e associazione con Cav. Lav. Mario Boselli, imprenditore e Presidente Onorario della Camera Nazionale della Moda (Milano)
6. Famiglia, impresa e bene comune. Un legame da riscoprire con Gigi Gianola, Direttore Generale Nazionale CDO – Compagnia delle Opere (Milano)
7. Il denaro e la sua etica in 3.000 anni di storia dall’Elektron al Bitcoin con Alex Ricchebuono, CEO New End Associates (Milano)
8. L’impresa e le relazioni interpersonali. Testimonianze di successo a confronto con Federico Iadicicco, Presidente ANPIT – Associazione Nazionale per l’Industria ed il Terziario
9. Etica e responsabilità sociale nel mondo dei Family Office con Patrizia Misciatelli delle Ripe, Presidente AIFO – Associazione Italiana Family Officer
Edizione 2020
1. Stesso modello di leadership per business differenti? con Franco Moscetti, Presidente del CdA di OVS (Milano)
2. Il potere del denaro per il bene comune. Riflessioni etico-economiche con Mons. Riccardo Bollati, Teologo e Capoufficio della Congregazione della Dottrina della Fede in Vaticano (Zoom)
3. Passione e resilienza per carriere vincenti con Galeazzo Pecori Giraldi, Presidente di Hedge Invest (Zoom)
I giovani adulti si sentono in bilico sospesi in una situazione di incertezza affettiva, relazionale e sociale.
A questo proposito si parla di crisi della generatività, che incide non solo sulla questione del lavoro e della natalità ma anche sulla produzione di capitale umano, sul volontariato, sulla vita civile e comunitaria.
Per ricostruire il patto tra generazioni, possiamo farci guidare da quattro parole chiave:
1. Imprenditività. Viene a mancare una sana spinta all’imprenditorialità nel progettare il proprio percorso lavorativo in linea con le proprie aspirazioni.
2. Orientamento. Facilitare i giovani ad una maggiore consapevolezza di loro stessi e del proprio percorso di vita (personale e lavorativo) al fine di orientare adeguatamente i propri sforzi e le proprie scelte.
3. Formazione. Far riflettere sul proprio percorso e “apprendere dall’esperienza” per attivare un circolo virtuoso di pensiero e azione in un mondo che spesso si muove troppo rapidamente.
4. Generatività sociale. Aiutare i giovani ad integrarsi nella comunità in modo nuovo e creativo in rapporto con le generazioni più adulte dando il proprio contributo.
Le domande invece che possiamo farci per meglio capirli sono:
1. I giovani come percepiscono il mondo in cui stanno vivendo e cosa intendono per auto-imprenditorialità?
2. Quali difficoltà vedono alla propria realizzazione personale, familiare, lavorativa e quali aiuti riterrebbero utili?
3. Quali competenze trasversali possiedono e in quali sono carenti?
4. Per quei giovani che vivono già in famiglia una dimensione imprenditoriale, come vivono il possibile passaggio generazionale?
Anziché metterci nell’ottica di cosa ci aspettiamo dai giovani, dovremmo riflettere su cosa noi possiamo offrire alle nuove generazioni e come possiamo metterle in condizione di lavorare per costruire il futuro.
La necessità è quella di rimettere al centro la persona con un moto di reazione che deve venire da imprenditori che hanno anche un ruolo di guida, perché la crisi attuale ha messo in luce la debolezza del sistema economico e delle istituzioni facendoci a volte dimenticare l’importanza di formare leader.