Dal 25 al 27 maggio si è svolta a Roma la Conferenza Internazionale della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice sul tema “Ripensare le tendenze della vita economica e sociale”. Alla Conferenza hanno partecipato 163 persone di diverse parti del mondo. Erano presenti soci dell’Ucid, tra cui Guiscardo Lupi e il sottoscritto.
Hanno introdotto la Conferenza il Cardinale Domenico Calcagno, Presidente dell’APSA, il Dott. Domingo Sugranyes Bickel, Presidente della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, il Prof. Alberto Quadrio Curzio, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione.
I lavori della Conferenza sono stati divisi in tre sessioni. La prima Sessione è stata dedicata al tema se è possibile una crescita continua senza un consumo compulsivo. I contributi sono stati del Gruppo di Bologna, del Gruppo Inglese, del Gruppo Spagnolo. La seconda Sessione ha riguardato il futuro dell’occupazione e l’economia informale, con contributi del Gruppo di Malta e del Gruppo Piemonte. La terza Sessione è stata dedicata ad un urgente messaggio al mondo di oggi e cioè se la Dottrina Sociale della Chiesa può essere accolta anche dai non credenti. I contributi sono stati forniti dai seguenti Gruppi: Stati Uniti d’America, Basilicata, Lombardia, S. Miniato, Steve Young (membro dell’Advisory Board della Fondazione).
Molto stimolante è stata l’ultima sessione che ha portato ad una condivisione da parte di tutti gli interventi sul fatto che la Dottrina Sociale della Chiesa possa essere accettata anche dai non credenti e da chi professa altre religioni. E ciò perché la Dottrina Sociale della Chiesa si fonda su grandi principi valoriali validi per tutti: sviluppo, solidarietà, sussidiarietà, destinazione universale dei beni, bene comune. Il Corano stesso contiene principi sociali simili a quelli della Dottrina Sociale della Chiesa., ma anche l’ebraismo.
Il Papa che ha inaugurato il valore universale della Dottrina Sociale della Chiesa è stato Giovanni XXIII con la Pacem in terris del 1963. Per la prima volta nella Lettera enciclica si legge infatti che essa è rivolta anche a tutti gli uomini di buona volontà.
Il valore universale delle Encicliche sociali fa sorgere però un problema relativo alla conoscenza, alla diffusione e alla testimonianza della Dottrina Sociale della Chiesa. Sono i cattolici a rinchiudersi nei loro spazi autoreferenziali rendendo difficile la diffusione dei grandi principi del pensiero sociale della Chiesa Cattolica, oppure sono gli atei e gli agnostici a porre resistenza per un’accettazione dei principi stessi? Sembra che il problema dipenda più dai cattolici che dagli atei e dagli agnostici. Infatti, un’alta percentuale di atei o agnostici di un campione rappresentativo di famiglie romane si dice disponibile a incontri culturali di approfondimento organizzati sul territorio dalle parrocchie (fonte Censis). Ne discende che i cattolici dovrebbero essere più laici nella Chiesa e più cristiani nella società.
Le teorie economiche stanno attraversando un periodo di grande crisi, anche perché non hanno saputo prevedere minimamente la tremenda crisi che ci stava venendo addosso a partire dal 2007. La Dottrina Sociale della Chiesa sta invece attraversando un periodo di grande favore e attualità. E ciò perché la Dottrina Sociale della Chiesa ci dice che l’economia non dipende solo dall’economia, ma anche dai valori morali, etici e spirituali dell’uomo. Il buon funzionamento dell’economia non dipende solo dal rispetto delle leggi economiche, ma dalla osservanza dei principi che le trascendono. L’etica viene prima delle leggi e dei regolamenti, e senza di essa le leggi e regolamenti possono venire svuotati ed elusi. I comportamenti etici conducono al bene comune che è bene di tutti e di ciascuno e realizzano la giustizia e, per noi cristiani, la carità che è la misura massima della giustizia.
Nel pomeriggio del 26 maggio si è svolta presso il Palazzo della Cancelleria la cerimonia di consegna del Premio Internazionale “Economia e Società”, presieduta dal Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin. La premiazione è stata preceduta da una stimolante Lectio Prof. Franco Gallo, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, sul tema “Disuguaglianze, giustizia distributiva e funzione del tributo”. I punti trattati sono stati quale ruolo ha lo Stato per il superamento delle disuguaglianze; il tributo quale indispensabile strumento di politiche redistributive; la definizione etica del tributo come trade off tra bene comune e diritti proprietari; il tributo e il sistema dei diritti proprietari fondato sul merito; i diritti proprietari come non unici presupposti di equità del sistema fiscale; il tributo e la Costituzione; la spesa pubblica, la sussidiarietà e la gestione condivisa del bene comune.